Sommario:
Gli scritti apocrifi del Nuovo e Antico Testamento
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Libri Deuterocanonici
Tratto dal sito: Cristiani Cattolici
Deuterocanonico significa approvato in un secondo momento (secondo canone, successivo), dopo opportuni approfondimenti e analisi sui testi Sacri interrogando autorevoli padri della Chiesa, i vescovi sotto la guida dello Spirito Santo approvarono la lista (canone) dei Libri Sacri, da includere nella Bibbia cristiana. I 7 libri deuterocanonici del Vecchio Testamento sono 1 e 2 Maccabei, Giuditta, Sapienza, Tobia, Baruc, Siracide.
Apocrifo invece significa libro scritto da un falso autore, ce ne furono parecchi, come il vangelo di Pietro, il vangelo di Maria, di Tommaso, e tanti altri che la Chiesa scartò dopo averli analizzati confrontati con i veri Libri ispirati, scritti da autori certi, come Matteo, Marco e gli altri di sicura e provata fonte cristiana.
Anche 7 lettere del Nuovo Testamento sono deuterocanoniche, ma solo in pochi lo sanno, moltissimi protestanti poi lo ignorano totalmente, ma a loro la verità non interessa, in fondo, sono interessati solo ad accusare la Chiesa cattolica a prescindere.
L’opinione negativa di molti Padri della Chiesa sul canone del Vecchio Testamento non deve poi turbare più di tanto: dubbi furono infatti avanzati da non pochi autorevoli cristiani dei primi secoli anche sul canone del Nuovo Testamento. L’attuale canone del Nuovo Testamento fu infatti accettato in Occidente solo nel IV secolo, come testimoniano gli scritti di Atanasio, Ambrogio, Agostino e Girolamo e come confermano i sinodi di Ippona (393) e di Cartagine (397-419). Basti a tal proposito pensare che Origene (185-253) sollevò non poche perplessità sulla canonicità della seconda lettera di Pietro e sulla seconda e terza epistola di Giovanni, mentre Eusebio di Cesarea (265-339) riferì dei non pochi dubbi sulla canonicità della seconda lettera di Pietro, della seconda e terza epistola di Giovanni, della lettera di Giuda e dell’Apocalisse.
Il frammento muratoriano (II secolo) omette poi la lettera agli Ebrei, l’epistola di Giacomo e la seconda lettera di Pietro, mentre nella Vulgata Siriaca (V secolo) mancano l’Apocalisse, la lettera di Giuda, la seconda lettera di Pietro e la seconda e terza lettera di Giovanni.
Anche la diceria che i libri deuterocanonici non vengano mai (ma in effetti Paolo ne cita alcuni nelle sue lettere) citati nel Nuovo Testamento non sembra decisiva: il Nuovo Testamento non cita mai neppure Esdra, Neemia, Ester, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste. (eppure non per questo li consideriamo apocrifi).
La Riforma protestante rigettò i libri deuterocanonici perché conservati solo nella Versione greca dei Settanta, perché non accettati dagli ebrei e perché favorevoli ad alcuni insegnamenti cattolici (opere buone, elemosine, digiuno, preghiera per i defunti, …), non compatibili con il dogma protestante della "salvezza per sola fede". La Bibbia tedesca di Lutero (1522), pur riconoscendone l’utilità ed il carattere edificante, li pose in appendice. Anche la prima versione della Bibbia di Re Giacomo (1611) inserì i libri deuterocanonici in appendice, salvo poi stralciarli definitivamente dopo la confessione di fede di Westminster (1647). Nella dichiarazione di fede della Rochelle (1559) gli ugonotti francesi dichiararono che tali libri "benché utili, non possono essere usati per fondare alcun articolo di fede", incoraggiando così la progressiva espulsione dei libri deuterocanonici dalle bibbie protestanti francesi. Nel 1826, su pressione dei presbiteriani e dei calvinisti, anche la Società Biblica Britannica e Forestiera cessò di stampare bibbie contenenti i libri deuterocanonici, favorendo inevitabili critiche, sospetti, rifiuti e condanne da parte della chiesa cattolica. Qualunque cosa si possa pensare delle scelte operate in passato dai fratelli evangelici, occorre ricordare che tra i manoscritti di Qumràn (1947) sono stati ritrovati numerosi e consistenti frammenti deuterocanonici in lingua ebraica ed aramaica, cosicché oggi molti cattolici (e non pochi acattolici) pensano che tali libri siano nati ebraici e siano stati tradotti in greco solo in un secondo momento.
Va inoltre detto che gli ebrei, farisei e giudei seduti sulla cattedra di Mosè, (ma in un tempo ormai lontano dal momento in cui le chiavi della comprensione erano state consegnate a Pietro), nella famosa riunione di Jamnia (90 dopo Cristo), oltre ai libri deuterocanonici, rigettarono in blocco tutta la Bibbia dei Settanta (che fino ai tempi di Gesù avevano peraltro mostrato di gradire) e tutti i libri del Nuovo Testamento (considerati minim cioè eretici). Alcune profezie relative a Gesù Cristo risultavano infatti molto più chiare leggendo il testo greco e la Chiesa cattolica faceva costante riferimento alla Versione dei Settanta, viste anche le reali difficoltà di leggere e tradurre la Bibbia ebraica ed il Targum aramaico.
L’opinione negativa di molti Padri della Chiesa sul canone del Vecchio Testamento non deve poi turbare più di tanto: dubbi furono infatti avanzati da non pochi autorevoli cristiani dei primi secoli anche sul canone del Nuovo Testamento. L’attuale canone del Nuovo Testamento fu infatti accettato in Occidente solo nel IV secolo, come testimoniano gli scritti di Atanasio, Ambrogio, Agostino e Girolamo e come confermano i sinodi di Ippona (393) e di Cartagine (397-419). Basti a tal proposito pensare che Origene (185-253) sollevò non poche perplessità sulla canonicità della seconda lettera di Pietro e sulla seconda e terza epistola di Giovanni, mentre Eusebio di Cesarea (265-339) riferì dei non pochi dubbi sulla canonicità della seconda lettera di Pietro, della seconda e terza epistola di Giovanni, della lettera di Giuda e dell’Apocalisse.
