Cap. 25,19-28,9
SEZIONE VI.
TOLEDOTH. (Generazioni)
Cap. XXV. 19 Queste sono le generazioni di Izhak bar Abraham. E poiché l'aspetto di Izhak assomigliava all'aspetto di Abraham, i figli degli uomini dissero, veramente Abraham generò Izhak. 20 E Izhak era figlio di quarant'anni quando prese Rivekah, la figlia di Bethuel, l'aramita, che era di Paddan-Aram, e sorella di Laban l'aramita, data a lui come moglie. 21 E Izhak andò al monte del culto, il luogo in cui suo padre lo aveva legato. E Izhak nella sua preghiera trasformò l'intenzione del Santo, che sia benedetto! da quello che che lo riguardava e perché aveva decretato che fosse senza figli. E lui fu ampliato e Rivekah la moglie rimase incinta. 22 E i figli premevano nel suo seno come gli uomini che si fanno battaglia. E lei disse: «Se questo è l'angoscia di una madre, che cosa saranno allora questi bambini per me?» E andò nella scuola di Shem Rabba supplicare pietà davanti al Signore. [GERUSALEMME. 22 E i figli premevano nel suo grembo, e lei disse: «Quale sarà l'angoscia di una madre, se è tale nella vita di adesso, che i bambini sono dentro di me?» E andò a supplicare pietà davanti al Signore nel midrash beth di Sehm Rabba] 23 E il Signore le disse: «Due popoli sono nel tuo seno, e due regni dal tuo seno devono essere separati; e un regno sarà più forte dell'altro, e il maggiore servirà il più giovane, se i figli del più giovane non manchernno di osservare i comandamenti della Legge».
24 E i duecentosettanta giorni del suo portare i bambini furono completati dal portarli avanti; ed ecco, due gemelli erano nel suo grembo. 25 E il primo uscì tutto rosso, come un vestito di peli: e si chiamò Esaù, perché è nato del tutto completo con i capelli della testa e la barba, e i denti molari. [GERUSALEMME. 25 E il primo uscì tutto rosso, come un vestito di peli: e fu chiamato il suo nome Esaù] 26 Dopo uscì il suo fratello, e la sua mano aveva afferrato il tallone di Esaù. E chiamarono il suo nome Jakob ( Yaakov ). E Izhak era un figlio di sessant'anni quando furono generati.
27 E i ragazzi crebbero; ed Esaù era un uomo indolente dedito alla cattura di uccelli e di animali, un uomo che andava nel campo per uccidere vite (cacciare), come Nimrod aveva ucciso, e suo figlio era Hanok. Invece Jakob era un uomo pacifico nelle sue parole, un ministro dell'istruzione in casa di Eber, in cerca di istruzione davanti al Signore. 28 E Izhak amava Esaù, perché le parole di falsità erano nella sua bocca; ma Rivekah (invece) amava Jakob.
29 Il giorno in cui Abraham morì, Jakob preparò una minestra di lenticchie, e stava per consolare suo padre. Ed Esaù tornò dal deserto, esausto; perché in quel giorno aveva commesso cinque trasgressioni: aveva adorato con un culto straniero, aveva sparso sangue innocente, si era avvicinato fino ad una fanciulla promessa sposa, aveva negato la vita del mondo che verrà, e aveva disprezzato la primogenitura. 30 Ed Esaù disse a Jakob: «Lasciami gustare questa minestra rossa, perché io sono debole, - per questo fu chiamato il suo nome Edom. 31 E Jakob disse: - Vendi oggi, in questo (in questo grande) giorno, ciò che tu vorrai di seguito per quello che è successo, cioè il tuo diritto di nascita (premogenitura), a me». 32 Ed Esaù disse: «Ecco, io sto per morire, e in un altro mondo dove non avrò la vita; e che cosa sarà poi per me il diritto di nascita (premogenitura), o la parte del mondo, di cui tu parli?» 33 E Jakob disse: «Giurami oggi che così sarà». E giurò a lui, e vendette la primogenitura a Jakob. 34 E Jakob diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie. Ed egli mangiò e bevve, e si alzò e se ne andò. Ed Esaù disprezzò la primogenitura, e la parte del mondo che viene. [GERUSALEMME. 34 Ed egli si alzò e se ne andò. Ed Esaù disprezzò la primogenitura, e diffamò la parte del mondo che viene, e ha negò la risurrezione dei morti.]
Cap. XXVI. 1 E ci fu una grande carestia nel paese di Kenaan, oltre alla prima carestia che ci fu ai tempi di Abraham; e Izhak andò da Abimelek re dei Philistaei a Gerar. 2 E fu nel cuore di Izhak di scendere a Mizraim; ma il Signore gli apparve, e gli disse: «Non andare verso il basso a Mizraim; abita la terra come ti ho detto; 3 soggiorna nel paese, e la Mia Parola sarà il tuo aiuto, e Io ti benedirò; per dare alla fine ai tuoi figli tutti questi paesi, e renderò stabile il patto che Io ho pattuito con Abraham tuo padre. 4 E Io moltiplicherò i tuoi figli come le stelle del cielo e darò ai tuoi figli tutti questi paesi, e attraverso i tuoi figli tutte le nazioni della terra saranno benedette; 5 in considerazione del fatto che Abraham ubbidì alla Mia Parola, e mantenne fede alla Mia Parola, ai miei statuti, alle mie alleanze, e alle mie leggi». 6 E Izhak dimorò in Gherar. 7 E gli uomini del luogo lo consultarono riguardo a sua moglie; ed egli disse: «E' mia sorella». Così ragionò nel suo cuore, affinché il popolo del luogo non lo uccidesse per Rivekah, perché era di bellissimo aspetto. 8 E fu che quando erano aumentati suoi giorni del dimorare là, che Abimelek il re del Philistai guardando da una finestra, vide Izhak che stava divertendosi con Rivekah sua moglie. [GERUSALEMME. 8 E sembrava] 9 E Abimelek chiamò Izhak, e disse: «Allora lei è tua moglie; perché hai detto: - Lei è mia sorella?». E Izhak gli rispose: «Perché ho detto nel mio cuore, che io non sia ucciso per causa sua». 10 E Abimelek disse: «Perché hai fatto questo? Avrebbe potuto accadere che il re, che è la principale delle persone, si coricasse con tua moglie, e tu avresti portato la colpa su di noi». [GERUSALEMME. 10 E Abimelek disse: «Che è questo che tu hai fatto a noi? Potrebbe essere stato possibile che uno dei giovani uomini giacesse con tua moglie, e non ci sarebbe stata una grande colpa per noi».]
