ISSACHAR
ÌSSACAR [egli è un salario](ebraico יִשָּׂשכָר Yissāskhār, mutato dal "qerē perpetuo" in Yissākhār).
Nome di uno dei figli di Giacobbe, ossia Israele, e quindi della tribù che discende da lui. Nono figlio di Giacobbe, che egli ebbe da Lia come quinto dei sette figli di costei; il suo nome, secondo l'interpretazione data in Genesi 30, 18, significherebbe "colui che è acquistato a mercede" (ovvero, secondo il kethibh, "c'è una mercede"). Questo perché Lia considerava questo figlio un salario, una ricompensa del Signore perché lei, in un periodo in cui era sterile, aveva permesso a una schiava di avere figli da suo marito (Gen 29, 32; Gen 30, 14-21; 35, 23-26; 1Cr 2, 1). Infatti Ìssacar è concepito da Lia, in un giorno in cui Giacobbe avrebbe dovuto appartarsi con Rachele. Per cui Lia disse: "Dio mi ha dato il mio salario, perché ho dato la mia schiava a mio marito" (Gen 30, 14-18).
Di Ìssacar non si sa nulla, salvo dei quattro figli: Tola, Puva (Pua), Iob (Iasub) e Simron, (Gen 46, 13; 1Cr 7,1) appena menzionati all'epoca in cui Giacobbe scese in Egitto (Es 1, 1-3) e per gli avvenimenti a cui partecipò insieme agli altri “figli di Giacobbe” (Gen 34, 5-7. 13. 27; 37, 3-27; 42, 1-5; 45, 15)
Giacobbe sul suo letto di morte, profetizzando sui figli e benedicendoli, di Ìssacar disse: “Ìssacar è un asino robusto,
accovacciato tra un doppio recinto. Ha visto che il luogo di riposo era bello, che la terra era amena; ha piegato il dorso a portare la soma ed è stato ridotto ai lavori forzati (Gen 49, 14-15). Pronunciando questa benedizione indicò non solo quali erano le caratteristiche particolari di Ìssacar, ma anche gli accadimenti della vita dei suoi discendenti, e come avvenne per le benedizioni date ai suoi fratelli, per i quali predisse il comportamento e i caratteri tribali, così avvenne anche per i discendenti di Ìssacar (Gen 49, 1). Egli paragonando il figlio Ìssacar a “un asino robusto” voleva mettere in risalto una qualità che avrebbe caratterizzato anche la tribù che sarebbe discesa da lui. (Gen 49, 14-15) La loro terra era senz'altro “piacevole”, una fertile zona di Canaan, adatta all'agricoltura. E così sembra che Ìssacar abbia accettato volentieri la dura fatica che il lavoro agricolo richiedeva. Il suo "curvare il dorso a portare la soma" era indice di operosità. Perciò, sebbene la tribù non facesse nulla di eccezionale, poté essere lodata per avere accettato la sua parte di responsabilità.
Ìssacar fu il quinto dei dodici figli a ricevere la benedizione paterna.
Al momento del primo censimento fatto dopo l’esodo dall'Egitto, il numero degli uomini che potevano andare in guerra dai 20 anni in su appartenenti a questa tribù era di 54.400. (Nm 1, 17-19. 28. 29) Un simile censimento fatto dopo che gli israeliti si stabilirono a Sittìm e iniziarono a fornicare con le figlie di Moab aderendo al culto di Baal-Peor, dopo di che il Signore fece seguire il flagello che fece perire 24.000 persone dopodiché il Signore disse di fare il computo di quanti potevano andare in guerra dai 20 anni indicò e gli uomini registrati per la tribù di Ìssacar era salito a 64.300, (Nm 26, 23-25) mentre all'epoca di Davide i combattenti erano diventati 87.000 (1Cr 7, 5). E furono ben 200 i capi della tribù che andarono a Ebron quando Davide fu fatto “re su tutto Israele” (1Cr 12, 23-38).
Quando le tribù si accampavano nel deserto, le famiglie di Ìssacar, insieme a quelle della tribù consorella, Zabulon, si trovavano ai due lati di Giuda ad Est del tabernacolo (Nm 2, 3-8); mentre nell'ordine di marcia queste tre tribù dovevano stare in testa. (Nm 10, 14-16) Nelle benedizioni alle tribù, che Mosè diede prima di morire, raggruppò insieme Ìssacar e Zabulon (Dt 33, 18), ma alcuni anni dopo, quando le tribù si divisero in due gruppi per ascoltare la lettura delle benedizioni e delle maledizioni della Legge fra i monti Ebal e Garizim, Ìssacar e Zabulon erano separati (Dt 27, 11-13; Gs 8, 33-35).