Il frammento muratoriano (II secolo) omette poi la lettera agli Ebrei, l’epistola di Giacomo e la seconda lettera di Pietro, mentre nella Vulgata Siriaca (V secolo) mancano l’Apocalisse, la lettera di Giuda, la seconda lettera di Pietro e la seconda e terza lettera di Giovanni.
Anche la diceria che i libri deuterocanonici non vengano mai (ma in effetti Paolo ne cita alcuni nelle sue lettere) citati nel Nuovo Testamento non sembra decisiva: il Nuovo Testamento non cita mai neppure Esdra, Neemia, Ester, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste. (eppure non per questo li consideriamo apocrifi).
Inoltre esistono punti del Nuovo Testamento che, pur non citando i libri deuterocanonici, sembrano fare a questi diretta allusione. Si confrontino a tal proposito:
Romani 1, 18-32 con Sapienza 12-14 (a proposito dell'immoralità dei pagani);
Ebrei 1,3 con Sapienza 7,25 (a proposito del Figlio, immagine del Padre);
Ebrei 11,35-38 con 2 Maccabei 6,18-7,41 (a proposito delle torture subite per fede);
Apocalisse 21,18-21 con Tobia 13,16-17 (a proposito della Nuova Gerusalemme).
Ebrei 11,35 ("Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione.")
cita 2° Maccabei 7,28-29 ("Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano. Non temere questo carnefice ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia")
Romani 1, 19-20 (poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità;")
cita Sapienza 13,1.9 (Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio.
e dai beni visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l’artefice, pur considerandone le opere." "perché se tanto poterono sapere da scrutare l’universo, come mai non ne hanno trovato più presto il padrone")
Giacomo 3,8 ("ma la lingua nessun uomo la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale.") cita Siracide 37,18 ("bene e male, vita e morte, ma su tutto domina sempre la lingua.")
Giacomo 1,19 ("Lo sapete, fratelli miei carissimi: sia ognuno pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira.") cita Siracide 5,11 ("Sii pronto nell’ascoltare, lento nel proferire una risposta")
Girolamo, dal momento che non vi era ancora un pronunciamento vincolante per il canone definitivo, poteva anche permettersi di avere una sua opinione personale, non condivisa dalla Chiesa, la quale si basava sulla Vetus latina fino alla traduzione della Vulgata. Nella Vetus latina c'erano i deuterocanonici che confluirono nella Vulgata, poi sembra strano come san Girolamo abbia "perso tempo" a tradurre 7 libri che riteneva non ispirati, per includerli nella Vulgata.
In ultima analisi, Gesù e gli apostoli si servivano della Bibbia dei Settanta e in quella Bibbia c'erano i deuterocanonici. Questo è un fatto innegabile.
Ma esistono numerose altre citazioni dei deuterocanonici, sconosciute ai più, sia cattolici che protestanti, eccole elencate qui di seguito:
2Tim. 4,8 - la descrizione di Paolo di una corona di giustizia è simile a quella di Sapienza 5,16.
Eb. 4,12 - la descrizione di Paolo della parola di Dio come una spada affilata e' simile a quella di Sapienza 18,15
Eb. 11,5 - del rapimento di Enoch a Dio e' presente anche in Sapienza 4,10 e Siracide 44,16 (Vedi anche 2Re 2,1-13 e Siracide 48,9 riguardanti Elia). S. Paolo quando parla del rapimento di Enoch
Sembra proprio citare il Siracide 44,16, versetto molto più chiaro ed esplicito rispeto a Genesi 5,24.
Eb 12,12 - l'espressione "mani cadenti e ginocchia infiacchite" deriva da Siracide 25,23
Gc 1,19 - "tieniti pronto ad ascoltare, lento a parlare", e' una citazione di Siracide 5,11
Gc 2,23 - "gli fu accreditato a giustizia" cita 1 Maccabei 2,52 "gli fu accreditato a giustizia".
Gc 5,6 - la condanna e' uccisione del giusto, Figlio di Dio, su profetizzata in Sapienza 2,10-20
Mt 2,16 - il decreto di Erode di uccidere i bambini innocenti fu profetizzato in Sapienza 11,7
"in punizione di un decreto infanticida".
Mt 6,19-20 ; Giac 5,3 - la dichiarazione di Gesù e Giacomo in merito dei tesori divini piu' preziosi di quelli terreni cita Siracide 29,10-11
Mt 7,12 - la regola d'oro di Gesù "fa agli altri cio' che vuoi sia fatto a te" e' la citazione inversa di Tobia 4,15 "Non fare a nessuno ciò che non vuoi sia fatto a te".
Mt 7,16,20 - l'affermazione di Gesù "dai loro frutti li riconoscerete", cita Siracide 27,6 "Il frutto dimostra come è coltivato l'albero".
Mt 9,36 - le persone erano "come pecore senza pastore", e' la stessa di Giuditta 11,19 "come pecore senza pastore".
Mt 12,42 - Gesù si riferisce alla "Sapienza di Salomone" cioè il libro della Sapienza, che e' stata scritta e fa parte dei libri Deuterocanonici.
Mt 16,18 - Gesù parla delle "Porte degli Inferi", espressione presente in Sapienza 16,13
Mt 22,25; Mc 12,20; Lc 20,29 - gli scrittori del Vangelo si riferiscono alla canonicita' di Tobia 3,8 e 7,11 riguardo i sette fratelli.
Mt 24:15 - l'abominio di desolazione presente nel "luogo santo" e' presente anche 2 Maccabei 8,17
Mt 24:16 - l'espressione "fuggano ai monti" e' ripresa in 1 Maccabei 2:28
Mt 27:43 "Se e' Figlio di Dio, lo liberi dai suoi avversari" e' una profezia di Sapienza 2,18
Mc 9:48 - la descrizione dell'inferno dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue e' una citazione di Giuditta 16:17
Lc 1:42 - la dichiarazione di Elisabetta della benedizione di Maria tra le donne e' una citazione della dichiarazione di Uzziah (Ozia) in Giuditta 13,18
Lc 1:52 - il Magnificat di Maria di far al Signore "abbattere il trono dei potenti e innalzare gli umili" e' una citazione di Siracide 10,14.