11 E Abimelek istruì tutte le persone; chiunque si avvicinasse per ferire l'uomo o sua moglie, sarebbe stato in verità messo a morte. 12 E Izhak seminò per ottenere giustizia in quella terra, e trovò in quell'anno il cento per uno, secondo la sua misura. E il Signore lo benedisse, 13 e l'uomo aumentò, e andò avanti sempre più fino a che non fu troppo grande. 14 E aveva greggi di pecore e mandrie di bestiame, e grandie coltivazioni; e il Philistaei lo invidiavano. 15 E tutti i pozzi che i servi di suo padre avevano scavati al tempo di Abraham suo padre, i Philistai li chiusero e li riempirono di terra.
16 E Abimelek disse a Izhak: «Vai via da noi; poiché tu sei molto più forte di noi nelle ricchezze». 17 E Izhak se ne andò di là e soggiornò nella valle di Gherar, e dimorò là. 18 E Izhak scavò di nuovo dei pozzi d'acqua, che i servi di suo padre avevano scavati al tempo di Abraham suo padre, e che i Philistai avevano chiuso dopo che Abraham era morto; e li chiamò con i nomi con cui li aveva chiamati il padre. 19 E i servi di Izhak scavando nel confine della valle, e vi trovarono un pozzo di acqua che scorre. 20 E i pastori di Gerar contesero con i pastori di Izhak, dicendo: «L'acqua è nostra». 21 E fu che secondo la volontà del Cielo si asciugò. Ma quando tornarono a Izhak, scorreva. E chiamò il nome del pozzo ( Esek Contesa), perché ( etheseku ) avevano litigato con lui a causa di esso. Ed essi scavarono un altro pozzo; e se lo contendevano anche questo; e fu essiccato, e non scorreva più. E chiamò il nome di esso ( Sitnah ) accusa. 22 E si tolse di là e scavò un altro pozzo, e per questo non ha conteso come in passato, e ha chiamato il suo nome ( Ravchatha ) Spaziosità; poiché egli disse: «Ora ha il Signore ci ha dato spazio per diffonderci in giro sulla terra». 23 E salì di là a Beersheba. 24 E il Signore gli apparve quella notte, e gli disse: «Io sono il Dio di Abraham tuo padre: non temere; perché la Mia Parola è per il tuo aiuto, e ti benedirò, e moltiplicherò i tuoi figli per amore della giustizia di Abramo, Mio servo». 25 E costruì un altare, e pregò nel Nome del Signore. E piantò lì la sua tenda, ed i servi di Izhak vi scavarono lì un pozzo. E quando Izhak si ritirò da Gerar i pozzi si prosciugarono, e gli alberi non fecero più alcun frutto; e ritennero che fosse perché lo avevano cacciato, che tutte queste cose erano accadute. 26 E Abimelek andò da lui a Gherar, e prese i suoi amici per andare con lui, anche Phikol il capo del suo esercito. 27 E Izhak disse loro: «Perché venite da me e perché io dovrei pregare per voi quando mi avete odiato e mi avete spinto via da voi?». 28 Ed essi risposero: «Vedendo, abbiamo capito, che la Parola del Signore è il tuo aiuto e la tua giustizia e a causa del fatto che tu sei stato da noi tutto andava bene; ma quando sei andato via dalla nostra terra i pozzi si sono prosciugati, ed i nostri alberi non hanno fatto alcun frutto; allora abbiamo detto: - induciamolo a tornare da noi. - Ed ora vi sia un giuramento stabilito tra di noi, e benevolenza fra noi e te, e noi entreremo in un patto con te, perché tu non ci faccia del male. 29 Giacché non siamo venuti presso di te per farti il male, e come abbiamo agito con te solo per il bene, e anzi ti abbiamo mandato via in pace; tu sei ora benedetto dal Signore». 30 ... [1]. 31 E si alzarono al mattino, ognuno con il fratello; ed egli tagliò (una parte) dalla briglia del suo asino, e diede una parte a loro per testimonianza. E Izhak pregò per loro, e si allargarono. E Izhak li accompagnava, ed essi andarono via da lui in pace.
32 E in quel giorno arrivarono i servi di Izhak e gli portarono la notizia del pozzo che avevano scavato e gli dissero: «Abbiamo trovato l'acqua», 33 e lo chiamò Sheba (il Giuramento); quindi il nome della città è Bersabea fino ad oggi.
34 Ed Esaù era figlio di quarant'anni; e prese per moglie Yehudith figlia di Beari l'Hittah, e la figlia di Elon Basemath dell'Hittah. 35 E si inchinarono in un culto straniero e si ribellarono nella loro cattiva condotta contro Izhak e contro Rivekah. [GERUSALEMME. 35 Ed erano refrattari, gonfi nello spirito con uno culto straniero, e non avrebbero ricevuto istruzioni ne da Izhak o Rivekah.]
Cap. XXVII. 1 E fu quando Izhak fu vecchio e gli occhi gli si erano scuriti dal vedere, - perché quando il suo padre lo legava aveva visto il Trono di Gloria, e da quel momento i suoi occhi avevano iniziato a scurirsi, - che chiamò Esaù suo fratello maggiore, il quattordicesimo (giorno) di Nisan, e disse a lui: «Figlio mio, ecco, questa notte si fanno le grandi lodi al Signore del mondo e i tesori di rugiada si aprono in essa». Ed egli disse: «Eccomi».
