La Sacra Bibbia
«Tutto ciò che è scritto nella Bibbia è ispirato da Dio, e quindi è utile per insegnare la verità, per convincere, per correggere gli errori ed educare a vivere in modo giusto.» - Seconda lettera a Timoteo 3,16
La Bibbia
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Con questo nome, che in greco significa "i libri", si indica la collezione dei libri sacri, ispirati da Dio, fondamento del Cristianesimo. Termine equivalente è Sacra Scrittura.
Gli autori umani che la scrissero, cominciando da Mosè fino a san Giovanni Evangelista, l'ultimo scrittore sacro ispirato, non furono che strumenti nelle mani di Dio. Essa contiene la maggior parte della rivelazione divina, ossia di quelle verità naturali e soprannaturali che Dio volle far conoscere all'uomo. I libri che compongono la Bibbia formano due gruppi distinti chiamati l'"Antico" e il "Nuovo Testamento". L'"Antico Testamento" comprende i libri che hanno preceduto la venuta di Gesù; si possono suddividere in libri storici, dei quali i primi cinque formano il Pentateuco: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè, Giudici, Ruth, Re, Paralipomeni, Esdra, Neemia, Tobia, Giuditta, Ester, Maccabei; in libri didattici: Giobbe, Salmi, Proverbi, Cantico dei Cantici, Ecclesiaste, Sapienza, Ecclesiastico; e in libri profetici: Isaia, Geremia, Baruch, Ezechiele, Daniele, Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Nahum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Maiachia.
Le Bibbie cattoliche li contengono tutti. I mancanti nelle Bibbie ebraiche sono chiamati deuterocanonici, cioè inseriti in un secondo tempo nel canone: Baruch, Tobia, Giuditta, Maccabei, Sapienza, Ecclesiastico, frammenti dei libri di Ester e di Daniele. Questi libri non sono accettati dai protestanti e da loro sono chiamati apocrifi.
La lingua originale dei libri dell'"Antico Testamento" è, per la quasi totalità, l'ebraica. Solo alcune parti sono state scritte e ci pervennero in lingua aramaica.
I sette libri deuterocanonici e le parti deuterocanoniche di Daniele e di Ester ci sono conosciuti in lingua greca. Però, a eccezione del secondo libro dei Maccabei e del libro della Sapienza, l'originale doveva essere ebraico. La versione greca dell'"Antico Testamento", che si raccomanda per la sua antichità e la sua autorità, è quella detta alessandrina, perché fatta ad Alessandria d'Egitto, o dei Settanta, perché la tradizione vuole che i traduttori siano stati in numero di settanta o più precisamente settantadue. Fu fatta tra il 301 e il 150 a.C.
* L'edizione "hexaplaris" o Esapla è il lavoro monumentale dovuto a Origene che vi consacrò oltre 12 anni, dal 228 al 240 d. C. Il grande scrittore dispose tutto l'"Antico Testamento" in sei colonne; la prima dava il testo ebraico in caratteri ebraici, la seconda il testo ebraico trascritto in caratteri greci, la terza e le seguenti, per ordine, le versioni di Aquila, di Simmaco, dei Settanta, di Teodozione. Il prezioso manoscritto era conservato nella biblioteca di Cesarea, ove fu consultato tra gli altri da Eusebio e da san Girolamo. La sua scomparsa sembra risalire all'invasione araba nel VII sec.
Tra le versioni se ne trova una per la quale si ripete che fosse chiamata da sant'Agostino "la versione Itala", che egli sembra raccomandare in modo speciale.
* Nel 383 Girolamo dà una prima traduzione latina dei Salmi, correggendo la "Antica latina", ossia Itala, con uno dei buoni testi conosciuti da lui della versione alessandrina. Questa prima revisione dei Salmi era subito adottata dalla Chiesa di Roma. Perciò venne chiamata Salterio romano. Oggi, in S. Pietro a Roma, nella Chiesa Ambrosiana, in parti liturgiche del Messale Romano la prima versione di san Girolamo è ancora in uso. Nel 392 Girolamo dà una seconda revisione del Salterio, conosciuta sotto il nome di Salterio gallicano. Nel sec. XVI questo Salterio fu accolto da tutta la Chiesa latina. A trent'anni Girolamo si accinge allo studio dell'ebraico e può arrischiarsi a tradurre i libri sacri direttamente dagli originali. La traduzione della Bibbia in latino, fatta da san Girolamo, prese il nome di Volgata.
Nel Concilio di Trento (1546) la Chiesa, con apposito decreto, dichiarò la Volgata "autentica", sorgente vera della rivelazione. Il "Nuovo Testamento" comprende i libri che sono stati scritti dopo la venuta di Gesù, dal 45 al 100 d. C., tutti in lingua greca, se si eccettua il Vangelo di san Matteo che una testimonianza patristica dice composto originariamente in aramaico. Da questi scritti appare la Nuova Alleanza, che Iddio Padre per mezzo del suo Figlio Divino concede all'umanità intiera che crederà in Lui. Il numero dei libri del "Nuovo Testamento" ascende a ventisette: Vangeli di san Matteo, di san Marco, di san Luca, di san Giovanni, Atti degli Apostoli, 14 Epistole di san Paolo (ai Romani, I ai Corinzi, II ai Corinzi, ai Galati, agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi, I ai Tessalonicesi, II ai Tessalonicesi, I a Timoteo, II a Timoteo, a Tito, a Filemone, agli Ebrei), 7 Epistole, dette cattoliche (di san Giacomo, I di san Pietro, II di san Pietro, I di san Giovanni, II di san Giovanni, III di san Giovanni, di san Giuda), e in ultimo l'Apocalisse di san Giovanni.
Se si considera la natura degli scritti neo-testamentari si ha la stessa divisione già incontrata per i libri antico-testamentari: libri storici: Vangeli e Atti; libri didattici: Epistole paoline e cattoliche; libro profetico: Apocalisse. Tutti questi libri sono considerati come sacri dalla Chiesa cattolica, e questo numero di 27 era fissato sino dal 393 d. C. nel concilio di Ippona. I concili seguenti, citiamo solo il Tridentino e il Vaticano, si pronunciarono per la canonicità e ispirazione di essi. Però nei primi secoli dell'era cristiana alcuni libri si consideravano come non autentici ed erano chiamati deuterocanonici: Epistola agli Ebrei, II e III di Giovanni, di Giuda, Apocalisse di Giovanni. Di questi la maggior parte era accettata dai Padri Apostolici e nella prima parte del II sec. si aveva qualche dubbio soltanto sulla II di Pietro.
Tutti gli agiografi neo-testamentari, a eccezione di Luca, erano Ebrei e scrissero i libri sacri in una lingua che non era la patria. Questo fatto va spiegato coll'intenzione degli scrittori sacri di penetrare nel mondo pagano ellenista invitato a far parte del nuovo regno messianico. La lingua neo-testamentaria è la lingua della "koinè diNlekto"", lingua volgare, di cui si hanno tante iscrizioni profane.
I manoscritti migliori e più antichi che contengono parte dell'"Antico" e tutto il "Nuovo Testamento" sono: il Codice Sinaitico del IV sec.; il Codice Alessandrino del V sec.; il Cod. Vaticano del IV sec.; il Cod. di Efremo scritto (palinsesto) del V sec. Scoperte recentissime ci dànno però certezza che i quattro primi Vangeli erano scritti e conosciuti in Egitto nella prima metà del II sec. d. C.
Una distinzione molto importante dei sensi scritturistici è quella tra senso "letterale", secondo il vocabolo, e "reale", secondo la cosa, l'individuo, l'evento. Il senso reale, chiamato anche "tipico" o "mistico", si trova in quei passi ove per mezzo di individui, di cose, di eventi storici, cosiddetti tipici, sono significati altri individui, altre cose, altri eventi storici detti antitipici. Così il Cantico dei Cantici ha un senso soltanto tipico; nel "Nuovo Testamento" Adamo è il tipo di Gesù (cfr. Rm. 5, 14); l'agnello pasquale è il tipo di Gesù messo in croce (cfr. Gv. 19, 36); la manna è il tipo dell'Eucaristia (Gv. 6, 30 e segg.); la liberazione del popolo ebraico dalla servitù di Babilonia è il tipo della liberazione spirituale operata da Cristo (Is. 45). Il senso letterale è quello espresso direttamente per mezzo della parola stessa e si divide in senso proprio e metaforico come presso gli autori profani. Se si ha riguardo alla materia, entrambi i sensi possono essere storico, profetico, allegorico o dogmatico, tropologico o morale e anagogico, secondo che annunziano fatti o profezie, verità da credere, da praticare o i beni futuri da sperare. .
* L'Esapla o Sestupla [{Exapla] fu la più celebre opera filologica del teologo e filosofo alessandrino Origene (185-254?). Essa consisteva in un imponente prospetto del Vecchio Testamento in colonne parallele (generalmente sei, donde il titolo di Sestupla secondo il testo ebraico - col. 1 -, la sua trascrizione in lettere greche - col. 2 -, la versione greca di Aquila, un cristiano ritornato all'ebraismo - col. 3 -, di Simmaco, un giudaizzante - col. 4 -, la versione detta dei Settanta, ufficiale per gli Ebrei ellenistici e pei Cristiani di lingua greca - col. 5 -, di Teodozione - col. 6 -. Quando esistevano altre versioni oltre le ricordate (come per esempio pei Salmi) queste venivano aggiunte in una settima e ottava colonna, come, viceversa, talora venivan tralasciate le due prime colonne, così da darne una edizione ridotta alle quattro colonne restanti ("tetrapla"). Lo scopo di siffatto lavoro, che doveva occupare circa 6500 pagine, era di dare una edizione critica della versione dei Settanta. A tale fine Origene faceva rilevare le "varianti" tra il testo dei Settanta e quello ebraico, segnando con òbeli (÷) i passi mancanti nel testo ebraico e aggiunti in quello greco, e con asterischi (*) i passi del testo ebraico che non si ritrovavano nella versione greca. Con questo metodo egli intendeva rivedere la versione dei Settanta e ricondurla alla purezza primitiva. Quest'opera si è conservata nella biblioteca di Cesarea in Palestina probabilmente fino al sec. VII e fu consultata e valorizzata da molti dotti, tra cui san Girolamo, autore della revisione della traduzione latina divenuta ufficiale nella Chiesa cattolica. Il suo testo dei Settanta fu pure riprodotto da copisti dando luogo a quella recensione del testo che si chiama appunto "esaplare". La sua importanza negli studi biblici dell'antichità cristiana è stata fondamentale: giacché non solo testimonia la viva sensibilità critica di codesto dotto che pur era incline alla interpretazione allegorica - tanto da divenirne un maestro e caposcuola -, ma pure il bisogno che la Chiesa antica aveva di stabilire un testo sicuro del suo libro sacro, minacciato dalle tendenziose varianti e interpolazioni delle molteplici sètte gnostiche. Dell'opera perduta ci sono giunti frammenti raccolti anche recentemente in due grandi volumi dal Field (Oxford, 1867-75); un frammento esaplare completo si ha in un palinsesto ambrosiano scoperto da G. Mercati. .