Lc 2:29 - la dichiarazione di Simeone che sarebbe stato pronto per morire dopo aver visto il bambino Gesù e' una citazione di Tobia 11,9
Lc 24,4; At1,10 - la descrizione di Luca di due uomini in vestiti meravigliosi ricorda 2 Maccabei 3,26
Gv 1,3 - "tutto e' stato creato per mezzo della sua Parola", e' una citazione di Sapienza 9,1
Gv 6,39-59 - il discorso Eucaristico di Gesù e' prefigurato in Siracide 24,19-21.
At 10,34; Rm. 2,11; Gal. 2,6 - la dichiarazione di Pietro e Paolo che "presso Dio non c'e parzialità'" è una citazione di Siracide 35,12
At 17,29 - la descrizione dei falsi dei fatti di oro o argento e opera delle mani d'uomo e' una citazione di Sapienza 13,10
Rm 1,18-25 - l'insegnamento di Paolo sulla conoscenza del Creatore e l'ignoranza e peccato di idolatria e' una citazione di Sapienza 13,1-10
Rm 1,20 - in particolare, l'esistenza di Dio è evidente nella natura, una citazione di Sapienza 13,1
Rm 9,21 - la metafora del vasaio che con l'argilla forma due tipi di vasi e' ripresa da Sapienza 15,7
1 Cor 2,16 - la domanda di Paolo "chi ha conosciuto la mente del Signore?" si riferisce a Sapienza 9,13
1Cor. 8,5-6 - Paolo riconoscendo molti dei, ma un solo Signore cita Sapienza. 13,3
1 Cor. 10,1 - la descrizione di Paolo dei nostri padri sotto la nuvola che passa attraverso il mare si riferisce Sapienza 19,7
1 Cor. 10,20 - il sacrificio dei pagani che offrono ai demoni e non a Dio e' un riferimento a Baruch 4,7
1 Cor. 15,29 - se non ci fosse la resurrezione, sarebbe sciocco farsi battezzare per conto degli altri, in riferimento a 2 Maccabei 12,43-45
Ef. 6,13-17; 1Ts 5,8 - l'intera discussione di armatura, elmo, corazza, spada, scudo e' una citazione di Sapienza 5,17-20.
1 Tm 2,14 - la donna come causa del peccato e' ripreso da Siracide 25,24
1 Pietro 1,6-7 - l'insegnamento di Pietro del giusto provato come oro nel fuoco e' scritto in Siracide 2,5
Ap 1,4 - i sette spiriti che stanno davanti al trono di Dio é ripreso da Tobia 12,15. Raffaele é uno dei sette angeli che stanno alla presenza del Signore.
Ap 1,18 - il potere sulla vita e sulla morte sugli Inferi é citato da Sapienza 16,13
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Tratto dal sito: Cristiani Cattolici
Deuterocanonico significa approvato in un secondo momento (secondo canone, successivo), dopo opportuni approfondimenti e analisi sui testi Sacri interrogando autorevoli padri della Chiesa, i vescovi sotto la guida dello Spirito Santo approvarono la lista (canone) dei Libri Sacri, da includere nella Bibbia cristiana. I 7 libri deuterocanonici del Vecchio Testamento sono 1 e 2 Maccabei, Giuditta, Sapienza, Tobia, Baruc, Siracide.
Apocrifo invece significa libro scritto da un falso autore, ce ne furono parecchi, come il vangelo di Pietro, il vangelo di Maria, di Tommaso, e tanti altri che la Chiesa scartò dopo averli analizzati confrontati con i veri Libri ispirati, scritti da autori certi, come Matteo, Marco e gli altri di sicura e provata fonte cristiana.
Anche 7 lettere del Nuovo Testamento sono deuterocanoniche, ma solo in pochi lo sanno, moltissimi protestanti poi lo ignorano totalmente, ma a loro la verità non interessa, in fondo, sono interessati solo ad accusare la Chiesa cattolica a prescindere.
L’opinione negativa di molti Padri della Chiesa sul canone del Vecchio Testamento non deve poi turbare più di tanto: dubbi furono infatti avanzati da non pochi autorevoli cristiani dei primi secoli anche sul canone del Nuovo Testamento. L’attuale canone del Nuovo Testamento fu infatti accettato in Occidente solo nel IV secolo, come testimoniano gli scritti di Atanasio, Ambrogio, Agostino e Girolamo e come confermano i sinodi di Ippona (393) e di Cartagine (397-419). Basti a tal proposito pensare che Origene (185-253) sollevò non poche perplessità sulla canonicità della seconda lettera di Pietro e sulla seconda e terza epistola di Giovanni, mentre Eusebio di Cesarea (265-339) riferì dei non pochi dubbi sulla canonicità della seconda lettera di Pietro, della seconda e terza epistola di Giovanni, della lettera di Giuda e dell’Apocalisse.
Il frammento muratoriano (II secolo) omette poi la lettera agli Ebrei, l’epistola di Giacomo e la seconda lettera di Pietro, mentre nella Vulgata Siriaca (V secolo) mancano l’Apocalisse, la lettera di Giuda, la seconda lettera di Pietro e la seconda e terza lettera di Giovanni.
Anche la diceria che i libri deuterocanonici non vengano mai (ma in effetti Paolo ne cita alcuni nelle sue lettere) citati nel Nuovo Testamento non sembra decisiva: il Nuovo Testamento non cita mai neppure Esdra, Neemia, Ester, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste. (eppure non per questo li consideriamo apocrifi).