2 Ed egli disse: «Ecco, ora io sono vecchio; io non conosco il giorno della mia morte: 3 ma ora prendi le tue armi, la tua faretra e il tuo arco; e vai nel campo, e prendi per me della selvaggina, 4 e fammi un cibo come io amo, e portamelo, e io mangerò, poiché io voglio benedirti prima che io muoia».
5 E Rivekah udì dallo Spirito Santo come Izhak parlava con Esaù suo figlio. Ed Esaù andò al campo per prendere la selvaggina per portarla. 6 E Rivekah parlò a Jakob suo figlio, dicendo: «Ecco, questa notte quella delle alte lodi al Signore del mondo, ed i tesori della rugiada si aprono in essa; e ho sentito tuo padre parlare con Esaù, tuo fratello, dicendo: 7 «Portatami della selvaggina, e fammela come cibo, e ti benedirò, alla presenza del Signore prima di morire». 8 E ora figlio mio obbedisci a me in quello che io ti comando: 9 vai ora alla casa del gregge, e prendimi da lì due capretti grassi delle capre; uno per la Pasqua, e uno per l'oblazione della festa; e farò di loro cibo per tuo padre, come lui ama. 10 E tu portali a tuo padre, e lui mangerà, perché egli ti benedica prima della sua morte».
11 E perché Jakob aveva paura di peccare, temendo che il padre potesse maledirlo, disse: «Ecco, Esaù mio fratello è peloso, e io ho la pelle liscia. 12 Forse mio padre mi vorrà sentire, e sarò ai suoi occhi come chi lo deride, e porterà su di me una maledizione invece di una benedizione».
13 E lei disse: «Se con la benedizione egli ti benedirà, essa devrà essere su di te e sui tuoi figli; e se sarà con le maledizioni che dovesse maledirti, esse devranno essere su di me e sulla mia anima: quindi ricevi da me, e vai a prendere per me».
14 Ed egli andò e prese, e la portò a sua madre; e sua madre ne fece del cibo, come piaceva a suo padre. 15 E Rivekah prese le belle vesti di Esaù, suo figlio maggiore che in precedenza erano state di Adam; ma che quel giorno Esaù non aveva indossato, ma erano rimaste con lei nella casa, e (con quelle) vestì Jakob il figlio minore. 16 E con le pelli dei capretti lei coprì le sue mani e le legò sulle parti lisce della sua pelle. 17 E il cibo e il pane che aveva fatto li mise nelle mani di suo figlio Jakob.
18 Ed egli entrò da suo padre, e gli disse: «Padre mio». Ed egli rispose: «Eccomi»: chi sei tu, figlio mio?». 19 E Jakob disse a suo padre: «Io sono Esaù, il tuo primogenito: Ho fatto come tu mi chiedesti. Alzati ora, seiediti e mangia la mia selvaggina, perché la tua anima mi benedica». 20 E Izhak disse a suo figlio: «Per che cosa è che tu l'hai trovata così presto, figlio mio?». E lui disse: «Perché il Signore tuo Dio l'aveva preparata davanti a me». 21 E Izhak disse Jakob: «Avvicinati ora, a me, figlio mio che sentirò, se tu sei il mio figlio Esaù o no». 22 E Jakob si avvicinò a Izhak suo padre, che lo toccò e gli disse: «Questa voce è la voce di Jakob, tuttavia, la sensazione delle mani è come la sensazione di mani di Esaù». [GERUSALEMME. 22 La sensazione delle sue mani, la sensazione delle mani di Esaù.] 23 Ma non lo riconobbe, perché le sue mani erano pelose come le mani di Esaù suo fratello, e lo benedisse». 24 E disse: «Ma tu sei il mio figlio Esaù?». E egli disse: «Io lo sono». 25 Ed egli disse: «Avvicinati e io mangi della cacciagione di mio figlio, che la mia anima ti benedica». E lui gli si avvicinò ed egli mangiò; e non aveva il vino; ma un angelo lo preparò per lui, dal vino che era stato tenuto nelle Sue uve dai giorni dall'inizio del mondo; e lo diede in mano a Jakob, e Jakob lo portò a suo padre, e ne bevve. 26 E Izhak suo padre disse: «Avvicinati ora, e baciami, figlio mio». 27 E Jakob si avvicinò e lo baciò. E lui sentì l'odore dei suoi paramenti, e lo benedisse e disse: «Ecco, l'odore di mio figlio è come l'odore di incenso profumato che deve essere offerto sul monte della casa del santuario, che sarà chiamato un campo che il Signore ha benedetto, e che egli ha scelto, che in essa la sua Shekinah potrà abitare.
28 Pertanto, la Parola del Signore ti dia buona rugiada che scende dal cielo, e faccia sgorgare delle buone fontane, e faccia crescere l'erba della terra, e abbondanza di fornitura di vino. 29 Sia che i popoli ti siano soggetti, tutti i figli di Esaù, e i regni si inchinino davanti a te, tutti i figli di Chetura; un capo e un dominatore tu sei dei tuoi fratelli, e sia che i figli di tua madre ti salutino. Sia che coloro che maledicono te, figlio mio, sia maledetto come Bileam bar Beor; e coloro che ti benedicono siano benedetti come Mosheh il profeta, lo scriba di Israele». [GERUSALEMME. 29 «Che i popoli servano davanti a te, tutti i figli di Esaù: tutti i re siano soggetti a te, tutti i figli di Ishmael: sii un capo e un dominatore sopra i figli di Chetura: tutti i figli di Laban, fratello di tua madre devono venire davanti a te e salutarti. Chiunque chi ti maledirà, Jakob, figlio mio, sarà considerato maledetto come Bileam ben Beor; e chi benedice te sarà benedetto come Mosheh il profeta e scriba di Israele».]
30 E fu quando Izhak aveva finito di benedire Jakob, e Jakob si era allontanato solo circa due palmi da Izhak suo padre, che Esaù suo fratello giunse dalla sua caccia. 31 E la Parola del Signore gli aveva impedito di prendere carne di cervo pura; ma aveva trovato una cane, e lo uccise, e lui ne fece dei cibi, e li portò a suo padre, e disse al padre: «Alzati, padre mio, e mangia della mia cacciagione, affinché l'anima tua mi benedica».