La tribù di Ìssachar, appartenente al regno settentrionale ossia di Israele, era stanziata tra la Samaria a sud e la Galilea a nord, con limiti tuttavia non ben precisati (Gs 19, 17-23; cfr. Dt 33, 18-19).
Nella divisione della Terra Promessa, Ìssacar ebbe in sorte come parte preponderante la fertile valle di Izreèl.
Il territorio della tribù di Ìssacar confinava a Nord con quello delle tribù di Zabulon e Nèftali, a Est con il Giordano, a Sud con il territorio di Manasse e ad Ovest con una parte di quello di Aser. Lungo il confine con Zabulon sorgeva il monte Tabor, mentre vicino al confine Sud-Est si trovava la città di Bet-Sean e a Sud-Ovest quella di Meghiddo. Nel territorio si trovavano diverse città cananee con i loro insediamenti agricoli (Gs 17, 10; 19, 17-23).
Alcune città all'interno del territorio di Ìssacar, comprese le importanti città di Meghiddo e Bet-Sean, erano enclavi appartenenti alla vicina tribù di Manasse (Gs 17, 11). Inoltre diversi villaggi, insieme ai pascoli circostanti, erano stati assegnati alla tribù di Levi (Gs 21, 6. 28-29; 1Cr 6, 47. 57-58).
In quella fertile regione i membri di questa tribù condussero una vita agricola ordinariamente agiata (Gen 49, 14-15); perciò furono alieni da intensi moti politici, e non ebbero una parte importante nella storia della nazione. Secondo la benedizione che Mosè diede alle tribù prima di morire, la tribù di Ìssacar "gioiva nelle sue tende" (Dt 33, 18-19) in questa bellissima valle.
La tribù di Ìssacar fu la quarta nell'ordine del sorteggio per l'assegnazione dell'eredità. Fu tra le tribù che diedero il loro appoggio al giudice Barak per sconfiggere gli eserciti di Iabin comandati da Sisara. (Gdc 4, 2; 5, 15) In seguito Tola della tribù di Issacar fu giudice di Israele per 23 anni (Gdc 10, 1-2).
In seguito Ìssacar fece la sua parte (fornendo un dodicesimo del fabbisogno annuo) per sostenere la corte di Salomone (1Re 4, 1. 7. 1). Dopo la scissione del regno, dalla tribù di giuda alla morte di Salomone la tribù di Ìssacar, aderì al regno settentrionale ossia d'Israele.
Baasa di Ìssacar fu il terzo sovrano del regno settentrionale. Il malvagio Baasa assassinò il suo predecessore Nadab, figlio di Geroboamo, per conquistare il trono, che conservò per 24 anni. (1Re 15, 27-34) Circa due secoli più tardi Ezechia, re di Giuda, invitò gli abitanti del regno settentrionale a celebrare insieme la Pasqua, e molti della tribù di Ìssacar accettarono l’invito recandosi a Gerusalemme per la celebrazione (2Cr 30, 1-20).
Nella Aggadah, la tribù ebraica di Ìssacar nella società della religione ebraica presenta un legame fraterno spirituale e materiale molto significativo con quella di Zabulon: la prima si occupa dello studio della Torah e dei suoi precetti e statuti nell'interesse di entrambe come in quello di tutto il popolo d'Israele mentre la seconda provvede al sostentamento materiale di entrambe, era infatti abile soprattutto nei mercati derivanti dai commerci marittimi.
Le due caratteristiche, necessarie a ciascun individuo secondo modalità proprie, sono quindi unite nell'insieme di queste due tribù ebraiche.
Secondo l'esegesi ebraica la tribù di Ìssacar imponeva e gestiva i tributi.
Fra i personaggi di spicco della tribù di Ìssacar ci fu Igal, uno degli esploratori che consigliarono a Israele di non entrare nella Terra Promessa. (Nm 13, 1-16; 7, 31-33) Come principe della tribù, Netanèl presentò l'offerta per la dedicazione dell'altare dopo l’Esodo (Nm 1,4-8; 7, 18; 10, 15), Paltièl partecipò alla divisione dell'eredità dopo l’ingresso di Israele nella Terra Promessa (Nm 34, 17-29) e Omri fu condottiero per la sua tribù sotto il regno di Davide (1Cr 27, 16-22).
Ezechiele menziona Ìssacar nelle sue visioni simboliche del Santuario (Ez 48, 25-26. 33), mentre in Apocalisse Giovanni nella visione dei 144.000 segnati delle tribù di Israele vede la tribù di Ìssacar al nono posto (Ap 7, 4-8).