* Col nome di Itala si indica una delle prime versioni sistematiche della Bibbia dal testo greco in quello latino fatta nell'Europa occidentale da diversi autori, tutti anonimi, fra il II e il III sec. e divenuta di uso comune in Italia. Essa si distingue con il nome Itala dalla Afra, la versione della Bibbia circolante nell'Africa cristiana, che diverge dall'Itala in special modo nella traduzione dei vocaboli greci, che nell'Itala è più conforme all'indole della lingua latina. Il nome di Itala risale a sant'Agostino che dichiarò questa versione preferibile alle altre per esattezza. Tanto l'Itala che l'Afra fanno parte di quella serie di versioni latine della Bibbia compiute prima della versione geronimiana che si usa designare con il titolo complessivo di Latina vetus. Di questa e probabilmente proprio dell'Itala si valse san Girolamo per la sua celebre Volgata in parte accogliendola integralmente, in parte (per i libri del "Nuovo Testamento") limitandosi a correggerla sul testo greco.
* La Volgata [Editio vulgata] è la versione latina della Bibbia in uso nella Chiesa cattolica; opera, in massima parte, di san Girolamo (circa 347-420). L'espressione "vulgata" era attribuita, ancora da san Girolamo, alla traduzione greca della Bibbia detta "dei Settanta", ed è traduzione del greco koinè. Quest'uso si mantenne ancora nel Medioevo. Ruggero Bacone (1214-1294) attribuì il nome per la prima volta alla versione di san Girolamo, e l'uso, ripreso da Erasmo da Rotterdam, all'epoca della Riforma, fu definitivamente consacrato dal Concilio di Trento nel suo decreto (8 aprile 1546) che dichiarò la versione di san Girolamo "autentica". Verso la fine del IV secolo si manifestò la necessità di una revisione dell'antica traduzione latina della Bibbia (versione nota col nome di Antica latina [Vetus latina]) che, per lo stato dei codici, per i numerosi errori dei copisti, per la confusione cagionata da un gran numero di versioni indipendenti, era in condizioni deplorevoli. Papa Damaso incaricò san Girolamo, allora a Roma, di rivedere la Antica latina. Il primo lavoro di revisione dei quattro vangeli apparve nel 383: inesorabile per tutto quanto riguardava il senso, Girolamo, in questa prima revisione, fece solo pochi ritocchi formali. È incerto, ma quasi concordemente ammesso da tutti, che egli, nello stesso anno o poco dopo, rivedesse, in maniera certo più affrettata, anche il resto del Nuovo Testamento (cioè Atti degli Apostoli, Epistole, Apocalisse). Certo compì la revisione del libro dei Salmi, dalla quale è uscito il Salterio cosiddetto Romano, perché introdotto da Damaso nella liturgia romana. Partito per l'Oriente, san Girolamo venne a conoscenza del testo biblico, cosiddetto Esaplare, curato da Origene. Il quale, in sei colonne (donde il nome, Esapli), aveva disposto sinotticamente: il testo ebraico dell'Antico Testamento in caratteri ebraici, lo stesso trascritto in caratteri greci, la traduzione greca del giudeo Aquila, la traduzione greca del giudeo Simmaco (contemporaneo di Settimio Severo), la traduzione greca detta dei Settanta, quella, infine, del giudeo Teodozione (180 d. C.). In base a questo testo Girolamo mise mano a una nuova revisione del Salterio, che fu detto Gallico (386) perché diffuso soprattutto in Gallia e che più tardi diventò il Salterio della Volgata; sul testo esaplare di Origene rivide l'antica versione latina del libro di Giobbe, dei Proverbi, dell'Ecclesiaste, del Cantico dei Cantici, dei Paralipomeni: ma questa revisione, salvo che per il Salterio e il libro di Giobbe, non ci è pervenuta. Verso il 390, sempre in Palestina, Girolamo concepì l'arduo disegno di tradurre tutto il Vecchio Testamento direttamente dall'originale ebraico, abbandonando ogni più o meno infido intermediario, e l'impresa portò a termine in circa 14 anni di duro lavoro. Iniziò coi libri di Samuele e dei Re (390-391) tradusse quindi i Salmi (ma questa traduzione non riuscì mai a soppiantare il Salterio Gallico), i Profeti e Giobbe (392-393), poi Esdra e le Cronache (394-396). Caduto malato, riprese il lavoro nel 398 coi Proverbi, continuandolo con l'Ecclesiaste e il Cantico. La data del Pentateuco è incerta (circa 401); nel 405 tradusse Giosuè, Giudici, Ruh, Esther e, dal caldaico, le aggiunte deuterocanoniche di Daniele, i libri di Tobia e Giuditta. Lasciò da parte, perché da lui considerati non canonici o dubbiosi, la Sapienza, l'Ecclesiastico, Baruch con la lettera di Geremia, i due libri dei Maccabei, il terzo e quarto libro di Erdra. Tutti questi libri entrarono nella Volgata nella traduzione Antica latina. Per le aggiunte deuterocanoniche al libro di Esther c'è qualche incertezza: quella che possediamo nella Volgata è forse la revisione geronimiana sul testo greco esaplare di Origene.
Concludendo, la Volgata, come oggi la possediamo, si compone di quattro parti: libri nei quali Girolamo non pose affatto le mani e che sono rappresentati dalla versione Antica latina (i deuterocanonici già indicati), libri da Girolamo rivisti sulla versione Antica latina (il Nuovo Testamento), libri rivisti da Girolamo sul testo esaplare di Origene (i Salmi e forse le aggiunte di Esther), libri tradotti da lui direttamente dall'originale ebraico (il resto). Quest'ultima parte rappresenta circa i tre quarti del totale. La versione non è tutta di eguale valore né omogenea; Girolamo stesso ci dice di aver voluto rendere l'originale con fedeltà ma non servilmente, mirando più al senso delle parole originali che non al loro significato letterale: "non verbum de verbo, sed sensum exprimere de sensu"; il latino è chiaro e corretto per quanto siano mantenuti i termini consacrati dall'uso: a questo scopo Girolamo fece uso di ebraismi, ellenismi, e di espressioni tratte dal latino volgare. Comunque la versione supera di gran lunga tutte le precedenti e ha avuto una importanza eccezionale nella storia della diffusione della Bibbia: le antiche versioni bibilche in lingue volgari (basti nominare quella inglese di Wycliffe) sono tutte condotte sulla Volgata, che è ancora oggi il testo ufficiale della Chiesa cattolica. Ciò non vuol dire che la versione fosse accolta subito con favore: non le furono risparmiate critiche (anche da parte dello stesso sant'Agostino, per ciò che si riferiva alla traduzione diretta dall'ebraico dell'Antico Testamento), e per tre secoli dovette contendere il terreno all'Antica latina. Con la Riforma e l'affermarsi degli studi filologici, la polemica e le critiche si fecero più aspre. Il già citato decreto del Concilio di Trento - che peraltro ha valore disciplinare e non dogmatico, ed è perciò revocabile - stabilì testualmente "questa vecchia e volgata edizione, collaudata nella stessa Chiesa da un lungo uso secolare, nelle pubbliche lezioni, dispute e prediche, deve ritenersi autentica" nel senso di "ufficiale" e immune da errori che riguardino la fede e la morale; "nessuno quindi ardisca o presuma con qualche pretesto di rigettarla". Inoltre, il 30 aprile 1934, la Commissione Biblica stabilì che le traduzioni in lingua moderna delle Epistole e dei Vangeli che si leggono o che si danno a leggere nelle chiese devono essere condotte non sui testi originali, ma sulla Volgata. La Chiesa cattolica ha peraltro sentito la necessità di dare della Volgata un testo sicuro, fedele e ufficiale: e ciò in seguito agli errori introdottisi nel testo attraverso il succedersi delle copie manoscritte e poi delle edizioni a stampa. La revisione fu iniziata da Paolo III (1546). Sisto V (1585-1590) fece preparare e pubblicare (1590) un testo (la cosiddetta Volgata Sistina) della Volgata, che nell'uso pubblico come privato doveva essere considerato come l'unico autentico. Clemente VIII tornò sul lavoro del suo predecessore e pubblicò (1592) un nuovo testo ufficiale (la cosiddetta Bibbia Clementina). Due barnabiti italiani del secolo scorso, Luigi Ungarelli e Carlo Vercellone, si diedero a raccogliere i materiali per una nuova emendazione. Il lavoro (Varie lectiones Vulgatae bibliorum editionis, 2 voll., Roma 1860-64) fu interrotto al libro dei Re per la morte (1896) del Vercellone, e ripreso dalla Santa Sede che ne incaricò l'Ordine benedettino. Sono già stati pubblicati, a cura di don Enrico Quentin, i primi volumi (Genesi, Esodo, Levitico) del nuovo testo.