La Riforma protestante rigettò i libri deuterocanonici perché conservati solo nella Versione greca dei Settanta, perché non accettati dagli ebrei e perché favorevoli ad alcuni insegnamenti cattolici (opere buone, elemosine, digiuno, preghiera per i defunti, …), non compatibili con il dogma protestante della "salvezza per sola fede". La Bibbia tedesca di Lutero (1522), pur riconoscendone l’utilità ed il carattere edificante, li pose in appendice. Anche la prima versione della Bibbia di Re Giacomo (1611) inserì i libri deuterocanonici in appendice, salvo poi stralciarli definitivamente dopo la confessione di fede di Westminster (1647). Nella dichiarazione di fede della Rochelle (1559) gli ugonotti francesi dichiararono che tali libri "benché utili, non possono essere usati per fondare alcun articolo di fede", incoraggiando così la progressiva espulsione dei libri deuterocanonici dalle bibbie protestanti francesi. Nel 1826, su pressione dei presbiteriani e dei calvinisti, anche la Società Biblica Britannica e Forestiera cessò di stampare bibbie contenenti i libri deuterocanonici, favorendo inevitabili critiche, sospetti, rifiuti e condanne da parte della chiesa cattolica. Qualunque cosa si possa pensare delle scelte operate in passato dai fratelli evangelici, occorre ricordare che tra i manoscritti di Qumràn (1947) sono stati ritrovati numerosi e consistenti frammenti deuterocanonici in lingua ebraica ed aramaica, cosicché oggi molti cattolici (e non pochi acattolici) pensano che tali libri siano nati ebraici e siano stati tradotti in greco solo in un secondo momento.
Va inoltre detto che gli ebrei, farisei e giudei seduti sulla cattedra di Mosè, (ma in un tempo ormai lontano dal momento in cui le chiavi della comprensione erano state consegnate a Pietro), nella famosa riunione di Jamnia (90 dopo Cristo), oltre ai libri deuterocanonici, rigettarono in blocco tutta la Bibbia dei Settanta (che fino ai tempi di Gesù avevano peraltro mostrato di gradire) e tutti i libri del Nuovo Testamento (considerati minim cioè eretici). Alcune profezie relative a Gesù Cristo risultavano infatti molto più chiare leggendo il testo greco e la Chiesa cattolica faceva costante riferimento alla Versione dei Settanta, viste anche le reali difficoltà di leggere e tradurre la Bibbia ebraica ed il Targum aramaico.
L’opinione negativa di molti Padri della Chiesa sul canone del Vecchio Testamento non deve poi turbare più di tanto: dubbi furono infatti avanzati da non pochi autorevoli cristiani dei primi secoli anche sul canone del Nuovo Testamento. L’attuale canone del Nuovo Testamento fu infatti accettato in Occidente solo nel IV secolo, come testimoniano gli scritti di Atanasio, Ambrogio, Agostino e Girolamo e come confermano i sinodi di Ippona (393) e di Cartagine (397-419). Basti a tal proposito pensare che Origene (185-253) sollevò non poche perplessità sulla canonicità della seconda lettera di Pietro e sulla seconda e terza epistola di Giovanni, mentre Eusebio di Cesarea (265-339) riferì dei non pochi dubbi sulla canonicità della seconda lettera di Pietro, della seconda e terza epistola di Giovanni, della lettera di Giuda e dell’Apocalisse.
Il frammento muratoriano (II secolo) omette poi la lettera agli Ebrei, l’epistola di Giacomo e la seconda lettera di Pietro, mentre nella Vulgata Siriaca (V secolo) mancano l’Apocalisse, la lettera di Giuda, la seconda lettera di Pietro e la seconda e terza lettera di Giovanni.
Anche la diceria che i libri deuterocanonici non vengano mai (ma in effetti Paolo ne cita alcuni nelle sue lettere) citati nel Nuovo Testamento non sembra decisiva: il Nuovo Testamento non cita mai neppure Esdra, Neemia, Ester, Cantico dei Cantici ed Ecclesiaste. (eppure non per questo li consideriamo apocrifi).
Inoltre esistono punti del Nuovo Testamento che, pur non citando i libri deuterocanonici, sembrano fare a questi diretta allusione. Si confrontino a tal proposito:
Romani 1, 18-32 con Sapienza 12-14 (a proposito dell'immoralità dei pagani);
Ebrei 1,3 con Sapienza 7,25 (a proposito del Figlio, immagine del Padre);
Ebrei 11,35-38 con 2 Maccabei 6,18-7,41 (a proposito delle torture subite per fede);
Apocalisse 21,18-21 con Tobia 13,16-17 (a proposito della Nuova Gerusalemme).
Ebrei 11,35 ("Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione.")
cita 2° Maccabei 7,28-29 ("Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano. Non temere questo carnefice ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia")
Romani 1, 19-20 (poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità;")
cita Sapienza 13,1.9 (Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio.
e dai beni visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l’artefice, pur considerandone le opere." "perché se tanto poterono sapere da scrutare l’universo, come mai non ne hanno trovato più presto il padrone")
Giacomo 3,8 ("ma la lingua nessun uomo la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale.") cita Siracide 37,18 ("bene e male, vita e morte, ma su tutto domina sempre la lingua.")
Giacomo 1,19 ("Lo sapete, fratelli miei carissimi: sia ognuno pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira.") cita Siracide 5,11 ("Sii pronto nell’ascoltare, lento nel proferire una risposta")
Girolamo, dal momento che non vi era ancora un pronunciamento vincolante per il canone definitivo, poteva anche permettersi di avere una sua opinione personale, non condivisa dalla Chiesa, la quale si basava sulla Vetus latina fino alla traduzione della Vulgata. Nella Vetus latina c'erano i deuterocanonici che confluirono nella Vulgata, poi sembra strano come san Girolamo abbia "perso tempo" a tradurre 7 libri che riteneva non ispirati, per includerli nella Vulgata.
In ultima analisi, Gesù e gli apostoli si servivano della Bibbia dei Settanta e in quella Bibbia c'erano i deuterocanonici. Questo è un fatto innegabile.
Ma esistono numerose altre citazioni dei deuterocanonici, sconosciute ai più, sia cattolici che protestanti, eccole elencate qui di seguito:
2Tim. 4,8 - la descrizione di Paolo di una corona di giustizia è simile a quella di Sapienza 5,16.