Nome di uno dei figli di Giacobbe, ossia Israele, e quindi della tribù che discende da lui. Nono figlio di Giacobbe, che egli ebbe da Lia come quinto dei sette figli di costei; il suo nome, secondo l'interpretazione data in Genesi 30, 18, significherebbe "colui che è acquistato a mercede" (ovvero, secondo il kethibh, "c'è una mercede"). Questo perché Lia considerava questo figlio un salario, una ricompensa del Signore perché lei, in un periodo in cui era sterile, aveva permesso a una schiava di avere figli da suo marito (Gen 29, 32; Gen 30, 14-21; 35, 23-26; 1Cr 2, 1). Infatti Ìssacar è concepito da Lia, in un giorno in cui Giacobbe avrebbe dovuto appartarsi con Rachele. Per cui Lia disse: "Dio mi ha dato il mio salario, perché ho dato la mia schiava a mio marito" (Gen 30, 14-18).
Di Ìssacar non si sa nulla, salvo dei quattro figli: Tola, Puva (Pua), Iob (Iasub) e Simron, (Gen 46, 13; 1Cr 7,1) appena menzionati all'epoca in cui Giacobbe scese in Egitto (Es 1, 1-3) e per gli avvenimenti a cui partecipò insieme agli altri “figli di Giacobbe” (Gen 34, 5-7. 13. 27; 37, 3-27; 42, 1-5; 45, 15)
Giacobbe sul suo letto di morte, profetizzando sui figli e benedicendoli, di Ìssacar disse: “Ìssacar è un asino robusto,
accovacciato tra un doppio recinto. Ha visto che il luogo di riposo era bello, che la terra era amena; ha piegato il dorso a portare la soma ed è stato ridotto ai lavori forzati (Gen 49, 14-15). Pronunciando questa benedizione indicò non solo quali erano le caratteristiche particolari di Ìssacar, ma anche gli accadimenti della vita dei suoi discendenti, e come avvenne per le benedizioni date ai suoi fratelli, per i quali predisse il comportamento e i caratteri tribali, così avvenne anche per i discendenti di Ìssacar (Gen 49, 1). Egli paragonando il figlio Ìssacar a “un asino robusto” voleva mettere in risalto una qualità che avrebbe caratterizzato anche la tribù che sarebbe discesa da lui. (Gen 49, 14-15) La loro terra era senz'altro “piacevole”, una fertile zona di Canaan, adatta all'agricoltura. E così sembra che Ìssacar abbia accettato volentieri la dura fatica che il lavoro agricolo richiedeva. Il suo "curvare il dorso a portare la soma" era indice di operosità. Perciò, sebbene la tribù non facesse nulla di eccezionale, poté essere lodata per avere accettato la sua parte di responsabilità.
Ìssacar fu il quinto dei dodici figli a ricevere la benedizione paterna.
Al momento del primo censimento fatto dopo l’esodo dall'Egitto, il numero degli uomini che potevano andare in guerra dai 20 anni in su appartenenti a questa tribù era di 54.400. (Nm 1, 17-19. 28. 29) Un simile censimento fatto dopo che gli israeliti si stabilirono a Sittìm e iniziarono a fornicare con le figlie di Moab aderendo al culto di Baal-Peor, dopo di che il Signore fece seguire il flagello che fece perire 24.000 persone dopodiché il Signore disse di fare il computo di quanti potevano andare in guerra dai 20 anni indicò e gli uomini registrati per la tribù di Ìssacar era salito a 64.300, (Nm 26, 23-25) mentre all'epoca di Davide i combattenti erano diventati 87.000 (1Cr 7, 5). E furono ben 200 i capi della tribù che andarono a Ebron quando Davide fu fatto “re su tutto Israele” (1Cr 12, 23-38).
Quando le tribù si accampavano nel deserto, le famiglie di Ìssacar, insieme a quelle della tribù consorella, Zabulon, si trovavano ai due lati di Giuda ad Est del tabernacolo (Nm 2, 3-8); mentre nell'ordine di marcia queste tre tribù dovevano stare in testa. (Nm 10, 14-16) Nelle benedizioni alle tribù, che Mosè diede prima di morire, raggruppò insieme Ìssacar e Zabulon (Dt 33, 18), ma alcuni anni dopo, quando le tribù si divisero in due gruppi per ascoltare la lettura delle benedizioni e delle maledizioni della Legge fra i monti Ebal e Garizim, Ìssacar e Zabulon erano separati (Dt 27, 11-13; Gs 8, 33-35).
La tribù di Ìssachar, appartenente al regno settentrionale ossia di Israele, era stanziata tra la Samaria a sud e la Galilea a nord, con limiti tuttavia non ben precisati (Gs 19, 17-23; cfr. Dt 33, 18-19).