* La Bibbia di Ulfila è la traduzione fatta in lingua gotica da Ulfila (forma grecizzata del nome gotico Wulfila), vescovo ariano dei Goti del basso Danubio (circa 311-383), della quale abbiamo diversi manoscritti tutti provenienti dall'Italia dove furono probabilmente redatti durante la dominazione ostrogota (489-555). Il più importante di essi 187 fogli - è il cosiddetto "Codex argenteus" di Upsala che fu scoperto a Werden presso Colonia, poi depositato a Praga, di lì preso dagli Svedesi nel 1648 e offerto alla regina Cristina di Svezia; è scritto su pergamena colorata di porpora con lettere argentee e iniziali in oro; altri manoscritti scoperti in un palinsesto di Wolfenbüttel - il cosìddetto "Codex Carolinus", - all'Universitaria di Giessen, all'Ambrosiana di Milano e a Torino, sono di minor importanza. Tutto ciò che della traduzione di Ulfila ci rimane è costituito da ampi e importanti frammenti del "Nuovo Testamento" la seconda Lettera ai Corinzi, brani della Lettera ai Romani, lepaoline, un commento al Vangelo di S. Matteo e un frammento di calendario, oltre a tre brevi frammenti del "Vecchio Testamento". Ulfila ha tradotto direttamente dal testo greco, e quasi certamente dal testo in uso allora a Costantinopoli, dove egli ricevette prima la sua formazione religiosa e più tardi la consacrazione a vescovo. Il testo era forse anche intercalato da dizioni latine, e Ulfila lo seguì per lo più, pedissequamente in una prosa gotica mista di molti grecismi e di qualche latinismo. Tuttavia il problema del testo, allo stato attuale degli studi, è da considerarsi tutt'altro che risoluto: anche in relazione alla complessità dell'intrapresa a cui Ulfila si accinse. Tutta una materia etica e religiosa dovette infatti trovare espressione in una lingua a cui tali caratteri erano estranei; egli inventò da sé i caratteri, che fissò basandosi principalmente sull'alfabeto greco e servendosi anche di segni runici e latini. La lingua da lui usata, il gotico, è la più antica fra le lingue germaniche a noi note, di cui ci sono pervenuti documenti scritti, e conserva ancora le sillabe finali atone, le forme del duale e del medio passivo. Non rappresenta la lingua comune parlata da tutti i Teutoni nel VI sec., poiché presenta sostanziali differenze rispetto agli idiomi del nord e dell'occidente. Secondo la testimonianza di Procopio essa era la lingua parlata dagli Ostrogoti, Visigoti, Vandali e Gepidi. L'importanza della Bibbia di Ulfida per gli studi di storia delle lingue germaniche è addirittura incalcolabile. È infatti quasi sorprendente come il vescovo riesca spesso a esprimere con esattezza, con perfetta aderenza, nella sua lingua greggia, il pensiero - non sempre facile - del testo. La Bibbia è stata certamente il grande strumento per la conversione di quelle genti al Cristianesimo. E, per questo riguardo, essa costituisce anche un documento essenziale per intendere le condizioni di cultura di quel mondo rapidamente scomparso.
* La più celebre delle versioni moderne è la Bibbia di Lutero. Il grande riformatore tedesco Martin Lutero (1487-1546) ha voluto dare al suo popolo, con questa traduzione, il libro fondamentale del Cristianesimo scritto nella sua propria lingua con aderenza al suo proprio modo di sentire. Prima della versione di Lutero esistevano in Germania già 14 versioni in alto tedesco e 3 in basso tedesco, delle quali la più antica era quella di Mentel uscita a Strasburgo il 1466 e la più recente era quella uscita il 1522 a Halberstadt. La traduzione di Lutero ha su tutte queste il vantaggio di muovere da due nuovi princìpi suggeriti dall'Umanesimo, cioè: che nella Bibbia si rispecchi l'anima del popolo a cui serve, e che il suo testo debba essere attinto dalle sue fonti più genuine. Fede nazionale e ritorno alle fonti sono dunque i fattori della originalità della Bibbia luterana. Lutero non tradusse dalla Vulgata ma risalì al testo ebraico e greco riveduto da Erasmo nel 1516. La lingua che egli adoperò è una felice combinazione di tutti gli elementi linguistici che costituivano al suo tempo la parlata del popolo germanico. Egli mosse dalla lingua della cancelleria sassone che considerava come sua lingua materna, ma la temperò con quella della cancelleria boemo-lussemburghese arricchendola della parlata viva del popolo del sud e del nord di Germania, parlata che egli colse dalle labbra dei contadini, delle donne sul mercato, dei bambini parlottanti con la mamma. Nel suo Messaqgio sul tradurre [Sendbrief vom Dolmetschen, 1530] egli dice infatti: "… non si deve domandare come la lettera latina debba essere detta in tedesco... ma si deve interrogare la madre in casa, i bambini per istrada, l'uomo del popolo sul mercato, e si deve guardare in bocca come parlano". Lutero voleva parlare al popolo con la lingua del popolo perché la sua prima necessità era di farsi comprendere da tutti. La parola di Dio, che è diretta a tutti, deve infatti poter essere compresa da tutti. In questo è la forza della sua Bibbia e una delle cause della vittoria del protestantesimo in vaste zone della Germania, aggiunta naturalmente alla invenzione della stampa. La tenace industria con cui Lutero attese per più di un dodicennio al gigantesco lavoro, utilizzando sapientemente la valentìa filologica dei suoi amici più cari e spiegando tutte le infinite risorse del suo gusto letterario, ci mostra a quale vasto e alto volo sapesse elevarsi questo spirito inquieto e tormentato. Chiuso alla Wartburg egli aveva atteso a una versione germanica del "Nuovo Testamento" che vide la luce nel 1522. Negli anni successivi pose mano alla versione del "Vecchio". E di anno in anno era riuscito a mandare fuori i singoli libri del canone biblico: il entateuco nel 1523, Giosuè, Giobbe, i Salmi e Salomone nel 1524, i "Profeti" fra il 1526 e il 1530, i libri "sapienziali" nel 1529, gli altri "deuterocanonici" nel 1532. Finalmente nel 1534 presso l'editore Lufft di Wittenberg usciva la traduzione completa: Biblia, das ist die gantze Heilige Schrifft Deutsch. La monumentale versione segnava la vera data di nascita della letteratura tedesca. La traduzione non la si potrebbe considerare come un'opera del tutto originale e personale di Lutero. Essa è nata da una stretta, familiare, quotidiana collaborazione del Riformatore con i suoi amici, dopo lunghe laboriose giornate di discussione. Lutero vi ha trasfuso la sua eccezionale sensibilità artistica, la sua squisita attitudine letteraria. Melantone vi ha contribuito con la sua sicura e larga perizia filologica. Il gruppo dei collaboratori avverte nitidamente l'enorme difficoltà che è nel programma di riprodurre in una lingua aspra, indocile, contorta, la fluida lucentezza dello stile ebraico. La letteratura profetica è, naturalmente, quella che oppone maggiore resistenza e provoca le più copiose incertezze. Fin dal 1528, Lutero confidava all'amico Link il suo imbarazzo nel costringere all'idioma germanico la copiosa e luccicante immaginazione dei Profeti. Gli sembrava veramente di dover ridurre il gorgheggio di un usignuolo alla cadenza monotona del cuculo. Son queste oggettive e aspre difficoltà che hanno molto spesso tratto i traduttori a parafrasare e a diluire. La Bibbia di Lutero è per la Germania e per la letteratura tedesca ciò che la Divina Commedia è per l'Italia e per la letteratura italiana: essa, spianando le differenze locali, diede alla Germania una lingua nazionale ed elevò il tedesco a dignità letteraria inaugurando l'epoca moderna.
La Bibbia è stata finora il miglior libro tedesco. In confronto alla Bibbia di Lutero tutto il resto può dirsi "letteratura", una cosa che non è cresciuta in Germania e che perciò non ha messo né metterà radice nei cuori tedeschi come seppe fare la Bibbia. (Nietzsche).
* La prima versione inglese della Bibbia è quella di John Wycliffe (m. 1384) fatta in collaborazione con Nicola di Hereford e altri discepoli, tramandata in circa 150 manoscritti. Notissima è anche la Grande Bibbia [Great Bible], chiamata anche Cranmers'Bible dal nome di Thomas Cranmer (1489-1556) arcivescovo di Canterbury, pubblicata nel 1579 per ordine di Enrico VIII. Cromwell incaricò Coverdale di prepararne l'edizione. La stampa ne fu cominciata a Parigi e terminata a Londra.
* Altra nota versione inglese è la Bibbia di Ginevra [Genevan Bible] che ripete la traduzione protestante eseguita nel 1540 da Nicolas Malingre con la collaborazione di Calvino: Bible en laquelle sont contenus tous les livres canoniques de la Sainte Ecriture, tant du Vieil que du Nouveau Testament, et pereillement les apocryphes. Durante il regno di Maria I d'Inghilterra (1553-59) i riformisti si rifugiarono a Ginevra e a Francoforte sul Meno. A Ginevra pubblicarono in inglese questa versione che da un passo del Genesi (III, 7) fu anche detta Breeches Bible, e che aveva un commento approvato dai puritani.
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Gli autori umani che la scrissero, cominciando da Mosè fino a san Giovanni Evangelista, l'ultimo scrittore sacro ispirato, non furono che strumenti nelle mani di Dio. Essa contiene la maggior parte della rivelazione divina, ossia di quelle verità naturali e soprannaturali che Dio volle far conoscere all'uomo. I libri che compongono la Bibbia formano due gruppi distinti chiamati l'"Antico" e il "Nuovo Testamento". L'"Antico Testamento" comprende i libri che hanno preceduto la venuta di Gesù; si possono suddividere in libri storici, dei quali i primi cinque formano il Pentateuco: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè, Giudici, Ruth, Re, Paralipomeni, Esdra, Neemia, Tobia, Giuditta, Ester, Maccabei; in libri didattici: Giobbe, Salmi, Proverbi, Cantico dei Cantici, Ecclesiaste, Sapienza, Ecclesiastico; e in libri profetici: Isaia, Geremia, Baruch, Ezechiele, Daniele, Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Nahum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Maiachia.
Le Bibbie cattoliche li contengono tutti. I mancanti nelle Bibbie ebraiche sono chiamati deuterocanonici, cioè inseriti in un secondo tempo nel canone: Baruch, Tobia, Giuditta, Maccabei, Sapienza, Ecclesiastico, frammenti dei libri di Ester e di Daniele. Questi libri non sono accettati dai protestanti e da loro sono chiamati apocrifi.
La lingua originale dei libri dell'"Antico Testamento" è, per la quasi totalità, l'ebraica. Solo alcune parti sono state scritte e ci pervennero in lingua aramaica.
