Apocrifi dell'Antico Testamento
Con apocrifi dell'Antico Testamento si designa una vasta letteratura dai contorni indefiniti: opere composte in luoghi diversi e in un ampio arco di tempo, compreso fra il IV sec. a.C. (Libro dei Vigilanti, Libro dell'Astronomia) e il IX sec. d.C. (Apocalisse di Daniele). Il criterio alla base della loro catalogazione e raccolta è che l'autore pseudepigrafico sia un personaggio dell'Antico Testamento o a esso equiparabile - come nel caso dei libri sibillini. Molti di questi libri risalgono all'ambiente ebraico-palestinese ed egiziano prima della fine dello stato ebraico e della distruzione del Tempio di Gerusalemme (70 d.C.) o nell'immediata vicinanza alla catastrofe. Parlare di apocrifi implica la considerazione di un canone: apocrifi sono libri esclusi dalla scelta di quelli "canonici" appunto, scelta che muta secondo l'ispirazione religiosa sulla quale esso si è formato. Il canone è motivato da un orientamento teologico, sul quale lo studioso non deve basarsi ma dal quale, al contempo, non può prescindere per comprendere gli influssi culturali e religiosi. Qui il contesto è quello della cultura ebraico-cristiana, quindi si considerano gli apocrifi ebraici di carattere religioso che non sono stati accolti in alcuno dei canoni tridentini. Ma è evidente che lo studioso, avendo per oggetto la storia e la cultura e volendo descrivere il pensiero ebraico nel suo sviluppo, deve usare tutti i testi disponibili, canonici e non canonici.
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Estratto da Enciclopedia Italiana (Treccani)
L'aggettivo apocrifo (dal gr. ἁπόκρυϕος) letteralmente "nascosto, segreto", nel linguaggio religioso ha preso una speciale connotazione, correlativa al concetto di canone (v.) della Sacra Scrittura, così del Vecchio come del Nuovo Testamento (v. bibbia).
Apocrifi sono detti gli scritti esclusi dal canone, sebbene o per l'argomento o per il presunto autore sembrassero avervi diritto. L'esclusione dal canone si fonda sulla negazione dell'ispirazione divina; l'apparente diritto ad esservi incluso può venire a un libro da due ragioni diverse, che possono trovarsi congiunte o separate. Talora ha per soggetto una materia identica o simile a quelle delle Scritture canoniche, e la tratta in modo analogo, come la Piccola Genesi o Libro dei Giubilei nel Vecchio Testamento, e gli Atti di Paolo nel Nuovo. Altra volta un oscuro autore, per meglio accreditare opinioni proprie, specie le sue previsioni sull'avvenire religioso del proprio popolo, o le fantasie che la sua immaginazione ricamò su un tratto di storia sacra, pone le predizioni o il racconto in bocca a un venerato personaggio dell'antichità o magari a uno scrittore biblico, il quale in tal caso presta al libro il nome. Per questo fra gli apocrifi si trovano frequenti gli pseudonimi o pseudepigrafi (ψευδεπίγραϕος "dal falso titolo" o "falsa intestazione"). Per indicare gli scritti, sull'accoglimento o la reiezione dei quali non v'era ancora al tempo loro unanimità di consensi, Clemente Alessandrino ed Eusebio usarono la parola Antilegomena (v.) cioè "discussi" (ἀντιλεγόμενα).
Essendo diversa l'ampiezza del canone dell'Antico Testamento presso i cattolici e i protestanti, ne viene pure una diversità nell'uso della voce "apocrifo". I protestanti escludono dal canone i libri (Tobia, Giuditta, Baruch, Ecclesiastico, Sapienza, I e II Maccabei, e parti di Daniele e di Ester) che non si trovano nel canone degli Ebrei e la cui ispirazione e conseguente canonicità fu nell'antichità cristiana (secoli III- V) discussa; mentre i cattolici, che li ammettono per ispirati, con termine relativamente moderno (dal sec. XVI) li chiamano deuterocanonici, quasi del "secondo canone".
Quei libri invece che gli uni e gli altri escludono dal novero delle Scritture dell'Antico Testamento, dai cattolici son detti apocrifi, dai protestanti pseudepigrafi.