32 E Izhak suo padre gli disse: «Chi sei tu?». Ed egli disse: «Io sono il tuo primogenito Esaù». 33 E Izhak fu preso da grande agitazione quando ha sentito la voce di Esaù, e l'odore del suo cibo rose nelle sue narici come l'odore della combustione di Gehennam; e lui disse: «Chi è colui che ha preso la selvaggina, ed è venuto da me, e io ho mangiato tutto, quello che me l'ha portata prima che tu venissi, e io l'ho benedetto, ed egli, anche, è benedetto?».
34 Quando Esaù sentì le parole di suo padre, gridò con un grido grandissimo e amaro, e disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio!». 35 Ed egli disse: «Tuo fratello è venuto con l'inganno e ha ricevuto da me la tua benedizione». 36 Ed egli disse: «Il suo nome è davvero Jakob; perché lui è stato sleale con me due volte: prese la mia primogenitura, ed ecco, ora egli ha ricevuto la mia benedizione!». Ed egli disse: «Non hai tu riservato una benedizione per me?». 37 E Izhak rispose e disse a Esaù: «Ecco, l'ho designato come dominatore su di te, e tutti i suoi fratelli li ho fatti essere suoi servi, e con l'approvvigionamento (di frumento) e il vino l'ho sostenuto: e ora vai, lasciami; che cosa posso fare per te, figlio mio?». 38 E Esaù rispose a suo padre: «Tu non hai che questa benedizione, padre mio? Benedici anche me, padre mio. Ed Esaù alzò la voce e pianse».
39 E Izhak rispose e disse a Esaù: «Ecco, tra i buoni frutti della terra sarà la tua dimora e con la rugiada del cielo dall'alto. 40 E sulla spada farai affidamento, entrando in ogni luogo: ma tu sarai arrendevole e credulone, e sarai sottomesso al tuo fratello; ma sarà che quando i figli diventeranno cattivi, e non osserveranno i comandamenti della legge, tu spezzerai il suo giogo di servitù dal tuo collo». [GERUSALEMME. 40 E dalle tue armi vivrai, e davanti a tuo fratello sarai soggetto. E sarà quando i figli di Jakob lavoreranno nella legge, e osservaranno i comandamenti, essi ti imporranno il giogo della soggezione sul tuo collo; ma quando i figli di Jakob si asterranno e non studieranno la legge, e non osserveranno i comandamenti, ecco, allora potrai rompere il loro giogo della sudditanza dal tuo collo.]
41 Ed Esaù mantennne l'odio nel suo cuore contro suo fratello Jakob, a causa della benedizione con cui suo padre lo aveva benedetto. Ed Esaù disse nel suo cuore: «Non voglio fare come fece Kain, che uccise Habel nella vita (tempo) di suo padre, per il quale il padre generò Sheth, ma aspetterò fino al momento in cui verranno i giorni di lutto per la morte di mio padre, e poi ucciderò Jakob mio fratello, e diventerò uccisore ed erede».
42 E le parole di Esaù, suo figlio maggiore, che pensava in cuor suo di uccidere Jakob, furono mostrate dallo Spirito Santo a Rivekah, e lei mandò a chiamare Jakob il figlio minore, e gli disse: «Ecco, Esaù, tuo fratello sta in agguato per te, e complotta contro di te per ucciderti. 43 E ora, figlio mio, ascoltami: - alzati, fuggi per la tua vita, e va da Laban mio fratello, ad Haran, 44 e dimora con lui qualche tempo, fino a quando l'ira di tuo fratello sia diminuita, 45 fino a quando la collera di tuo fratello si sarà calmata, e lui avrà dimenticato quello che hai fatto a lui; e allora io manderò a prenderti di là. Perché io dovrei essere privata di voi due in un solo giorno: tu per essere ucciso, e lui scacciato, come Hava è stata in lutto per Habel, il quale uccise Kain, ed entrambi sfurono rimossi dal davanti Adam e Hava tutti i giorni della vita di Adam ed Hava?». [GERUSALEMME. Fino al momento in cui l'amarezza del tuo fratello, sarà allontanato da te.]
46 E Rivekah disse Izhak: «Io sono afflitta nella mia vita a causa della umiliazione delle figlie di Heth. Se Jakob prendesse una moglie malvagia tra le figlie di Heth, come sono queste figlie del popolo del paese, che cosa sarà la vita per me?».
Cap. XXVIII. 1 E Izhak chiamò Jakob, e lo benedisse, e gli comandò, e gli disse: «Tu non prendere in moglie una delle figlie del Kenaanaei. 2 Alzati, và in Paddan di Aram, alla casa di Betuel padre di tua madre, e prenditi di là una moglie tra le figlie di Laban, fratello di tua madre. 3 Ed El Shadai ti benedirà con molti beni, e ti aumenterà e ti moltiplicherà in dodici tribù, e sarai degno dell'assemblea dei Figli del Sinedrio, il cui numero è settanta, in base al numero delle nazioni. 4 E vi darà la benedizione di Abraham per te e per i tuoi figli con te, e ti farà ereditare la terra della tua peregrinazione, che ha dato ad Abraham». 5 E Izhak mandò via Jakob, e se ne andò in Paddan Aram da Laban bar Bethuel, l'Armaita, il fratello di Rivekah madre di Jakob e di Esaù.
6 Ed Esaù considerando che Izhak aveva benedetto Jakob, e lo aveva mandato in Paddan Aram a prendere per lui di là una moglie, quando lo benedisse e gli comandò, dicendo: «Tu non devi prender moglie tra le figlie dei Kenaaniti»; 7 e che Jakob obbedì la parola di suo padre, ed alla parola di sua madre, e se n'era andato in Paddan Aram: 8 e (anche) Esaù ritenne che le figlie di Kenaan erano malvagie davanti a Izhak suo padre, 9 ed Esaù andò verso di Ishmael, e prese per moglie Mahalath, che è Besemath la figlia di Ishmael bar Abraham, sorella di Nebaiòt per la madre, oltre alle sue altre mogli.