I sette libri deuterocanonici e le parti deuterocanoniche di Daniele e di Ester ci sono conosciuti in lingua greca. Però, a eccezione del secondo libro dei Maccabei e del libro della Sapienza, l'originale doveva essere ebraico. La versione greca dell'"Antico Testamento", che si raccomanda per la sua antichità e la sua autorità, è quella detta alessandrina, perché fatta ad Alessandria d'Egitto, o dei Settanta, perché la tradizione vuole che i traduttori siano stati in numero di settanta o più precisamente settantadue. Fu fatta tra il 301 e il 150 a.C.
* L'edizione "hexaplaris" o Esapla è il lavoro monumentale dovuto a Origene che vi consacrò oltre 12 anni, dal 228 al 240 d. C. Il grande scrittore dispose tutto l'"Antico Testamento" in sei colonne; la prima dava il testo ebraico in caratteri ebraici, la seconda il testo ebraico trascritto in caratteri greci, la terza e le seguenti, per ordine, le versioni di Aquila, di Simmaco, dei Settanta, di Teodozione. Il prezioso manoscritto era conservato nella biblioteca di Cesarea, ove fu consultato tra gli altri da Eusebio e da san Girolamo. La sua scomparsa sembra risalire all'invasione araba nel VII sec.
Tra le versioni se ne trova una per la quale si ripete che fosse chiamata da sant'Agostino "la versione Itala", che egli sembra raccomandare in modo speciale.
* Nel 383 Girolamo dà una prima traduzione latina dei Salmi, correggendo la "Antica latina", ossia Itala, con uno dei buoni testi conosciuti da lui della versione alessandrina. Questa prima revisione dei Salmi era subito adottata dalla Chiesa di Roma. Perciò venne chiamata Salterio romano. Oggi, in S. Pietro a Roma, nella Chiesa Ambrosiana, in parti liturgiche del Messale Romano la prima versione di san Girolamo è ancora in uso. Nel 392 Girolamo dà una seconda revisione del Salterio, conosciuta sotto il nome di Salterio gallicano. Nel sec. XVI questo Salterio fu accolto da tutta la Chiesa latina. A trent'anni Girolamo si accinge allo studio dell'ebraico e può arrischiarsi a tradurre i libri sacri direttamente dagli originali. La traduzione della Bibbia in latino, fatta da san Girolamo, prese il nome di Volgata.
Nel Concilio di Trento (1546) la Chiesa, con apposito decreto, dichiarò la Volgata "autentica", sorgente vera della rivelazione. Il "Nuovo Testamento" comprende i libri che sono stati scritti dopo la venuta di Gesù, dal 45 al 100 d. C., tutti in lingua greca, se si eccettua il Vangelo di san Matteo che una testimonianza patristica dice composto originariamente in aramaico. Da questi scritti appare la Nuova Alleanza, che Iddio Padre per mezzo del suo Figlio Divino concede all'umanità intiera che crederà in Lui. Il numero dei libri del "Nuovo Testamento" ascende a ventisette: Vangeli di san Matteo, di san Marco, di san Luca, di san Giovanni, Atti degli Apostoli, 14 Epistole di san Paolo (ai Romani, I ai Corinzi, II ai Corinzi, ai Galati, agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi, I ai Tessalonicesi, II ai Tessalonicesi, I a Timoteo, II a Timoteo, a Tito, a Filemone, agli Ebrei), 7 Epistole, dette cattoliche (di san Giacomo, I di san Pietro, II di san Pietro, I di san Giovanni, II di san Giovanni, III di san Giovanni, di san Giuda), e in ultimo l'Apocalisse di san Giovanni.
Se si considera la natura degli scritti neo-testamentari si ha la stessa divisione già incontrata per i libri antico-testamentari: libri storici: Vangeli e Atti; libri didattici: Epistole paoline e cattoliche; libro profetico: Apocalisse. Tutti questi libri sono considerati come sacri dalla Chiesa cattolica, e questo numero di 27 era fissato sino dal 393 d. C. nel concilio di Ippona. I concili seguenti, citiamo solo il Tridentino e il Vaticano, si pronunciarono per la canonicità e ispirazione di essi. Però nei primi secoli dell'era cristiana alcuni libri si consideravano come non autentici ed erano chiamati deuterocanonici: Epistola agli Ebrei, II e III di Giovanni, di Giuda, Apocalisse di Giovanni. Di questi la maggior parte era accettata dai Padri Apostolici e nella prima parte del II sec. si aveva qualche dubbio soltanto sulla II di Pietro.
Tutti gli agiografi neo-testamentari, a eccezione di Luca, erano Ebrei e scrissero i libri sacri in una lingua che non era la patria. Questo fatto va spiegato coll'intenzione degli scrittori sacri di penetrare nel mondo pagano ellenista invitato a far parte del nuovo regno messianico. La lingua neo-testamentaria è la lingua della "koinè diNlekto"", lingua volgare, di cui si hanno tante iscrizioni profane.
I manoscritti migliori e più antichi che contengono parte dell'"Antico" e tutto il "Nuovo Testamento" sono: il Codice Sinaitico del IV sec.; il Codice Alessandrino del V sec.; il Cod. Vaticano del IV sec.; il Cod. di Efremo scritto (palinsesto) del V sec. Scoperte recentissime ci dànno però certezza che i quattro primi Vangeli erano scritti e conosciuti in Egitto nella prima metà del II sec. d. C.
Una distinzione molto importante dei sensi scritturistici è quella tra senso "letterale", secondo il vocabolo, e "reale", secondo la cosa, l'individuo, l'evento. Il senso reale, chiamato anche "tipico" o "mistico", si trova in quei passi ove per mezzo di individui, di cose, di eventi storici, cosiddetti tipici, sono significati altri individui, altre cose, altri eventi storici detti antitipici. Così il Cantico dei Cantici ha un senso soltanto tipico; nel "Nuovo Testamento" Adamo è il tipo di Gesù (cfr. Rm. 5, 14); l'agnello pasquale è il tipo di Gesù messo in croce (cfr. Gv. 19, 36); la manna è il tipo dell'Eucaristia (Gv. 6, 30 e segg.); la liberazione del popolo ebraico dalla servitù di Babilonia è il tipo della liberazione spirituale operata da Cristo (Is. 45). Il senso letterale è quello espresso direttamente per mezzo della parola stessa e si divide in senso proprio e metaforico come presso gli autori profani. Se si ha riguardo alla materia, entrambi i sensi possono essere storico, profetico, allegorico o dogmatico, tropologico o morale e anagogico, secondo che annunziano fatti o profezie, verità da credere, da praticare o i beni futuri da sperare. .
* L'Esapla o Sestupla [{Exapla] fu la più celebre opera filologica del teologo e filosofo alessandrino Origene (185-254?). Essa consisteva in un imponente prospetto del Vecchio Testamento in colonne parallele (generalmente sei, donde il titolo di Sestupla secondo il testo ebraico - col. 1 -, la sua trascrizione in lettere greche - col. 2 -, la versione greca di Aquila, un cristiano ritornato all'ebraismo - col. 3 -, di Simmaco, un giudaizzante - col. 4 -, la versione detta dei Settanta, ufficiale per gli Ebrei ellenistici e pei Cristiani di lingua greca - col. 5 -, di Teodozione - col. 6 -. Quando esistevano altre versioni oltre le ricordate (come per esempio pei Salmi) queste venivano aggiunte in una settima e ottava colonna, come, viceversa, talora venivan tralasciate le due prime colonne, così da darne una edizione ridotta alle quattro colonne restanti ("tetrapla"). Lo scopo di siffatto lavoro, che doveva occupare circa 6500 pagine, era di dare una edizione critica della versione dei Settanta. A tale fine Origene faceva rilevare le "varianti" tra il testo dei Settanta e quello ebraico, segnando con òbeli (÷) i passi mancanti nel testo ebraico e aggiunti in quello greco, e con asterischi (*) i passi del testo ebraico che non si ritrovavano nella versione greca. Con questo metodo egli intendeva rivedere la versione dei Settanta e ricondurla alla purezza primitiva. Quest'opera si è conservata nella biblioteca di Cesarea in Palestina probabilmente fino al sec. VII e fu consultata e valorizzata da molti dotti, tra cui san Girolamo, autore della revisione della traduzione latina divenuta ufficiale nella Chiesa cattolica. Il suo testo dei Settanta fu pure riprodotto da copisti dando luogo a quella recensione del testo che si chiama appunto "esaplare". La sua importanza negli studi biblici dell'antichità cristiana è stata fondamentale: giacché non solo testimonia la viva sensibilità critica di codesto dotto che pur era incline alla interpretazione allegorica - tanto da divenirne un maestro e caposcuola -, ma pure il bisogno che la Chiesa antica aveva di stabilire un testo sicuro del suo libro sacro, minacciato dalle tendenziose varianti e interpolazioni delle molteplici sètte gnostiche. Dell'opera perduta ci sono giunti frammenti raccolti anche recentemente in due grandi volumi dal Field (Oxford, 1867-75); un frammento esaplare completo si ha in un palinsesto ambrosiano scoperto da G. Mercati. .
* Col nome di Itala si indica una delle prime versioni sistematiche della Bibbia dal testo greco in quello latino fatta nell'Europa occidentale da diversi autori, tutti anonimi, fra il II e il III sec. e divenuta di uso comune in Italia. Essa si distingue con il nome Itala dalla Afra, la versione della Bibbia circolante nell'Africa cristiana, che diverge dall'Itala in special modo nella traduzione dei vocaboli greci, che nell'Itala è più conforme all'indole della lingua latina. Il nome di Itala risale a sant'Agostino che dichiarò questa versione preferibile alle altre per esattezza. Tanto l'Itala che l'Afra fanno parte di quella serie di versioni latine della Bibbia compiute prima della versione geronimiana che si usa designare con il titolo complessivo di Latina vetus. Di questa e probabilmente proprio dell'Itala si valse san Girolamo per la sua celebre Volgata in parte accogliendola integralmente, in parte (per i libri del "Nuovo Testamento") limitandosi a correggerla sul testo greco.