Quanto alla storia del termine apocrifo, essa non è in tutto chiara. In particolare, non si sa con certezza se il punto di partenza dell'evoluzione sia da cercare nel giudaismo o nell'ellenismo; nell'uso rabbinico di eliminare i manoscritti mal copiati o guasti, o nell'esistenza di scritti esoterici (per quanto riguarda l'esistenza di scritti del genere nel giudaismo, essa è collegata con la questione intorno all'esistenza di una "gnosi" giudaica). Dopo le spiegazioni già fornite, è appena necessario aggiungere che nel corso di questo articolo, come del resto nelle moderne opere critiche, apocrifo ha esclusivamente il valore di "extracanonico".
Lo scopo degli autori fu molteplice. Gli apocrifi giudaici, i quali si occupano unicamente dell'Antico Testamento, hanno talvolta un carattere giuridico e cercano di dare credito a prescrizioni legali introdotte dai rabbini (halakhā), altre volte sono piuttosto racconti morali o abbellimenti creati dall'immaginazione intorno a fatti o personaggi biblici (haggadā), oppure apocalissi che fanno sperare come prossima la liberazione del popolo giudaico dal giogo degli oppressori. Per le accennate ragioni le autorità ecclesiastiche furono sempre avverse agli apocrifi e spesso ne proibirono severamente la lettura. Ciò fu in parte cagione della perdita di molti di questi scritti. Ne rimane però un grande numero e il loro studio non manca né d'interesse né di utilità. Gli apocrifi dell'Antico Testamento ci fanno conoscere le idee religiose e morali esistenti fra i giudei al tempo di Gesù Cristo e ci aiutano nell'intelligenza del Nuovo Testamento e dell'opera svolta dalla Chiesa primitiva.
Del resto parecchi di questi libri sono citati con onore da Padri e da scrittori ecclesiastici. Il libro di Enoch si trova nella Bibbia etiopica. Il III libro di Esdra si trova fra i libri canonici nella versione alessandrina, detta dei Settanta (v.), e in molti codici e vecchie edizioni della Vulgata (v.). Anzi la stessa edizione ufficiale, o clementina, della Vulgata, accolse in appendice, e in caratteri minori, il III e il IV libro di Esdra e la breve orazione di Manasse, ne prorsus interirent, come dice il preambolo.
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Elenco completo dei libri apocrifi dell'Antico Testamento
A
Apocalisse di Abramo Apocalisse di Adamo Apocalisse di Baruc o 2 Baruc Apocalisse di Daniele Apocalisse di Elia (copta) Apocalisse di Elia (ebraica) Apocalisse di Esdra Apocalisse di Mosè Apocalisse di Sedrach Apocalisse di Sofonia Apocalisse greca di Baruc o 3 Baruc Ascensione di Isaia B Quarto libro di Baruc Bel e il Drago D Domande di Esdra E Libro dei Giganti Libro di Enoch Secondo libro di Enoch Terzo libro di Enoch |
Esdra greco L Libri deuterocanonici Libri di Esdra Libro dei Giubilei Libro di Giuseppe e Aseneth Libro di Iannes e Iambres Libro di Noè M Libri dei Maccabei Quarto libro dei Maccabei Quinto libro dei Maccabei Terzo libro dei Maccabei Mastema O Odi (Bibbia) Odi di Salomone Oracoli sibillini P Preghiera di Azaria e Cantico dei tre giovani nella fornace |
Preghiera di Giuseppe Preghiera di Manasse S Salmi 152-155 Salmi di Salomone Salmo 151 Storia dei Recabiti Storia di Achikar Storia di Susanna T Testamento dei Dodici Patriarchi Testamento di Abramo Testamento di Adamo Testamento di Giacobbe Testamento di Giobbe Testamento di Isacco Testamento di Mosè Testamento di Salomone V Visione di Esdra Vita di Adamo ed Eva Vite dei profeti |
E' stata inoltre pubblicata nel 2006 una ricca e preziosa edizione Utet, in due volumi, curata da Paolo Sacchi, illustre biblista, considerato il padre dei nuovi studi giudaici italiani. Disponibile anche su ebook: http://www.utetlibri.it/ebooks/apocrifi-dell-antico-testamento/
Inoltre sui manoscritti di Qumran esiste una pubblicazione della UTET a cura di Luigi Moraldi. Disponibile anche su ebook: http://www.utetlibri.it/ebooks/i-manoscritti-di-qumran/
Inoltre sui manoscritti di Qumran esiste una pubblicazione della UTET a cura di Luigi Moraldi. Disponibile anche su ebook: http://www.utetlibri.it/ebooks/i-manoscritti-di-qumran/