NOTE:
[1] Versetto mancante
SEZIONE VI.
TOLEDOTH. (Generazioni)
Cap. XXV. 19 Queste sono le generazioni di Izhak bar Abraham. E poiché l'aspetto di Izhak assomigliava all'aspetto di Abraham, i figli degli uomini dissero, veramente Abraham generò Izhak. 20 E Izhak era figlio di quarant'anni quando prese Rivekah, la figlia di Bethuel, l'aramita, che era di Paddan-Aram, e sorella di Laban l'aramita, data a lui come moglie. 21 E Izhak andò al monte del culto, il luogo in cui suo padre lo aveva legato. E Izhak nella sua preghiera trasformò l'intenzione del Santo, che sia benedetto! da quello che che lo riguardava e perché aveva decretato che fosse senza figli. E lui fu ampliato e Rivekah la moglie rimase incinta. 22 E i figli premevano nel suo seno come gli uomini che si fanno battaglia. E lei disse: «Se questo è l'angoscia di una madre, che cosa saranno allora questi bambini per me?» E andò nella scuola di Shem Rabba supplicare pietà davanti al Signore. [GERUSALEMME. 22 E i figli premevano nel suo grembo, e lei disse: «Quale sarà l'angoscia di una madre, se è tale nella vita di adesso, che i bambini sono dentro di me?» E andò a supplicare pietà davanti al Signore nel midrash beth di Sehm Rabba] 23 E il Signore le disse: «Due popoli sono nel tuo seno, e due regni dal tuo seno devono essere separati; e un regno sarà più forte dell'altro, e il maggiore servirà il più giovane, se i figli del più giovane non manchernno di osservare i comandamenti della Legge».
24 E i duecentosettanta giorni del suo portare i bambini furono completati dal portarli avanti; ed ecco, due gemelli erano nel suo grembo. 25 E il primo uscì tutto rosso, come un vestito di peli: e si chiamò Esaù, perché è nato del tutto completo con i capelli della testa e la barba, e i denti molari. [GERUSALEMME. 25 E il primo uscì tutto rosso, come un vestito di peli: e fu chiamato il suo nome Esaù] 26 Dopo uscì il suo fratello, e la sua mano aveva afferrato il tallone di Esaù. E chiamarono il suo nome Jakob ( Yaakov ). E Izhak era un figlio di sessant'anni quando furono generati.
27 E i ragazzi crebbero; ed Esaù era un uomo indolente dedito alla cattura di uccelli e di animali, un uomo che andava nel campo per uccidere vite (cacciare), come Nimrod aveva ucciso, e suo figlio era Hanok. Invece Jakob era un uomo pacifico nelle sue parole, un ministro dell'istruzione in casa di Eber, in cerca di istruzione davanti al Signore. 28 E Izhak amava Esaù, perché le parole di falsità erano nella sua bocca; ma Rivekah (invece) amava Jakob.
29 Il giorno in cui Abraham morì, Jakob preparò una minestra di lenticchie, e stava per consolare suo padre. Ed Esaù tornò dal deserto, esausto; perché in quel giorno aveva commesso cinque trasgressioni: aveva adorato con un culto straniero, aveva sparso sangue innocente, si era avvicinato fino ad una fanciulla promessa sposa, aveva negato la vita del mondo che verrà, e aveva disprezzato la primogenitura. 30 Ed Esaù disse a Jakob: «Lasciami gustare questa minestra rossa, perché io sono debole, - per questo fu chiamato il suo nome Edom. 31 E Jakob disse: - Vendi oggi, in questo (in questo grande) giorno, ciò che tu vorrai di seguito per quello che è successo, cioè il tuo diritto di nascita (premogenitura), a me». 32 Ed Esaù disse: «Ecco, io sto per morire, e in un altro mondo dove non avrò la vita; e che cosa sarà poi per me il diritto di nascita (premogenitura), o la parte del mondo, di cui tu parli?» 33 E Jakob disse: «Giurami oggi che così sarà». E giurò a lui, e vendette la primogenitura a Jakob. 34 E Jakob diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie. Ed egli mangiò e bevve, e si alzò e se ne andò. Ed Esaù disprezzò la primogenitura, e la parte del mondo che viene. [GERUSALEMME. 34 Ed egli si alzò e se ne andò. Ed Esaù disprezzò la primogenitura, e diffamò la parte del mondo che viene, e ha negò la risurrezione dei morti.]
Cap. XXVI. 1 E ci fu una grande carestia nel paese di Kenaan, oltre alla prima carestia che ci fu ai tempi di Abraham; e Izhak andò da Abimelek re dei Philistaei a Gerar. 2 E fu nel cuore di Izhak di scendere a Mizraim; ma il Signore gli apparve, e gli disse: «Non andare verso il basso a Mizraim; abita la terra come ti ho detto; 3 soggiorna nel paese, e la Mia Parola sarà il tuo aiuto, e Io ti benedirò; per dare alla fine ai tuoi figli tutti questi paesi, e renderò stabile il patto che Io ho pattuito con Abraham tuo padre. 4 E Io moltiplicherò i tuoi figli come le stelle del cielo e darò ai tuoi figli tutti questi paesi, e attraverso i tuoi figli tutte le nazioni della terra saranno benedette; 5 in considerazione del fatto che Abraham ubbidì alla Mia Parola, e mantenne fede alla Mia Parola, ai miei statuti, alle mie alleanze, e alle mie leggi». 6 E Izhak dimorò in Gherar. 7 E gli uomini del luogo lo consultarono riguardo a sua moglie; ed egli disse: «E' mia sorella». Così ragionò nel suo cuore, affinché il popolo del luogo non lo uccidesse per Rivekah, perché era di bellissimo aspetto. 8 E fu che quando erano aumentati suoi giorni del dimorare là, che Abimelek il re del Philistai guardando da una finestra, vide Izhak che stava divertendosi con Rivekah sua moglie. [GERUSALEMME. 8 E sembrava] 9 E Abimelek chiamò Izhak, e disse: «Allora lei è tua moglie; perché hai detto: - Lei è mia sorella?». E Izhak gli rispose: «Perché ho detto nel mio cuore, che io non sia ucciso per causa sua». 10 E Abimelek disse: «Perché hai fatto questo? Avrebbe potuto accadere che il re, che è la principale delle persone, si coricasse con tua moglie, e tu avresti portato la colpa su di noi». [GERUSALEMME. 10 E Abimelek disse: «Che è questo che tu hai fatto a noi? Potrebbe essere stato possibile che uno dei giovani uomini giacesse con tua moglie, e non ci sarebbe stata una grande colpa per noi».]