* La Volgata [Editio vulgata] è la versione latina della Bibbia in uso nella Chiesa cattolica; opera, in massima parte, di san Girolamo (circa 347-420). L'espressione "vulgata" era attribuita, ancora da san Girolamo, alla traduzione greca della Bibbia detta "dei Settanta", ed è traduzione del greco koinè. Quest'uso si mantenne ancora nel Medioevo. Ruggero Bacone (1214-1294) attribuì il nome per la prima volta alla versione di san Girolamo, e l'uso, ripreso da Erasmo da Rotterdam, all'epoca della Riforma, fu definitivamente consacrato dal Concilio di Trento nel suo decreto (8 aprile 1546) che dichiarò la versione di san Girolamo "autentica". Verso la fine del IV secolo si manifestò la necessità di una revisione dell'antica traduzione latina della Bibbia (versione nota col nome di Antica latina [Vetus latina]) che, per lo stato dei codici, per i numerosi errori dei copisti, per la confusione cagionata da un gran numero di versioni indipendenti, era in condizioni deplorevoli. Papa Damaso incaricò san Girolamo, allora a Roma, di rivedere la Antica latina. Il primo lavoro di revisione dei quattro vangeli apparve nel 383: inesorabile per tutto quanto riguardava il senso, Girolamo, in questa prima revisione, fece solo pochi ritocchi formali. È incerto, ma quasi concordemente ammesso da tutti, che egli, nello stesso anno o poco dopo, rivedesse, in maniera certo più affrettata, anche il resto del Nuovo Testamento (cioè Atti degli Apostoli, Epistole, Apocalisse). Certo compì la revisione del libro dei Salmi, dalla quale è uscito il Salterio cosiddetto Romano, perché introdotto da Damaso nella liturgia romana. Partito per l'Oriente, san Girolamo venne a conoscenza del testo biblico, cosiddetto Esaplare, curato da Origene. Il quale, in sei colonne (donde il nome, Esapli), aveva disposto sinotticamente: il testo ebraico dell'Antico Testamento in caratteri ebraici, lo stesso trascritto in caratteri greci, la traduzione greca del giudeo Aquila, la traduzione greca del giudeo Simmaco (contemporaneo di Settimio Severo), la traduzione greca detta dei Settanta, quella, infine, del giudeo Teodozione (180 d. C.). In base a questo testo Girolamo mise mano a una nuova revisione del Salterio, che fu detto Gallico (386) perché diffuso soprattutto in Gallia e che più tardi diventò il Salterio della Volgata; sul testo esaplare di Origene rivide l'antica versione latina del libro di Giobbe, dei Proverbi, dell'Ecclesiaste, del Cantico dei Cantici, dei Paralipomeni: ma questa revisione, salvo che per il Salterio e il libro di Giobbe, non ci è pervenuta. Verso il 390, sempre in Palestina, Girolamo concepì l'arduo disegno di tradurre tutto il Vecchio Testamento direttamente dall'originale ebraico, abbandonando ogni più o meno infido intermediario, e l'impresa portò a termine in circa 14 anni di duro lavoro. Iniziò coi libri di Samuele e dei Re (390-391) tradusse quindi i Salmi (ma questa traduzione non riuscì mai a soppiantare il Salterio Gallico), i Profeti e Giobbe (392-393), poi Esdra e le Cronache (394-396). Caduto malato, riprese il lavoro nel 398 coi Proverbi, continuandolo con l'Ecclesiaste e il Cantico. La data del Pentateuco è incerta (circa 401); nel 405 tradusse Giosuè, Giudici, Ruh, Esther e, dal caldaico, le aggiunte deuterocanoniche di Daniele, i libri di Tobia e Giuditta. Lasciò da parte, perché da lui considerati non canonici o dubbiosi, la Sapienza, l'Ecclesiastico, Baruch con la lettera di Geremia, i due libri dei Maccabei, il terzo e quarto libro di Erdra. Tutti questi libri entrarono nella Volgata nella traduzione Antica latina. Per le aggiunte deuterocanoniche al libro di Esther c'è qualche incertezza: quella che possediamo nella Volgata è forse la revisione geronimiana sul testo greco esaplare di Origene.
Concludendo, la Volgata, come oggi la possediamo, si compone di quattro parti: libri nei quali Girolamo non pose affatto le mani e che sono rappresentati dalla versione Antica latina (i deuterocanonici già indicati), libri da Girolamo rivisti sulla versione Antica latina (il Nuovo Testamento), libri rivisti da Girolamo sul testo esaplare di Origene (i Salmi e forse le aggiunte di Esther), libri tradotti da lui direttamente dall'originale ebraico (il resto). Quest'ultima parte rappresenta circa i tre quarti del totale. La versione non è tutta di eguale valore né omogenea; Girolamo stesso ci dice di aver voluto rendere l'originale con fedeltà ma non servilmente, mirando più al senso delle parole originali che non al loro significato letterale: "non verbum de verbo, sed sensum exprimere de sensu"; il latino è chiaro e corretto per quanto siano mantenuti i termini consacrati dall'uso: a questo scopo Girolamo fece uso di ebraismi, ellenismi, e di espressioni tratte dal latino volgare. Comunque la versione supera di gran lunga tutte le precedenti e ha avuto una importanza eccezionale nella storia della diffusione della Bibbia: le antiche versioni bibilche in lingue volgari (basti nominare quella inglese di Wycliffe) sono tutte condotte sulla Volgata, che è ancora oggi il testo ufficiale della Chiesa cattolica. Ciò non vuol dire che la versione fosse accolta subito con favore: non le furono risparmiate critiche (anche da parte dello stesso sant'Agostino, per ciò che si riferiva alla traduzione diretta dall'ebraico dell'Antico Testamento), e per tre secoli dovette contendere il terreno all'Antica latina. Con la Riforma e l'affermarsi degli studi filologici, la polemica e le critiche si fecero più aspre. Il già citato decreto del Concilio di Trento - che peraltro ha valore disciplinare e non dogmatico, ed è perciò revocabile - stabilì testualmente "questa vecchia e volgata edizione, collaudata nella stessa Chiesa da un lungo uso secolare, nelle pubbliche lezioni, dispute e prediche, deve ritenersi autentica" nel senso di "ufficiale" e immune da errori che riguardino la fede e la morale; "nessuno quindi ardisca o presuma con qualche pretesto di rigettarla". Inoltre, il 30 aprile 1934, la Commissione Biblica stabilì che le traduzioni in lingua moderna delle Epistole e dei Vangeli che si leggono o che si danno a leggere nelle chiese devono essere condotte non sui testi originali, ma sulla Volgata. La Chiesa cattolica ha peraltro sentito la necessità di dare della Volgata un testo sicuro, fedele e ufficiale: e ciò in seguito agli errori introdottisi nel testo attraverso il succedersi delle copie manoscritte e poi delle edizioni a stampa. La revisione fu iniziata da Paolo III (1546). Sisto V (1585-1590) fece preparare e pubblicare (1590) un testo (la cosiddetta Volgata Sistina) della Volgata, che nell'uso pubblico come privato doveva essere considerato come l'unico autentico. Clemente VIII tornò sul lavoro del suo predecessore e pubblicò (1592) un nuovo testo ufficiale (la cosiddetta Bibbia Clementina). Due barnabiti italiani del secolo scorso, Luigi Ungarelli e Carlo Vercellone, si diedero a raccogliere i materiali per una nuova emendazione. Il lavoro (Varie lectiones Vulgatae bibliorum editionis, 2 voll., Roma 1860-64) fu interrotto al libro dei Re per la morte (1896) del Vercellone, e ripreso dalla Santa Sede che ne incaricò l'Ordine benedettino. Sono già stati pubblicati, a cura di don Enrico Quentin, i primi volumi (Genesi, Esodo, Levitico) del nuovo testo.
* La Bibbia di Ulfila è la traduzione fatta in lingua gotica da Ulfila (forma grecizzata del nome gotico Wulfila), vescovo ariano dei Goti del basso Danubio (circa 311-383), della quale abbiamo diversi manoscritti tutti provenienti dall'Italia dove furono probabilmente redatti durante la dominazione ostrogota (489-555). Il più importante di essi 187 fogli - è il cosiddetto "Codex argenteus" di Upsala che fu scoperto a Werden presso Colonia, poi depositato a Praga, di lì preso dagli Svedesi nel 1648 e offerto alla regina Cristina di Svezia; è scritto su pergamena colorata di porpora con lettere argentee e iniziali in oro; altri manoscritti scoperti in un palinsesto di Wolfenbüttel - il cosìddetto "Codex Carolinus", - all'Universitaria di Giessen, all'Ambrosiana di Milano e a Torino, sono di minor importanza. Tutto ciò che della traduzione di Ulfila ci rimane è costituito da ampi e importanti frammenti del "Nuovo Testamento" la seconda Lettera ai Corinzi, brani della Lettera ai Romani, lepaoline, un commento al Vangelo di S. Matteo e un frammento di calendario, oltre a tre brevi frammenti del "Vecchio Testamento". Ulfila ha tradotto direttamente dal testo greco, e quasi certamente dal testo in uso allora a Costantinopoli, dove egli ricevette prima la sua formazione religiosa e più tardi la consacrazione a vescovo. Il testo era forse anche intercalato da dizioni latine, e Ulfila lo seguì per lo più, pedissequamente in una prosa gotica mista di molti grecismi e di qualche latinismo. Tuttavia il problema del testo, allo stato attuale degli studi, è da considerarsi tutt'altro che risoluto: anche in relazione alla complessità dell'intrapresa a cui Ulfila si accinse. Tutta una materia etica e religiosa dovette infatti trovare espressione in una lingua a cui tali caratteri erano estranei; egli inventò da sé i caratteri, che fissò basandosi principalmente sull'alfabeto greco e servendosi anche di segni runici e latini. La lingua da lui usata, il gotico, è la più antica fra le lingue germaniche a noi note, di cui ci sono pervenuti documenti scritti, e conserva ancora le sillabe finali atone, le forme del duale e del medio passivo. Non rappresenta la lingua comune parlata da tutti i Teutoni nel VI sec., poiché presenta sostanziali differenze rispetto agli idiomi del nord e dell'occidente. Secondo la testimonianza di Procopio essa era la lingua parlata dagli Ostrogoti, Visigoti, Vandali e Gepidi. L'importanza della Bibbia di Ulfida per gli studi di storia delle lingue germaniche è addirittura incalcolabile. È infatti quasi sorprendente come il vescovo riesca spesso a esprimere con esattezza, con perfetta aderenza, nella sua lingua greggia, il pensiero - non sempre facile - del testo. La Bibbia è stata certamente il grande strumento per la conversione di quelle genti al Cristianesimo. E, per questo riguardo, essa costituisce anche un documento essenziale per intendere le condizioni di cultura di quel mondo rapidamente scomparso.