Nella divisione della Terra Promessa, Ìssacar ebbe in sorte come parte preponderante la fertile valle di Izreèl.
Il territorio della tribù di Ìssacar confinava a Nord con quello delle tribù di Zabulon e Nèftali, a Est con il Giordano, a Sud con il territorio di Manasse e ad Ovest con una parte di quello di Aser. Lungo il confine con Zabulon sorgeva il monte Tabor, mentre vicino al confine Sud-Est si trovava la città di Bet-Sean e a Sud-Ovest quella di Meghiddo. Nel territorio si trovavano diverse città cananee con i loro insediamenti agricoli (Gs 17, 10; 19, 17-23).
Alcune città all'interno del territorio di Ìssacar, comprese le importanti città di Meghiddo e Bet-Sean, erano enclavi appartenenti alla vicina tribù di Manasse (Gs 17, 11). Inoltre diversi villaggi, insieme ai pascoli circostanti, erano stati assegnati alla tribù di Levi (Gs 21, 6. 28-29; 1Cr 6, 47. 57-58).
In quella fertile regione i membri di questa tribù condussero una vita agricola ordinariamente agiata (Gen 49, 14-15); perciò furono alieni da intensi moti politici, e non ebbero una parte importante nella storia della nazione. Secondo la benedizione che Mosè diede alle tribù prima di morire, la tribù di Ìssacar "gioiva nelle sue tende" (Dt 33, 18-19) in questa bellissima valle.
La tribù di Ìssacar fu la quarta nell'ordine del sorteggio per l'assegnazione dell'eredità. Fu tra le tribù che diedero il loro appoggio al giudice Barak per sconfiggere gli eserciti di Iabin comandati da Sisara. (Gdc 4, 2; 5, 15) In seguito Tola della tribù di Issacar fu giudice di Israele per 23 anni (Gdc 10, 1-2).
In seguito Ìssacar fece la sua parte (fornendo un dodicesimo del fabbisogno annuo) per sostenere la corte di Salomone (1Re 4, 1. 7. 1). Dopo la scissione del regno, dalla tribù di giuda alla morte di Salomone la tribù di Ìssacar, aderì al regno settentrionale ossia d'Israele.
Baasa di Ìssacar fu il terzo sovrano del regno settentrionale. Il malvagio Baasa assassinò il suo predecessore Nadab, figlio di Geroboamo, per conquistare il trono, che conservò per 24 anni. (1Re 15, 27-34) Circa due secoli più tardi Ezechia, re di Giuda, invitò gli abitanti del regno settentrionale a celebrare insieme la Pasqua, e molti della tribù di Ìssacar accettarono l’invito recandosi a Gerusalemme per la celebrazione (2Cr 30, 1-20).
Nella Aggadah, la tribù ebraica di Ìssacar nella società della religione ebraica presenta un legame fraterno spirituale e materiale molto significativo con quella di Zabulon: la prima si occupa dello studio della Torah e dei suoi precetti e statuti nell'interesse di entrambe come in quello di tutto il popolo d'Israele mentre la seconda provvede al sostentamento materiale di entrambe, era infatti abile soprattutto nei mercati derivanti dai commerci marittimi.
Le due caratteristiche, necessarie a ciascun individuo secondo modalità proprie, sono quindi unite nell'insieme di queste due tribù ebraiche.
Secondo l'esegesi ebraica la tribù di Ìssacar imponeva e gestiva i tributi.
Fra i personaggi di spicco della tribù di Ìssacar ci fu Igal, uno degli esploratori che consigliarono a Israele di non entrare nella Terra Promessa. (Nm 13, 1-16; 7, 31-33) Come principe della tribù, Netanèl presentò l'offerta per la dedicazione dell'altare dopo l’Esodo (Nm 1,4-8; 7, 18; 10, 15), Paltièl partecipò alla divisione dell'eredità dopo l’ingresso di Israele nella Terra Promessa (Nm 34, 17-29) e Omri fu condottiero per la sua tribù sotto il regno di Davide (1Cr 27, 16-22).
Ezechiele menziona Ìssacar nelle sue visioni simboliche del Santuario (Ez 48, 25-26. 33), mentre in Apocalisse Giovanni nella visione dei 144.000 segnati delle tribù di Israele vede la tribù di Ìssacar al nono posto (Ap 7, 4-8).
Riferimenti tratti da:
- Concordanza pastorale della Bibbia
- Wikipedia
- Sito Treccani: Enciclopedia Italiana
- Alcuni riferimenti per l'impostazione dal sito biblioteca on line Watchtower
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