11 E Abimelek istruì tutte le persone; chiunque si avvicinasse per ferire l'uomo o sua moglie, sarebbe stato in verità messo a morte. 12 E Izhak seminò per ottenere giustizia in quella terra, e trovò in quell'anno il cento per uno, secondo la sua misura. E il Signore lo benedisse, 13 e l'uomo aumentò, e andò avanti sempre più fino a che non fu troppo grande. 14 E aveva greggi di pecore e mandrie di bestiame, e grandie coltivazioni; e il Philistaei lo invidiavano. 15 E tutti i pozzi che i servi di suo padre avevano scavati al tempo di Abraham suo padre, i Philistai li chiusero e li riempirono di terra.
16 E Abimelek disse a Izhak: «Vai via da noi; poiché tu sei molto più forte di noi nelle ricchezze». 17 E Izhak se ne andò di là e soggiornò nella valle di Gherar, e dimorò là. 18 E Izhak scavò di nuovo dei pozzi d'acqua, che i servi di suo padre avevano scavati al tempo di Abraham suo padre, e che i Philistai avevano chiuso dopo che Abraham era morto; e li chiamò con i nomi con cui li aveva chiamati il padre. 19 E i servi di Izhak scavando nel confine della valle, e vi trovarono un pozzo di acqua che scorre. 20 E i pastori di Gerar contesero con i pastori di Izhak, dicendo: «L'acqua è nostra». 21 E fu che secondo la volontà del Cielo si asciugò. Ma quando tornarono a Izhak, scorreva. E chiamò il nome del pozzo ( Esek Contesa), perché ( etheseku ) avevano litigato con lui a causa di esso. Ed essi scavarono un altro pozzo; e se lo contendevano anche questo; e fu essiccato, e non scorreva più. E chiamò il nome di esso ( Sitnah ) accusa. 22 E si tolse di là e scavò un altro pozzo, e per questo non ha conteso come in passato, e ha chiamato il suo nome ( Ravchatha ) Spaziosità; poiché egli disse: «Ora ha il Signore ci ha dato spazio per diffonderci in giro sulla terra». 23 E salì di là a Beersheba. 24 E il Signore gli apparve quella notte, e gli disse: «Io sono il Dio di Abraham tuo padre: non temere; perché la Mia Parola è per il tuo aiuto, e ti benedirò, e moltiplicherò i tuoi figli per amore della giustizia di Abramo, Mio servo». 25 E costruì un altare, e pregò nel Nome del Signore. E piantò lì la sua tenda, ed i servi di Izhak vi scavarono lì un pozzo. E quando Izhak si ritirò da Gerar i pozzi si prosciugarono, e gli alberi non fecero più alcun frutto; e ritennero che fosse perché lo avevano cacciato, che tutte queste cose erano accadute. 26 E Abimelek andò da lui a Gherar, e prese i suoi amici per andare con lui, anche Phikol il capo del suo esercito. 27 E Izhak disse loro: «Perché venite da me e perché io dovrei pregare per voi quando mi avete odiato e mi avete spinto via da voi?». 28 Ed essi risposero: «Vedendo, abbiamo capito, che la Parola del Signore è il tuo aiuto e la tua giustizia e a causa del fatto che tu sei stato da noi tutto andava bene; ma quando sei andato via dalla nostra terra i pozzi si sono prosciugati, ed i nostri alberi non hanno fatto alcun frutto; allora abbiamo detto: - induciamolo a tornare da noi. - Ed ora vi sia un giuramento stabilito tra di noi, e benevolenza fra noi e te, e noi entreremo in un patto con te, perché tu non ci faccia del male. 29 Giacché non siamo venuti presso di te per farti il male, e come abbiamo agito con te solo per il bene, e anzi ti abbiamo mandato via in pace; tu sei ora benedetto dal Signore». 30 ... [1]. 31 E si alzarono al mattino, ognuno con il fratello; ed egli tagliò (una parte) dalla briglia del suo asino, e diede una parte a loro per testimonianza. E Izhak pregò per loro, e si allargarono. E Izhak li accompagnava, ed essi andarono via da lui in pace.
32 E in quel giorno arrivarono i servi di Izhak e gli portarono la notizia del pozzo che avevano scavato e gli dissero: «Abbiamo trovato l'acqua», 33 e lo chiamò Sheba (il Giuramento); quindi il nome della città è Bersabea fino ad oggi.
34 Ed Esaù era figlio di quarant'anni; e prese per moglie Yehudith figlia di Beari l'Hittah, e la figlia di Elon Basemath dell'Hittah. 35 E si inchinarono in un culto straniero e si ribellarono nella loro cattiva condotta contro Izhak e contro Rivekah. [GERUSALEMME. 35 Ed erano refrattari, gonfi nello spirito con uno culto straniero, e non avrebbero ricevuto istruzioni ne da Izhak o Rivekah.]
Cap. XXVII. 1 E fu quando Izhak fu vecchio e gli occhi gli si erano scuriti dal vedere, - perché quando il suo padre lo legava aveva visto il Trono di Gloria, e da quel momento i suoi occhi avevano iniziato a scurirsi, - che chiamò Esaù suo fratello maggiore, il quattordicesimo (giorno) di Nisan, e disse a lui: «Figlio mio, ecco, questa notte si fanno le grandi lodi al Signore del mondo e i tesori di rugiada si aprono in essa». Ed egli disse: «Eccomi».