* La più celebre delle versioni moderne è la Bibbia di Lutero. Il grande riformatore tedesco Martin Lutero (1487-1546) ha voluto dare al suo popolo, con questa traduzione, il libro fondamentale del Cristianesimo scritto nella sua propria lingua con aderenza al suo proprio modo di sentire. Prima della versione di Lutero esistevano in Germania già 14 versioni in alto tedesco e 3 in basso tedesco, delle quali la più antica era quella di Mentel uscita a Strasburgo il 1466 e la più recente era quella uscita il 1522 a Halberstadt. La traduzione di Lutero ha su tutte queste il vantaggio di muovere da due nuovi princìpi suggeriti dall'Umanesimo, cioè: che nella Bibbia si rispecchi l'anima del popolo a cui serve, e che il suo testo debba essere attinto dalle sue fonti più genuine. Fede nazionale e ritorno alle fonti sono dunque i fattori della originalità della Bibbia luterana. Lutero non tradusse dalla Vulgata ma risalì al testo ebraico e greco riveduto da Erasmo nel 1516. La lingua che egli adoperò è una felice combinazione di tutti gli elementi linguistici che costituivano al suo tempo la parlata del popolo germanico. Egli mosse dalla lingua della cancelleria sassone che considerava come sua lingua materna, ma la temperò con quella della cancelleria boemo-lussemburghese arricchendola della parlata viva del popolo del sud e del nord di Germania, parlata che egli colse dalle labbra dei contadini, delle donne sul mercato, dei bambini parlottanti con la mamma. Nel suo Messaqgio sul tradurre [Sendbrief vom Dolmetschen, 1530] egli dice infatti: "… non si deve domandare come la lettera latina debba essere detta in tedesco... ma si deve interrogare la madre in casa, i bambini per istrada, l'uomo del popolo sul mercato, e si deve guardare in bocca come parlano". Lutero voleva parlare al popolo con la lingua del popolo perché la sua prima necessità era di farsi comprendere da tutti. La parola di Dio, che è diretta a tutti, deve infatti poter essere compresa da tutti. In questo è la forza della sua Bibbia e una delle cause della vittoria del protestantesimo in vaste zone della Germania, aggiunta naturalmente alla invenzione della stampa. La tenace industria con cui Lutero attese per più di un dodicennio al gigantesco lavoro, utilizzando sapientemente la valentìa filologica dei suoi amici più cari e spiegando tutte le infinite risorse del suo gusto letterario, ci mostra a quale vasto e alto volo sapesse elevarsi questo spirito inquieto e tormentato. Chiuso alla Wartburg egli aveva atteso a una versione germanica del "Nuovo Testamento" che vide la luce nel 1522. Negli anni successivi pose mano alla versione del "Vecchio". E di anno in anno era riuscito a mandare fuori i singoli libri del canone biblico: il entateuco nel 1523, Giosuè, Giobbe, i Salmi e Salomone nel 1524, i "Profeti" fra il 1526 e il 1530, i libri "sapienziali" nel 1529, gli altri "deuterocanonici" nel 1532. Finalmente nel 1534 presso l'editore Lufft di Wittenberg usciva la traduzione completa: Biblia, das ist die gantze Heilige Schrifft Deutsch. La monumentale versione segnava la vera data di nascita della letteratura tedesca. La traduzione non la si potrebbe considerare come un'opera del tutto originale e personale di Lutero. Essa è nata da una stretta, familiare, quotidiana collaborazione del Riformatore con i suoi amici, dopo lunghe laboriose giornate di discussione. Lutero vi ha trasfuso la sua eccezionale sensibilità artistica, la sua squisita attitudine letteraria. Melantone vi ha contribuito con la sua sicura e larga perizia filologica. Il gruppo dei collaboratori avverte nitidamente l'enorme difficoltà che è nel programma di riprodurre in una lingua aspra, indocile, contorta, la fluida lucentezza dello stile ebraico. La letteratura profetica è, naturalmente, quella che oppone maggiore resistenza e provoca le più copiose incertezze. Fin dal 1528, Lutero confidava all'amico Link il suo imbarazzo nel costringere all'idioma germanico la copiosa e luccicante immaginazione dei Profeti. Gli sembrava veramente di dover ridurre il gorgheggio di un usignuolo alla cadenza monotona del cuculo. Son queste oggettive e aspre difficoltà che hanno molto spesso tratto i traduttori a parafrasare e a diluire. La Bibbia di Lutero è per la Germania e per la letteratura tedesca ciò che la Divina Commedia è per l'Italia e per la letteratura italiana: essa, spianando le differenze locali, diede alla Germania una lingua nazionale ed elevò il tedesco a dignità letteraria inaugurando l'epoca moderna.
La Bibbia è stata finora il miglior libro tedesco. In confronto alla Bibbia di Lutero tutto il resto può dirsi "letteratura", una cosa che non è cresciuta in Germania e che perciò non ha messo né metterà radice nei cuori tedeschi come seppe fare la Bibbia. (Nietzsche).
* La prima versione inglese della Bibbia è quella di John Wycliffe (m. 1384) fatta in collaborazione con Nicola di Hereford e altri discepoli, tramandata in circa 150 manoscritti. Notissima è anche la Grande Bibbia [Great Bible], chiamata anche Cranmers'Bible dal nome di Thomas Cranmer (1489-1556) arcivescovo di Canterbury, pubblicata nel 1579 per ordine di Enrico VIII. Cromwell incaricò Coverdale di prepararne l'edizione. La stampa ne fu cominciata a Parigi e terminata a Londra.
* Altra nota versione inglese è la Bibbia di Ginevra [Genevan Bible] che ripete la traduzione protestante eseguita nel 1540 da Nicolas Malingre con la collaborazione di Calvino: Bible en laquelle sont contenus tous les livres canoniques de la Sainte Ecriture, tant du Vieil que du Nouveau Testament, et pereillement les apocryphes. Durante il regno di Maria I d'Inghilterra (1553-59) i riformisti si rifugiarono a Ginevra e a Francoforte sul Meno. A Ginevra pubblicarono in inglese questa versione che da un passo del Genesi (III, 7) fu anche detta Breeches Bible, e che aveva un commento approvato dai puritani.
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Capitolo e versetti della Bibbia
Come e quando si è arrivati alla suddivisione dei libri biblici in capitoli e versetti? di Amedeo Votta
Nei manoscritti più antichi tutta la Bibbia – sia quella ebraica sia quella greca – si presenta in “scrittura continua”, cioè senza spaziature né suddivisioni in capitoli e versetti.
La lettura pubblica della Torah (il Pentateuco) è andata codificandosi nella preghiera sinagogale del sabato (dal II secolo a.C.) fino ad assumere a partire dal Medioevo una suddivisione del testo in porzioni (in ebraico parashà), stabilita in un ciclo annuale.
In ambito cristiano la suddivisione in capitoli la si deve al vescovo inglese Stephen Langton nella prima metà del XIII secolo, mentre quella ulteriore in versetti venne compiuta a Lucca dal domenicano Sante Pagnini nel 1528.
La prima Bibbia completa con l’attuale divisione in capitoli e versetti, è quella pubblicata in francese da Robert Estienne nel 1553.
Da allora, e grazie alla stampa, tale suddivisione si è affermata fino a oggi, e per la sua praticità è adottata anche dagli ebrei per le loro edizioni della Bibbia.
[Famiglia Cristiana del 07/08/2011]
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La Bibbia - Dai testi antichi alle sue traduzioni italiane
MANOSCRITTI ANTICHI
Per manoscritti antichi si intendono le fonti manoscritte su cui si basa ogni edizione critica moderna della bibbia.
Fonti in Ebraico o Aramaico
Fonti in Greco
EDIZIONI CRITICHE E NON DELLA BIBBIA IN LINGUA ORIGINALE O IN TRADUZIONI ANTICHE
Per edizione critica si intende un'edizione che cerca di ristabilire l'originario testo andato perduto attraverso le copie che ci sono pervenute. Tale procedimento si ottiene attraverso un sistema di collazione dei vari manoscritti, ovvero si dispone, riga per riga lo stesso testo dai diversi manoscritti e si segnano tutte le differenze che vi sono errori compresi. Questa è l'operazione preliminare per poter effettuare uno stemma codicum, ovvero una sorta di albero genealogico dei manoscritti, nel quale si cerca di suddividerli in varie famigle o gruppi. Una famiglia di manoscritti è tale se i suoi componenti sono stati copiati da uno stesso manoscritto, detto antigrafo, generalmente andato perduto. Per stabilire a quale gruppo di famiglie appartengono i manoscritti si ricorre alla teoria degli errori, gli errori uguali indicano la discendenza da un medesimo manoscritto. Solo dopo aver proceduto a tutto questo lavoro si può iniziare a valutare le varianti (parole diverse) per uno stesso testo. Le varianti non accolte nel testo sono poi inserite in nota nell'apparato critico.
Septuaginta o dei Settanta (LXX)
È la versione della Bibbia in lingua greca, che la lettera di Aristea vuole tradotta direttamente dall'ebraico da 72 saggi ad Alessandria d'Egitto; in questa città cosmopolita e tra le maggiori dell'epoca, sede della celebre Biblioteca d'Alessandria, si trovava un'importante e attiva comunità ebraica. Per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/Septuaginta
È la più popolare edizione della LXX. Non si tratta di un’edizione critica vera e propria, ma è basata soprattutto sul codex Vaticanus (B), con lezioni basate anche sul codex Alexandrinus (A) e sul codex Sinaiticus (S), che sono comunque i codici più importanti e alti nello stemma. In tutte le interlineari italiane in calce viene riportata proprio quest'edizione.