Eb. 4,12 - la descrizione di Paolo della parola di Dio come una spada affilata e' simile a quella di Sapienza 18,15
Eb. 11,5 - del rapimento di Enoch a Dio e' presente anche in Sapienza 4,10 e Siracide 44,16 (Vedi anche 2Re 2,1-13 e Siracide 48,9 riguardanti Elia). S. Paolo quando parla del rapimento di Enoch
Sembra proprio citare il Siracide 44,16, versetto molto più chiaro ed esplicito rispeto a Genesi 5,24.
Eb 12,12 - l'espressione "mani cadenti e ginocchia infiacchite" deriva da Siracide 25,23
Gc 1,19 - "tieniti pronto ad ascoltare, lento a parlare", e' una citazione di Siracide 5,11
Gc 2,23 - "gli fu accreditato a giustizia" cita 1 Maccabei 2,52 "gli fu accreditato a giustizia".
Gc 5,6 - la condanna e' uccisione del giusto, Figlio di Dio, su profetizzata in Sapienza 2,10-20
Mt 2,16 - il decreto di Erode di uccidere i bambini innocenti fu profetizzato in Sapienza 11,7
"in punizione di un decreto infanticida".
Mt 6,19-20 ; Giac 5,3 - la dichiarazione di Gesù e Giacomo in merito dei tesori divini piu' preziosi di quelli terreni cita Siracide 29,10-11
Mt 7,12 - la regola d'oro di Gesù "fa agli altri cio' che vuoi sia fatto a te" e' la citazione inversa di Tobia 4,15 "Non fare a nessuno ciò che non vuoi sia fatto a te".
Mt 7,16,20 - l'affermazione di Gesù "dai loro frutti li riconoscerete", cita Siracide 27,6 "Il frutto dimostra come è coltivato l'albero".
Mt 9,36 - le persone erano "come pecore senza pastore", e' la stessa di Giuditta 11,19 "come pecore senza pastore".
Mt 12,42 - Gesù si riferisce alla "Sapienza di Salomone" cioè il libro della Sapienza, che e' stata scritta e fa parte dei libri Deuterocanonici.
Mt 16,18 - Gesù parla delle "Porte degli Inferi", espressione presente in Sapienza 16,13
Mt 22,25; Mc 12,20; Lc 20,29 - gli scrittori del Vangelo si riferiscono alla canonicita' di Tobia 3,8 e 7,11 riguardo i sette fratelli.
Mt 24:15 - l'abominio di desolazione presente nel "luogo santo" e' presente anche 2 Maccabei 8,17
Mt 24:16 - l'espressione "fuggano ai monti" e' ripresa in 1 Maccabei 2:28
Mt 27:43 "Se e' Figlio di Dio, lo liberi dai suoi avversari" e' una profezia di Sapienza 2,18
Mc 9:48 - la descrizione dell'inferno dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue e' una citazione di Giuditta 16:17
Lc 1:42 - la dichiarazione di Elisabetta della benedizione di Maria tra le donne e' una citazione della dichiarazione di Uzziah (Ozia) in Giuditta 13,18
Lc 1:52 - il Magnificat di Maria di far al Signore "abbattere il trono dei potenti e innalzare gli umili" e' una citazione di Siracide 10,14.
Lc 2:29 - la dichiarazione di Simeone che sarebbe stato pronto per morire dopo aver visto il bambino Gesù e' una citazione di Tobia 11,9
Lc 24,4; At1,10 - la descrizione di Luca di due uomini in vestiti meravigliosi ricorda 2 Maccabei 3,26
Gv 1,3 - "tutto e' stato creato per mezzo della sua Parola", e' una citazione di Sapienza 9,1
Gv 6,39-59 - il discorso Eucaristico di Gesù e' prefigurato in Siracide 24,19-21.
At 10,34; Rm. 2,11; Gal. 2,6 - la dichiarazione di Pietro e Paolo che "presso Dio non c'e parzialità'" è una citazione di Siracide 35,12
At 17,29 - la descrizione dei falsi dei fatti di oro o argento e opera delle mani d'uomo e' una citazione di Sapienza 13,10
Rm 1,18-25 - l'insegnamento di Paolo sulla conoscenza del Creatore e l'ignoranza e peccato di idolatria e' una citazione di Sapienza 13,1-10
Rm 1,20 - in particolare, l'esistenza di Dio è evidente nella natura, una citazione di Sapienza 13,1
Rm 9,21 - la metafora del vasaio che con l'argilla forma due tipi di vasi e' ripresa da Sapienza 15,7
1 Cor 2,16 - la domanda di Paolo "chi ha conosciuto la mente del Signore?" si riferisce a Sapienza 9,13
1Cor. 8,5-6 - Paolo riconoscendo molti dei, ma un solo Signore cita Sapienza. 13,3
1 Cor. 10,1 - la descrizione di Paolo dei nostri padri sotto la nuvola che passa attraverso il mare si riferisce Sapienza 19,7
1 Cor. 10,20 - il sacrificio dei pagani che offrono ai demoni e non a Dio e' un riferimento a Baruch 4,7
1 Cor. 15,29 - se non ci fosse la resurrezione, sarebbe sciocco farsi battezzare per conto degli altri, in riferimento a 2 Maccabei 12,43-45
Ef. 6,13-17; 1Ts 5,8 - l'intera discussione di armatura, elmo, corazza, spada, scudo e' una citazione di Sapienza 5,17-20.
1 Tm 2,14 - la donna come causa del peccato e' ripreso da Siracide 25,24
1 Pietro 1,6-7 - l'insegnamento di Pietro del giusto provato come oro nel fuoco e' scritto in Siracide 2,5
Ap 1,4 - i sette spiriti che stanno davanti al trono di Dio é ripreso da Tobia 12,15. Raffaele é uno dei sette angeli che stanno alla presenza del Signore.
Ap 1,18 - il potere sulla vita e sulla morte sugli Inferi é citato da Sapienza 16,13
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I Vangeli apocrifi
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Testi apocrifi e gnostici
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Apocrifo: detto di scritture simili ai libri canonici, che trattano dei personaggi del cristianesimo, ma che non fanno parte del Nuovo Testamento.