2 Ed egli disse: «Ecco, ora io sono vecchio; io non conosco il giorno della mia morte: 3 ma ora prendi le tue armi, la tua faretra e il tuo arco; e vai nel campo, e prendi per me della selvaggina, 4 e fammi un cibo come io amo, e portamelo, e io mangerò, poiché io voglio benedirti prima che io muoia».
5 E Rivekah udì dallo Spirito Santo come Izhak parlava con Esaù suo figlio. Ed Esaù andò al campo per prendere la selvaggina per portarla. 6 E Rivekah parlò a Jakob suo figlio, dicendo: «Ecco, questa notte quella delle alte lodi al Signore del mondo, ed i tesori della rugiada si aprono in essa; e ho sentito tuo padre parlare con Esaù, tuo fratello, dicendo: 7 «Portatami della selvaggina, e fammela come cibo, e ti benedirò, alla presenza del Signore prima di morire». 8 E ora figlio mio obbedisci a me in quello che io ti comando: 9 vai ora alla casa del gregge, e prendimi da lì due capretti grassi delle capre; uno per la Pasqua, e uno per l'oblazione della festa; e farò di loro cibo per tuo padre, come lui ama. 10 E tu portali a tuo padre, e lui mangerà, perché egli ti benedica prima della sua morte».
11 E perché Jakob aveva paura di peccare, temendo che il padre potesse maledirlo, disse: «Ecco, Esaù mio fratello è peloso, e io ho la pelle liscia. 12 Forse mio padre mi vorrà sentire, e sarò ai suoi occhi come chi lo deride, e porterà su di me una maledizione invece di una benedizione».
13 E lei disse: «Se con la benedizione egli ti benedirà, essa devrà essere su di te e sui tuoi figli; e se sarà con le maledizioni che dovesse maledirti, esse devranno essere su di me e sulla mia anima: quindi ricevi da me, e vai a prendere per me».
14 Ed egli andò e prese, e la portò a sua madre; e sua madre ne fece del cibo, come piaceva a suo padre. 15 E Rivekah prese le belle vesti di Esaù, suo figlio maggiore che in precedenza erano state di Adam; ma che quel giorno Esaù non aveva indossato, ma erano rimaste con lei nella casa, e (con quelle) vestì Jakob il figlio minore. 16 E con le pelli dei capretti lei coprì le sue mani e le legò sulle parti lisce della sua pelle. 17 E il cibo e il pane che aveva fatto li mise nelle mani di suo figlio Jakob.
18 Ed egli entrò da suo padre, e gli disse: «Padre mio». Ed egli rispose: «Eccomi»: chi sei tu, figlio mio?». 19 E Jakob disse a suo padre: «Io sono Esaù, il tuo primogenito: Ho fatto come tu mi chiedesti. Alzati ora, seiediti e mangia la mia selvaggina, perché la tua anima mi benedica». 20 E Izhak disse a suo figlio: «Per che cosa è che tu l'hai trovata così presto, figlio mio?». E lui disse: «Perché il Signore tuo Dio l'aveva preparata davanti a me». 21 E Izhak disse Jakob: «Avvicinati ora, a me, figlio mio che sentirò, se tu sei il mio figlio Esaù o no». 22 E Jakob si avvicinò a Izhak suo padre, che lo toccò e gli disse: «Questa voce è la voce di Jakob, tuttavia, la sensazione delle mani è come la sensazione di mani di Esaù». [GERUSALEMME. 22 La sensazione delle sue mani, la sensazione delle mani di Esaù.] 23 Ma non lo riconobbe, perché le sue mani erano pelose come le mani di Esaù suo fratello, e lo benedisse». 24 E disse: «Ma tu sei il mio figlio Esaù?». E egli disse: «Io lo sono». 25 Ed egli disse: «Avvicinati e io mangi della cacciagione di mio figlio, che la mia anima ti benedica». E lui gli si avvicinò ed egli mangiò; e non aveva il vino; ma un angelo lo preparò per lui, dal vino che era stato tenuto nelle Sue uve dai giorni dall'inizio del mondo; e lo diede in mano a Jakob, e Jakob lo portò a suo padre, e ne bevve. 26 E Izhak suo padre disse: «Avvicinati ora, e baciami, figlio mio». 27 E Jakob si avvicinò e lo baciò. E lui sentì l'odore dei suoi paramenti, e lo benedisse e disse: «Ecco, l'odore di mio figlio è come l'odore di incenso profumato che deve essere offerto sul monte della casa del santuario, che sarà chiamato un campo che il Signore ha benedetto, e che egli ha scelto, che in essa la sua Shekinah potrà abitare.
28 Pertanto, la Parola del Signore ti dia buona rugiada che scende dal cielo, e faccia sgorgare delle buone fontane, e faccia crescere l'erba della terra, e abbondanza di fornitura di vino. 29 Sia che i popoli ti siano soggetti, tutti i figli di Esaù, e i regni si inchinino davanti a te, tutti i figli di Chetura; un capo e un dominatore tu sei dei tuoi fratelli, e sia che i figli di tua madre ti salutino. Sia che coloro che maledicono te, figlio mio, sia maledetto come Bileam bar Beor; e coloro che ti benedicono siano benedetti come Mosheh il profeta, lo scriba di Israele». [GERUSALEMME. 29 «Che i popoli servano davanti a te, tutti i figli di Esaù: tutti i re siano soggetti a te, tutti i figli di Ishmael: sii un capo e un dominatore sopra i figli di Chetura: tutti i figli di Laban, fratello di tua madre devono venire davanti a te e salutarti. Chiunque chi ti maledirà, Jakob, figlio mio, sarà considerato maledetto come Bileam ben Beor; e chi benedice te sarà benedetto come Mosheh il profeta e scriba di Israele».]
30 E fu quando Izhak aveva finito di benedire Jakob, e Jakob si era allontanato solo circa due palmi da Izhak suo padre, che Esaù suo fratello giunse dalla sua caccia. 31 E la Parola del Signore gli aveva impedito di prendere carne di cervo pura; ma aveva trovato una cane, e lo uccise, e lui ne fece dei cibi, e li portò a suo padre, e disse al padre: «Alzati, padre mio, e mangia della mia cacciagione, affinché l'anima tua mi benedica».