Si tratta di una vera e propria edizione critica (eclettica). Cominciata nel 1931, all’inizio del 2009 sono stati pubblicati 23 volumi. Stabilisce un testo a partire dalla totalità dei manoscritti disponibili, raggruppati in famiglie. Lo scopo è di ricostruire una versione la più possibile vicina all’originale.
Testo Masoretico
Per testo masoretico si intende il canone della Bibbia ebraica, detta anche Tanakh, per noi corrisponde sempre all'antico testamento, come per la bibbia dei LXX, la quale però contiene alcuni testi che per gli ebrei sono considerati apocrifi.
Purtroppo per via delle usanze ebraiche che vogliono la distruzione dei rotoli usurati non abbiamo testimoni antichissimi, pertanto più che edizioni critiche abbiamo edizioni anastatiche (ovvero che producono fedelmente il testo senza variare nulla dello stesso) di un manoscritto chiamato Textus receptus, ovvero comunemente accettato. Nel caso del testo masoretico si tratta del codice di Leningrado datato nel 1008. Più antico è il codice di Aleppo datato 925-930 ma a partire dal 1947 è diventato mutilo perdendo il pentateuco.
Il testo è una copia precisa (errori inclusi) del testo masoretico (testo receptus) come è contenuto nel Codex Lenigradensis (L). L'unica differenza sostanziale è che 1-2 Cr compare in L prima dei Salmi, mentre nella BHS è stato spostato alla fine, in conformità con le altre bibbie ebraiche. Il libro di Giobbe precede il Libro dei Proverbi, come in L ma non nelle altre bibbie ebraiche. Da quest'edizione i traduttori di tutto il mondo partono per tradurre l'antico testamento della Bibbia nelle diverse lingue.
Un ambizioso progetto editoriale in corso, intende essere un’editio maior, contenente cioè tutti i testimoni ebraici antichi, tutte le versioni (spesso più antiche dei testimoni ebraici), tutte le citazioni rabbiniche o di altra provenienza, spiegazioni e annotazioni. Codice di riferimento è quello di Aleppo. Pubblicati finora Isaia (1995), Geremia (1997), Ezechia (2004).
Nuovo testamento in greco
I primi scritti del nuovo testamento furono quasi sicuramente redatti in aramaico, purtroppo nessuno di questi testi è pervenuto fino a noi. Pertanti i testimoni più antichi sono il lingua greca.
Nel testo queste due edizioni sono sostanzialmente uguali, a cambiare è solo l'apparato critico, il primo è quello più completo che dà più ragione del formarsi del testo.
Una nota di carattere personale. Data l'economicità assoluta dell'edizione del Novum Testamentum Graece Nestle Aland (con 30€ lo si compera in Amazon) mi chiedo se sia effettivamente un'edizione critica di tutti i testi o solo di quelli più importanti e principali. A confronto un solo volume dell'edizione critica dei LXX costa mediamente 80€.
Vetus Latina
Sotto questo nome si raccoglie la collezione dei testi biblici adottati dalle comunità cristiane di II secolo, si tratta di traduzioni fatte da autori di volta in volta diversi a partire dalla versione greca della bibbia. Questa è la versione di riferimento di Sant'Agostino, il quale si opponeva alla nuova versione di Girolamo
Un’edizione critica di tutti i testi biblici latini antecedenti alla vulgata di San Girolamo è in corso d’opera presso il Vetus Latina Institute:http://www.vetus-latina.de/en/instit.../institut.html
Vulgata di San Girolamo
È stata per secoli e secoli la bibbia ufficiale della Chiesa cattolica. Si tratta della traduzione di San Girolamo a partire dai testi originali all'epoca disponibili (ebraico e greco). Per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/Vulgata
In quanto testo critico, la Vulgata Stuttgartensia tenta di riproporre il testo primitivo di Girolamo attraverso il confronto dei vari manoscritti pervenutici, primariamente il Codex Amiatinus, purgandolo degli inevitabili errori e glosse amanuensi.
Vulgata Sisto Clementinae
Si tratta di fatto ancora della Vulgata di San Girolamo, la quale viene nuovamente ribadita come unica bibbia ufficiale per la Chiesa cattolica durante il concilio di Trento. Il papa Sisto V, per ovviare e porre fine alle varie differenze che nel frattempo erano sorte fra le bibbie a furia di ricopiare il testo di San Girolamo ordinò una nuova versione standard basata sulla edizione di Robertus Stephanus (1528), corretta in base alla versione greca. Il lavoro però fu affrettato e risentì di numerosi errori di stampa. Venne pertanto intrapresa una nuova edizione che venne portata a termine all'inizio del pontificato di Clemente VIII (1592-1605). L'edizione prodotta è detta Vulgata Sisto-Clementina.
Nova vulgata
Nel 1965, verso la conclusione del Concilio Vaticano II, papa Paolo VI commissionò una revisione della Vulgata in accordo con i moderni criteri esegetici e filologici. Il lavoro si basò sull'edizione critica del 1907 di Pio X. Circa la metodologia traduttiva, per tutti i libri la versione latina viene armonizzata con le edizioni critiche dei testi originali in ebraico, aramaico, greco. In alcuni loci, però, la Nova Vulgata opta per traduzioni ad sensum, a discapito del testo originale. L'intero testo fu completato nel 1979.
TRADUZIONI DELLA BIBBIA IN ITALIANO
La Bibbia Dugentista
È una traduzione italiana della Vulgata di Girolamo. Non si sanno le esatte origini della traduzione né chi è stato coinvolto nella sua realizzazione. È frutto di un lavoro collettivo di popolo. Espressione dei movimenti pauperistici e popolari del duecento: francescani, valdesi, patarini, ecc. La prima edizione stampata è del 1° ottobre 1471 a Venezia.
Di questa versione non ve ne era una edizione soltanto, ma molte, unite tra i diversi volgarizzamenti. Infatti bisogna notare che in questa versione vi è una grande differenza tra un libro e l'altro. Carlo Negroni, noto avvocato ed editore di Novara, che curò la ristampa di un raro esemplare della Bibbia volgare pubblicata il 1° ottobre 1471, volumi ristampati in 300 esemplari tra il 1882 e il 1887, affermava: "La notata medesimezza fra lo scrivere del Cavalca e quello della nostra edizione, non si mantiene dappertutto in grado eguale, anzi vi sono libri nei quali essa diminuisce e direi quasi si oscura". Questa Bibbia circolava liberamente in Italia, ma a darne maggior diffusione intervenne l'importantissima scoperta della stampa a caratteri mobili. Nel 1471, infatti, furono pubblicate a Venezia due diverse edizioni derivate da manoscritti ignoti e tutte e due vennero chiamate "Bibbia volgare".
La Bibbia del Malermi
La prima edizione a stampa dell’intera Bibbia è curata dal tipografo veneziano Wendelin (Vandelino); viene pubblicata nell'agosto del 1471 con la traduzione di Nicolò Malermi, monaco camaldolese. Il Malermi usò in parte i volgarizzamenti biblici trecenteschi, ma l'opera, realizzata nel corso di otto mesi (come egli stesso dichiara) appare di eccezionale rilevanza. Nell'impresa gli furono compagni il francescano Lorenzo da Venezia (che diede poi vita alla tipografia "Nel beretin convento"), col compito di revisore teologico, e Gerolamo Squarzafico, umanista di Alessandria, impegnato in quegli anni come redattore editoriale per diversi tipografi. Nella princeps trova posto una lettera del Malermi a fra Lorenzo, nella quale esplicita ragioni e metodo del suo lavoro, che costituisce, per quegli anni, una delle riflessioni più acute circa le traduzioni di argomento religioso. L’opera godette di grande successo e, avendo papa Paolo IV proibito nel 1559 ogni nuova traduzione in lingua volgare, rimase per due secoli l'unica edizione cattolica autorizzata della Bibbia italiana, fino alla pubblicazione alla fine del Settecento della Bibbia dell'arcivescovo di Firenze Antonio Martini. In realtà altre fonti riportano che nel 1567 ricadde nelle proibizioni ecclesiastiche. Il testo presentato subì progressive ma limitate revisioni, fino all'inclusione di testi proemiali di ascendenza riformata. L'edizione veneziana degli eredi di Niccolò Pezzana (1773), curata dal giansenista Alvise Guerra, che dichiara nel frontespizio di pubblicare la versione malerbiana "ridotta allo stile moderno e arricchita di note", è in realtà altra cosa.
La Bibbia Gensoniana
Pubblicata il 1° ottobre 1471 dallo stampatore Nicolò Jenson, famoso tipografo francese del 1400. Questa Bibbia è anche copia del '300; sebbene sembra che il manoscritto non fosse completo perché, specialmente nei Salmi e nel N. T. segue la Bibbia del Malermi. Non fu mai ristampata fino al 1800. Nel 1846 ne fu iniziata la pubblicazione dalla Società dei Bibliofili veneti, ma dovette essere ben presto sospesa al Pentateuco per difficoltà sorte con le autorità cattoliche. Le copie rimaste in tipografia furono distrutte o disperse. Nel 1882 Carlo Negroni iniziò una ristampa della Bibbia Vulgata secondo la rara edizione del 10 ottobre 1471, terminata nel 1887.
La Bibbia Olivètan
Al Sinodo del 1532 i Valdesi decisero l’adesione alla Riforma di Calvino e diedero incarico a Pietro Roberto Olivètan, parente di Calvino, di tradurre la Bibbia dagli originali in francese. L’opera fu completata nel 1535.
La Bibbia di Antonio Brucioli
Antonio Brùcioli, fiorentino, pubblicò a Venezia nel 1530 il N. T. e infine, nel 1532, tutta la Bibbia. Brùcioli affermò di aver tradotto dalle lingue originali, anche se è ormai accertato che nel tradurre si servì largamente delle traduzioni latine di Sante Pagnini (edita a Lione, nel 1527, dal lucchese Sante Pagnini), per l' A. T. e di Erasmo (edita a Basilea nel 1516), per il N. T. Questa versione ha il privilegio di essere la rima in lingua moderna fatta da un solo autore. La versione del Brùcioli fu la Bibbia usata dagli evangelici italiani fino alla versione del Diodati, che prese il suo posto un secolo dopo. In seguito fu rimaneggiata da Filippo Rustici e rimase la Bibbia usata dai rifugiati italiani in territorio estero, particolarmente in Svizzera. Nel 1542 fu pubblicata dal Brùcioli stesso con un commento che ebbe parecchie ristampe fino al 1559, quando il Concilio di Trento la mise all'indice.