L'ultimo versetto del Vangelo di Giovanni dice:
"Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. [Gv. 21,25]"
Nel 1945 a Nag Hammadi (Alto Egitto) venne ritrovata una giara contenente una raccolta di 52 testi religiosi e filosofici nascosti da circa 1600 anni, in lingua copta, lingua usata all'epoca dai cristiani egiziani.
Nel 1947 a Qumran (Palestina), venne ritrovata una serie di documenti manoscritti noti come "rotoli del Mar Morto", probabilmente prodotti da zeloti ed esseni a partire dal primo secolo avanti Cristo, che contenevano anche riferimenti espliciti alle comunità cristiane primitive.
Di seguito si possono visualizzare e/o scaricare i Vangeli e i testi apocrifi riguardanti più direttamente la vita di Gesù.
Tutti i documenti sono in formato PDF.
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I Vangeli dell'infanzia
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Vangeli della passione e resurrezione
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Vangeli Giudeo-Cristiani
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Dormizione di Maria
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Vangeli gnostici
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Ritrovamenti di Nag-Hammadi
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Altri apocrifi del Nuovo Testamento
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Lista di apocrifi del III secolo
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Papa Innocenzo I, nella lettera Consulenti tibi, del 20 febbraio 405, (inviata ad Exsuperium episcop. Tolosanum,) afferma tra l'altro:
«Tutti gli altri scritti che vanno sotto il nome di Mattia e di Giacomo il Minore, sotto il nome di Pietro e di Giovanni (scritti da un certo Leucio), sotto il nome di Andrea (scritto dai filosofi Xenocaride e Leonida), od ancora sotto il nome di Tomaso e tutti gli altri scritti che ci sono, non soltanto si devono ripudiare, ma sappi che devono essere condannati»
TURRIBIO DI ASTORGA (verso il 480) scrivendo contro i manichei e i priscillianisti si scaglia particolarmente contro gli Atti di Tomaso, di Andrea, di Giovanni e contro «tutti gli altri apocrifi» con i quali sostenevano le loro dottrine.
L'elenco di gran lunga più abbondante di scritti apocrifi del NT è senza dubbio il cosiddetto DECRETO GELASIANO, scritto che si vale del nome di papa Gelasio (m. 496) ma, forse, non è autentico. Tra l'altro contiene un elenco dei libri della Bibbia ed un elenco di scritti apocrifi, opere riguardami personaggi dell'Antico Testamento, opere teologiche più o meno eterodosse ripudiate dalla Chiesa romana.
(L'opera, che contiene una raccolta di decreti autentici della Chiesa romana, pubblicata tra il 412 e il 525, risale al III sec., fu scritta nella Gallia meridionale, ma rispecchia senza dubbio opinioni e circostanze del mondo romano sebbene gli atti non siano ufficiali, in quanto raccolta e opera di un privato. Quantunque siano innegabili addizioni posteriori, secondo il Chapman nulla si oppone a che il decreto sia veramente di papa Gelasio).
.
La lista non pretende di essere completa:
«Tulle le altre opere (quelle cioè che non fanno parte del canone) senile o propalate da eretici e scismatici, non sono accettate dalla Chiesa cattolica apostolica romana. Riteniamo opportuno menzionarne espressamente alcune, così come ci vengono in mente, che i cattolici devono evitare:
1) l'itinerario che va sotto il nome dell'apostolo Pietro, e denominato i nove libri di San Clemente è apocrifo;
2) gli atti sotto il ninne dell'apostolo Andrea sono apocrifi;
3) gli atti sotto il nome dell'apostolo Tomaso sono apocrifi;
4) gli atti sono il nome dell'apostolo Pietro sono apocrifi;
5) gli atti sotto il nome dell'apostolo Filippo sono apocrifi;
6) il vangelo sotto il nome di Mattia è apocrifo;
7) il vangelo sotto il nome di Barnaba è apocrifo;
8) il vangelo sotto il nome di Giacomo il Minore è apocrifo;
9) il vangelo sotto il nome dell'apostolo Pietro è apocrifo;
10) il vangelo sotto il nome di Tomaso, del quale si servivano i manichei, è apocrifo;
11) i vangeli sono il nome di Bartolomeo sono apocrifi;
12) i vangeli sotto il nome di Andrea sono apocrifi;
13) i vangeli falsificati da Luciano sono apocrifi;
14) i vangeli falsificati da Esichio sono apocrifi;
15) il libro sull'infanzia del Salvatore è apocrifo;
16) il libro sulla nascita del Salvatore, su Maria o sull'ostetrica è apocrifo;
17) il libro detto: del pastore è apocrifo;
18) lutti i libri fatti da Leucio, discepolo del diavolo, sono apocrifi;
19) i1 libro dal titolo: il fondamento è apocrifo;
20) il libro dal titolo: il tesoro è apocrifo;
21) il libro sulle figlie di Adamo, detto leptogenesi è apocrifo;
22) il centone su Cristo composto con versi virgiliani è apocrifo;
23) il libro dal titolo: atti di Tecla e di Paolo e apocrifo;
24) il libro detto di Nepote è apocrifo;
25) il libro dei proverbi scritto da eretici e corrente sotto il nome di Sisto è apocrifo;
26) l'apocalisse attribuita a Paolo è apocrifa;
27) l'apocalisse attribuita a Tomaso è apocrifa;
28) l'apocalisse attribuita a Stefano è apocrifa;
29) il libro dal titolo: transito di santa Maria è apocrifo;
30) il libro dal titolo: penitenza di Adamo è apocrifo;
31) il libro che prende nome dal gigante Ogia che, a quanto affermano gli eretici,
dopo il diluvio ha lottato con il drago è apocrifo;
32) il libro dal titolo: testamento di Giobbe è apocrifo;
33) i1 libro dal titolo: penitenza di Origene è apocrifo;
34) il libro dal titolo: penitenza di san Cipriano è apocrifo;
35) il libro dal titolo: penitenza di Iamne e Mambre è apocrifo.