32 E Izhak suo padre gli disse: «Chi sei tu?». Ed egli disse: «Io sono il tuo primogenito Esaù». 33 E Izhak fu preso da grande agitazione quando ha sentito la voce di Esaù, e l'odore del suo cibo rose nelle sue narici come l'odore della combustione di Gehennam; e lui disse: «Chi è colui che ha preso la selvaggina, ed è venuto da me, e io ho mangiato tutto, quello che me l'ha portata prima che tu venissi, e io l'ho benedetto, ed egli, anche, è benedetto?».
34 Quando Esaù sentì le parole di suo padre, gridò con un grido grandissimo e amaro, e disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio!». 35 Ed egli disse: «Tuo fratello è venuto con l'inganno e ha ricevuto da me la tua benedizione». 36 Ed egli disse: «Il suo nome è davvero Jakob; perché lui è stato sleale con me due volte: prese la mia primogenitura, ed ecco, ora egli ha ricevuto la mia benedizione!». Ed egli disse: «Non hai tu riservato una benedizione per me?». 37 E Izhak rispose e disse a Esaù: «Ecco, l'ho designato come dominatore su di te, e tutti i suoi fratelli li ho fatti essere suoi servi, e con l'approvvigionamento (di frumento) e il vino l'ho sostenuto: e ora vai, lasciami; che cosa posso fare per te, figlio mio?». 38 E Esaù rispose a suo padre: «Tu non hai che questa benedizione, padre mio? Benedici anche me, padre mio. Ed Esaù alzò la voce e pianse».
39 E Izhak rispose e disse a Esaù: «Ecco, tra i buoni frutti della terra sarà la tua dimora e con la rugiada del cielo dall'alto. 40 E sulla spada farai affidamento, entrando in ogni luogo: ma tu sarai arrendevole e credulone, e sarai sottomesso al tuo fratello; ma sarà che quando i figli diventeranno cattivi, e non osserveranno i comandamenti della legge, tu spezzerai il suo giogo di servitù dal tuo collo». [GERUSALEMME. 40 E dalle tue armi vivrai, e davanti a tuo fratello sarai soggetto. E sarà quando i figli di Jakob lavoreranno nella legge, e osservaranno i comandamenti, essi ti imporranno il giogo della soggezione sul tuo collo; ma quando i figli di Jakob si asterranno e non studieranno la legge, e non osserveranno i comandamenti, ecco, allora potrai rompere il loro giogo della sudditanza dal tuo collo.]
41 Ed Esaù mantennne l'odio nel suo cuore contro suo fratello Jakob, a causa della benedizione con cui suo padre lo aveva benedetto. Ed Esaù disse nel suo cuore: «Non voglio fare come fece Kain, che uccise Habel nella vita (tempo) di suo padre, per il quale il padre generò Sheth, ma aspetterò fino al momento in cui verranno i giorni di lutto per la morte di mio padre, e poi ucciderò Jakob mio fratello, e diventerò uccisore ed erede».
42 E le parole di Esaù, suo figlio maggiore, che pensava in cuor suo di uccidere Jakob, furono mostrate dallo Spirito Santo a Rivekah, e lei mandò a chiamare Jakob il figlio minore, e gli disse: «Ecco, Esaù, tuo fratello sta in agguato per te, e complotta contro di te per ucciderti. 43 E ora, figlio mio, ascoltami: - alzati, fuggi per la tua vita, e va da Laban mio fratello, ad Haran, 44 e dimora con lui qualche tempo, fino a quando l'ira di tuo fratello sia diminuita, 45 fino a quando la collera di tuo fratello si sarà calmata, e lui avrà dimenticato quello che hai fatto a lui; e allora io manderò a prenderti di là. Perché io dovrei essere privata di voi due in un solo giorno: tu per essere ucciso, e lui scacciato, come Hava è stata in lutto per Habel, il quale uccise Kain, ed entrambi sfurono rimossi dal davanti Adam e Hava tutti i giorni della vita di Adam ed Hava?». [GERUSALEMME. Fino al momento in cui l'amarezza del tuo fratello, sarà allontanato da te.]
46 E Rivekah disse Izhak: «Io sono afflitta nella mia vita a causa della umiliazione delle figlie di Heth. Se Jakob prendesse una moglie malvagia tra le figlie di Heth, come sono queste figlie del popolo del paese, che cosa sarà la vita per me?».
Cap. XXVIII. 1 E Izhak chiamò Jakob, e lo benedisse, e gli comandò, e gli disse: «Tu non prendere in moglie una delle figlie del Kenaanaei. 2 Alzati, và in Paddan di Aram, alla casa di Betuel padre di tua madre, e prenditi di là una moglie tra le figlie di Laban, fratello di tua madre. 3 Ed El Shadai ti benedirà con molti beni, e ti aumenterà e ti moltiplicherà in dodici tribù, e sarai degno dell'assemblea dei Figli del Sinedrio, il cui numero è settanta, in base al numero delle nazioni. 4 E vi darà la benedizione di Abraham per te e per i tuoi figli con te, e ti farà ereditare la terra della tua peregrinazione, che ha dato ad Abraham». 5 E Izhak mandò via Jakob, e se ne andò in Paddan Aram da Laban bar Bethuel, l'Armaita, il fratello di Rivekah madre di Jakob e di Esaù.
6 Ed Esaù considerando che Izhak aveva benedetto Jakob, e lo aveva mandato in Paddan Aram a prendere per lui di là una moglie, quando lo benedisse e gli comandò, dicendo: «Tu non devi prender moglie tra le figlie dei Kenaaniti»; 7 e che Jakob obbedì la parola di suo padre, ed alla parola di sua madre, e se n'era andato in Paddan Aram: 8 e (anche) Esaù ritenne che le figlie di Kenaan erano malvagie davanti a Izhak suo padre, 9 ed Esaù andò verso di Ishmael, e prese per moglie Mahalath, che è Besemath la figlia di Ishmael bar Abraham, sorella di Nebaiòt per la madre, oltre alle sue altre mogli.
NOTE:
[1] Versetto mancante