36) il libro dal titolo; le sorti degli apostoli è apocrifo;
37) il libro dal titolo: giochi degli apostoli è apocrifo;
38) il libro dal titolo: canoni degli apostoli è apocrifo;
39) il libro: fisiologo, scritto dagli eretici e corrente sotto il nome di Ambrogio è eretico;
40) la storia di Eusebio Panfilio è apocrifa;
41) le opere di Tertulliano sono apocrife;
42) le opere di Lattanzio (o di Firmiano o dell'Africano) sono apocrife;
43) le opere di Postumiano e di Gallo sono apocrife;
44) le opere di Montano, di Priscilla e di Massimilla sono apocrife;
45) le opere del manicheo Fausto sono apocrife;
46) le opere di Commodiano sono apocrife;
47) le opere dell'altro Clemente Alessandrino sono apocrife;
48) le opere di Tascio Cipriano sono apocrife:
49) le opere di Arnobio sono apocrife;
50) le opere di Ticonio sono apocrife;
51) le opere del presbitero Cassiano delle Gallie sono apocrife;
52) le opere di Vittorino di Petau sono apocrife;
53) le opere di Fausto di Reggio nelle Gallie sono apocrife;
54) le opere di Frumenzio Ceco sono apocrife;
55) la lettera di Gesù ad Abgar è apocrifa;
56) la lettera di Abgar a Gesù è apocrifa;
57) il martirio di Cirico e di Giuditta è apocrifo;
58) il martirio di Giorgio è apocrifo;
59) lo scritto dal titolo: proibizione di Salomone è apocrifo;
60) tutti gli amuleti, scritti non già - come blaterano - in nome degli angeli, ma dei demoni sono apocrifi».
Lista dei sessanta libri canonici è la denominazione data ad un elenco di libri
sacri che si trova in vari manoscritti, risale al VII sec. e secondo la quale i) numero dei libri canonici è sessanta, dei quali è dato il titolo (manca l'apocalisse di Giovanni); «fuori dei sessanta» vi sono gli apocrifi dei quali è dato un elenco, in verità molto breve, sia per l'Antico che per il Nuovo Testamento.
«Fuori dei sessanta sono:
(dal numero 1 al 14 sono enumerati gli apocrifi dell'AT);
15) la storia di Giacomo;
16) l’apocalisse di Pietro;
17) i viaggi e gli insegnamenti degli apostoli;
18) l'epistola di Barnaba;
19) gli atti di Paolo:
20) l’apocalisse di Paolo;
21) la dottrina di Clemente;
22) la dottrina di Ignazio;
23) la dottrina di Policarpo;
24) il vangelo secondo Barnaba;
25) i1 vangelo secondo Mattia».
Niceforo, patriarca di Costantinopoli dall'anno 806 all'818, in appendice alla sua Cronografia porta un triplice elenco: dei libri canonici, dei libri non "canonizzati" e discussi, e dei libri apocrifi. Questo elenco, a differenza
degli altri, dà anche il numero degli stichi, o righe, di cui consta ogni singolo libro.
«Gli scritti discussi e non canonizzati sono, per il Nuovo Testamento:
1) l’apocalisse di Giovanni, di 1400 stichi;
2) l’apocalisse di Pietro, di 300 stichi,
3) l'epistola di Barnaba, di 1360 stichi;
4) il vangelo secondo gli Ebrei, di 2200 stichi.
Gli apocrifi del Nuovo Testamento sono:
1) i viaggi di Paolo, di 3600 stichi;
2) i viaggi di Pietro, di 2750 stichi;
3) i viaggi di Giovanni, di 2500 stichi;
4) i viaggi di Tomaso, di 1600 stichi;
5) il vangelo di Tomaso, di 1300 stichi;
6) la dottrina degli apostoli, di 200 stichi;
7) i 32 (libri) di Clemente, di 2600 stichi:
8) (gli scritti) di Ignazio, di Policarpo e di Erma».
«Tutti gli altri scritti che vanno sotto il nome di Mattia e di Giacomo il Minore, sotto il nome di Pietro e di Giovanni (scritti da un certo Leucio), sotto il nome di Andrea (scritto dai filosofi Xenocaride e Leonida), od ancora sotto il nome di Tomaso e tutti gli altri scritti che ci sono, non soltanto si devono ripudiare, ma sappi che devono essere condannati»
TURRIBIO DI ASTORGA (verso il 480) scrivendo contro i manichei e i priscillianisti si scaglia particolarmente contro gli Atti di Tomaso, di Andrea, di Giovanni e contro «tutti gli altri apocrifi» con i quali sostenevano le loro dottrine.
L'elenco di gran lunga più abbondante di scritti apocrifi del NT è senza dubbio il cosiddetto DECRETO GELASIANO, scritto che si vale del nome di papa Gelasio (m. 496) ma, forse, non è autentico. Tra l'altro contiene un elenco dei libri della Bibbia ed un elenco di scritti apocrifi, opere riguardami personaggi dell'Antico Testamento, opere teologiche più o meno eterodosse ripudiate dalla Chiesa romana.
(L'opera, che contiene una raccolta di decreti autentici della Chiesa romana, pubblicata tra il 412 e il 525, risale al III sec., fu scritta nella Gallia meridionale, ma rispecchia senza dubbio opinioni e circostanze del mondo romano sebbene gli atti non siano ufficiali, in quanto raccolta e opera di un privato. Quantunque siano innegabili addizioni posteriori, secondo il Chapman nulla si oppone a che il decreto sia veramente di papa Gelasio).
.
La lista non pretende di essere completa:
«Tulle le altre opere (quelle cioè che non fanno parte del canone) senile o propalate da eretici e scismatici, non sono accettate dalla Chiesa cattolica apostolica romana. Riteniamo opportuno menzionarne espressamente alcune, così come ci vengono in mente, che i cattolici devono evitare:
1) l'itinerario che va sotto il nome dell'apostolo Pietro, e denominato i nove libri di San Clemente è apocrifo;
2) gli atti sotto il ninne dell'apostolo Andrea sono apocrifi;
3) gli atti sotto il nome dell'apostolo Tomaso sono apocrifi;
4) gli atti sono il nome dell'apostolo Pietro sono apocrifi;
5) gli atti sotto il nome dell'apostolo Filippo sono apocrifi;
6) il vangelo sotto il nome di Mattia è apocrifo;
7) il vangelo sotto il nome di Barnaba è apocrifo;
8) il vangelo sotto il nome di Giacomo il Minore è apocrifo;
9) il vangelo sotto il nome dell'apostolo Pietro è apocrifo;
10) il vangelo sotto il nome di Tomaso, del quale si servivano i manichei, è apocrifo;
11) i vangeli sono il nome di Bartolomeo sono apocrifi;
12) i vangeli sotto il nome di Andrea sono apocrifi;
13) i vangeli falsificati da Luciano sono apocrifi;
14) i vangeli falsificati da Esichio sono apocrifi;
15) il libro sull'infanzia del Salvatore è apocrifo;
16) il libro sulla nascita del Salvatore, su Maria o sull'ostetrica è apocrifo;
17) il libro detto: del pastore è apocrifo;
18) lutti i libri fatti da Leucio, discepolo del diavolo, sono apocrifi;
19) i1 libro dal titolo: il fondamento è apocrifo;
20) il libro dal titolo: il tesoro è apocrifo;
21) il libro sulle figlie di Adamo, detto leptogenesi è apocrifo;
22) il centone su Cristo composto con versi virgiliani è apocrifo;
23) il libro dal titolo: atti di Tecla e di Paolo e apocrifo;
24) il libro detto di Nepote è apocrifo;
25) il libro dei proverbi scritto da eretici e corrente sotto il nome di Sisto è apocrifo;
26) l'apocalisse attribuita a Paolo è apocrifa;
27) l'apocalisse attribuita a Tomaso è apocrifa;
28) l'apocalisse attribuita a Stefano è apocrifa;
29) il libro dal titolo: transito di santa Maria è apocrifo;
30) il libro dal titolo: penitenza di Adamo è apocrifo;
31) il libro che prende nome dal gigante Ogia che, a quanto affermano gli eretici,
dopo il diluvio ha lottato con il drago è apocrifo;
32) il libro dal titolo: testamento di Giobbe è apocrifo;
33) i1 libro dal titolo: penitenza di Origene è apocrifo;
34) il libro dal titolo: penitenza di san Cipriano è apocrifo;
35) il libro dal titolo: penitenza di Iamne e Mambre è apocrifo.
36) il libro dal titolo; le sorti degli apostoli è apocrifo;
37) il libro dal titolo: giochi degli apostoli è apocrifo;
38) il libro dal titolo: canoni degli apostoli è apocrifo;
39) il libro: fisiologo, scritto dagli eretici e corrente sotto il nome di Ambrogio è eretico;
40) la storia di Eusebio Panfilio è apocrifa;
41) le opere di Tertulliano sono apocrife;
42) le opere di Lattanzio (o di Firmiano o dell'Africano) sono apocrife;
43) le opere di Postumiano e di Gallo sono apocrife;
44) le opere di Montano, di Priscilla e di Massimilla sono apocrife;
45) le opere del manicheo Fausto sono apocrife;
46) le opere di Commodiano sono apocrife;
47) le opere dell'altro Clemente Alessandrino sono apocrife;
48) le opere di Tascio Cipriano sono apocrife:
49) le opere di Arnobio sono apocrife;
50) le opere di Ticonio sono apocrife;
51) le opere del presbitero Cassiano delle Gallie sono apocrife;
52) le opere di Vittorino di Petau sono apocrife;
53) le opere di Fausto di Reggio nelle Gallie sono apocrife;
54) le opere di Frumenzio Ceco sono apocrife;
55) la lettera di Gesù ad Abgar è apocrifa;
56) la lettera di Abgar a Gesù è apocrifa;
57) il martirio di Cirico e di Giuditta è apocrifo;
58) il martirio di Giorgio è apocrifo;
59) lo scritto dal titolo: proibizione di Salomone è apocrifo;
60) tutti gli amuleti, scritti non già - come blaterano - in nome degli angeli, ma dei demoni sono apocrifi».
Lista dei sessanta libri canonici è la denominazione data ad un elenco di libri
sacri che si trova in vari manoscritti, risale al VII sec. e secondo la quale i) numero dei libri canonici è sessanta, dei quali è dato il titolo (manca l'apocalisse di Giovanni); «fuori dei sessanta» vi sono gli apocrifi dei quali è dato un elenco, in verità molto breve, sia per l'Antico che per il Nuovo Testamento.
«Fuori dei sessanta sono:
(dal numero 1 al 14 sono enumerati gli apocrifi dell'AT);
15) la storia di Giacomo;
16) l’apocalisse di Pietro;
17) i viaggi e gli insegnamenti degli apostoli;
18) l'epistola di Barnaba;
19) gli atti di Paolo:
20) l’apocalisse di Paolo;
21) la dottrina di Clemente;
22) la dottrina di Ignazio;
23) la dottrina di Policarpo;
24) il vangelo secondo Barnaba;
25) i1 vangelo secondo Mattia».
Niceforo, patriarca di Costantinopoli dall'anno 806 all'818, in appendice alla sua Cronografia porta un triplice elenco: dei libri canonici, dei libri non "canonizzati" e discussi, e dei libri apocrifi. Questo elenco, a differenza
degli altri, dà anche il numero degli stichi, o righe, di cui consta ogni singolo libro.
«Gli scritti discussi e non canonizzati sono, per il Nuovo Testamento:
1) l’apocalisse di Giovanni, di 1400 stichi;
2) l’apocalisse di Pietro, di 300 stichi,
3) l'epistola di Barnaba, di 1360 stichi;
4) il vangelo secondo gli Ebrei, di 2200 stichi.
Gli apocrifi del Nuovo Testamento sono:
1) i viaggi di Paolo, di 3600 stichi;
2) i viaggi di Pietro, di 2750 stichi;
3) i viaggi di Giovanni, di 2500 stichi;
4) i viaggi di Tomaso, di 1600 stichi;
5) il vangelo di Tomaso, di 1300 stichi;
6) la dottrina degli apostoli, di 200 stichi;
7) i 32 (libri) di Clemente, di 2600 stichi:
8) (gli scritti) di Ignazio, di Policarpo e di Erma».