La Bibbia del Marmochino
Nel 1538 lo stesso stampatore Giunti di Venezia, che sei anni prima aveva pubblicato la Bibbia del Brùcioli, stampò la "Bibbia nuovamente tradotta in lingua toscana per Maestro Santi Marmocchino". Questi era un frate dell'ordine domenicano e, per quanto fosse presentata come una traduzione dall'originale, sembra una revisione di quella del Brùcioli per l' A. T., e per quanto riguarda il N. T., questa versione incorporò il "Nuovo Testamento tradotto in lingua toscana dal reverendo padre fra Zaccaria da Firenze dell'ordine de' Predicatori", pubblicato dallo stesso stampatore nel 1536 sempre a Venezia, e che in realtà era una revisione del N. T. del Brùcioli tenendo d'occhio la Vulgata e la versione di Erasmo.
Considerata per molto tempo una risposta ortodossa alla versione del 1532 del Brucioli, simpatizzante delle idee della Riforma (il primo a sostenerlo fu J. Le Long nella sua Bibliotheca sacra), la Bibia del Marmochino è in realtà corredata da apparati di indubbia provenienza eterodossa. La Tavola seconda nella sezione degli indici è traduzione letterale di quella pubblicata da Johannes Rudelius per la Biblia edita da P. Quentel a Colonia nel 1527, utilizzata dal Marmochino anche per la traduzione del terzo libro dei Maccabei (per la prima volta qui in italiano) e ripetutamente condannata nell’Indice dei libri proibiti dal 1546 per i contenuti teologici contrari alla dottrina cattolica. Attraverso i commenti inseriti a margine della traduzione, il Marmochino ebbe ancora modo di manifestare le proprie convinzioni savonaroliane, valorizzando il carisma della profezia e condannando la corruzione ecclesiastica.
Nuovo testamento di Massimo Teofilo
Pubblicato a Lione in Francia nel 1551, nell’ambiente degli evangelici italiani emigrati.
Bibbia diglotta (italiano-francese) di Giovan Luigi Paschale
Il Paschale era piemontese e a Nizza si convertì al protestantesimo. Consacrato pastore a Ginevra, nel 1559 andò in Calabria per prendersi cura dei Valdesi della zona che avevano bisogno di ministri del vangelo. Fu arrestato prima a Napoli e poi a Roma. Il 16 settembre 1560 fu arso vivo, confessando la propria fede sul rogo eretto in Piazza Ponte S. Angelo, in Roma. Il suo N. T. in due lingue, italiano e francese, era una revisione del testo Brùcioliano e per il francese, il testo di Roberto Estienne. La particolarità di questo N. T, è che è il primo che dà la divisione numerata dei versetti fatta da Roberto Estienne ed introdotta nella sua versione greco-latina, pubblicata a Ginevra nel 1551.
La Bibbia Diodati
Con la proibizione della lettura della Bibbia in lingua volgare, stabilita nel 1564 dal Concilio Tridentino, cessa tra i cattolici il lavoro di traduzione. A Ginevra nel 1604 Giovanni Diodati pubblica la prima edizione della Bibbia che fu realizzata dai testi originali (per il Nuovo Testamento usò la versione di Erasmo), con un occhio sui lavori di Teofilo e di Brucioli. Nel 1641 l’edizione definitiva che risulterà di formato maggiore rispetto alla prima, arricchita da note esplicative e rinvii a testi paralleli con, all'inizio dei capitoli, un breve sunto della materia, includendo anche gli apocrifi considerati testo non di autorità canonica ma lettura di edificazione.
La traduzione del Diodati, impostasi per le sue qualità letterarie e la sua ricchezza di pensiero, diventò la Bibbia degli evangelici italiani dal XVII secolo in poi. Ha subito successive revisioni o versioni nel 1712, 1744, 1819, 1821. A partire dalle edizioni posteriori al 1821-22 furono eliminati i testi apocrifi. Un’ottima edizione è quella in 3 volumi della collana Meridiani Mondatori che contiene anche gli apocrifi è una riedizione di quella del 1641.
La Bibbia di Port Royal
Versione italiana dell’omonima Bibbia francese pubblicata fra 1775 e il 1785. Strettamente aderente alla Vulgata, ma con la significativa presenza delle note e dei commenti di tendenza giansenista presenti nell’originale francese.
La Bibbia del Martini
A distanza di due secoli dal Concilio di Trento che, di fatto, aveva proibito la lettura in volgare della Bibbia, l'abate Antonio Martini, anche su invito del papa Benedetto XIV, tradusse la Bibbia in italiano. Si tratta di una traduzione basata sulla Vulgata, ma contenente raffronti delle varianti tra il testo latino e quello greco del Nuovo Testamento. Uscì a Torino presso la Stamperia reale (Nuovo Testamento in 6 volumi, 1769-1771; Vecchio Testamento in 17 volumi, 1775-1781). Fu, in svariate edizioni, la Bibbia cattolica italiana per antonomasia fino almeno alla prima metà del XX secolo. Dopo il 1870 sono state cancellate tutte le note originali della Bibbia Martini sostituite con note di G. Ippolito 1866 e L. Nazari 1871.
Gli Evangeli tradotti in lingua italiana da G. Diodati con le riflessioni e le note di Francesco Lamennais, tradotte da Pier Silvestro Leopardi
Pubblicati durante il suo esilio parigino (1834-1848), conseguenza del suo impegno carbonaro e antiassolutista. L’intento esplicito di questo «cattolico d’animo e di cuore» è quello di rendere disponibili in italiano le «riflessioni e note» del Lamennais.
Versione (del nuovo testamento?) dal greco (in italiano?) di Giacinto Achilli
Nel 1854 a New York, presso la American Bible Union, fondata nel 1837 da battisti americani, era uscita una versione dal greco di Giacinto Achilli, ex domenicano (pseudo)convertito al protestantesimo, personaggio controverso del Risorgimento italiano e dello stesso protestantesimo. È in italiano o in inglese?
La santa Scrittura in volgare, riscontrata nuovamente con gli originali ed illustrata con breve commento da Gregorio Ugdulena, prete termitano
A Gregorio Ugdulena si deve il proposito di produrre una nuova traduzione dell’intera Bibbia dagli originali. Ma riuscì a tradurre solo due volumi comprendenti rispettivamente il Pentateuco e i libri da Giosuè a Re usciti nel 1859 a Palermo, presso la tipografia di Francesco Lao. Egli ritenne che la Vulgata «non possa servire a modello d’una traduzione compiutamente perfetta» e che non «farebbe opera del tutto disutile all’edificazione de’ fedeli e della chiesa in Italia» chi producesse una versione «ch’allo stato attuale delle nostre conoscenze fosse interamente conforme» e che volgesse le Scritture «dagli originali ebrei e greci». Della sua versione, Ugdulena dichiara di aver in realtà prodotto non una «traduzione nuova del tutto» ma una «collazione sopra i testi originali» e il Vaccari vi ravvisa «più che novella versione […] una revisione del Diodati sui testi originali, compresi con la scienza filologica e storica del sec. XIX; il pregio principale sta nel commento, che per conoscenza di lingue, di storia, degli scrittori più recenti, non è inferiore ai più dotti del suo tempo».
Vangeli di Niccolò Tommaseo
Prima traduzione dei vangeli in Italiano a partire dai testi originali greci. Uscirono nel 1869 ad opera di Niccolò Tommaseo, linguista, scrittore e patriota italiano. Al suo nome sono legati il Dizionario della Lingua Italiana, il Dizionario dei Sinonimi e il romanzo Fede e bellezza.
Il Nuovo Testamento del Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo tradotto sul testo originale
Edito a Firenze nel 1881 da Alberto Revel, docente di teologia esegetica alla Scuola teologica valdese di Firenze. Per la sua edizione si baserà esplicitamente sulle nuove edizioni critiche del testo greco del Nuovo testamento.
Il Nuovo Testamento volgarizzato ed esposto in note esegetiche e morali
Edito in 3 volumi usciti a Torino (Flli. Bocca), tra il 1879 e il 1880 ad opera del gesuita Carlo Maria Curci, colui che può a ragione esser considerato il fondatore de «La Civiltà cattolica». L’opera del Curci merita attenzione perché egli fu il primo cattolico italiano a produrre una traduzione integrale dal greco dell’intero Nuovo Testamento. Lo aveva preceduto, limitatamente ai Vangeli, solo Niccolò Tommaseo nel 1869. Nel 1883 pubblica anche il Salterio (i salmi) volgarizzato dall’ebreo ed esposto in note esegetiche e morali.
Il Nuovo Testamento. Nuova versione dall’originale greco
Pubblicato a Milano 1891 presso Giovanni Biava, esule a Ginevra per motivi di religione, a cui il Comité Italien-Suisse aveva affidato la gestione della Libreria evangelica aperta a Torino Milano 1891. L’intento è quello di fornire «la traduzione più letterale possibile degli oracoli di Dio» tenendo conto dei «nuovi studi» e dei «nuovi manoscritti rinvenuti». Una revisione esce nel 1930 presso «Il Dispensatore» di Novi Ligure, con la precisazione che essa «è stata interamente ricollazionata con un buon testo greco». Il lavoro è attribuito in gran parte a E.L. Bevir e condotto a termine dai suoi collaboratori. Si tratta sostanzialmente di una versione italiana della traduzione di Darby.
Traduzione dei Vangeli dall’originale greco di Salvatore Minocchi
Salvatore Minocchi è stato un presbitero, storico, biblista, teologo, ebraista italiano, uno dei principali esponenti del modernismo. Nel 1900, Salvatore Minocchi pubblicò una traduzione dei Vangeli dall’originale greco che rivela un’apertura ai risultati della critica biblica di cui egli fu indubbiamente un alfiere, ma si tratta ancora dell’iniziativa di un singolo erudito. Nel 1908, in seguito a una conferenza sulla Genesi tenuta a Firenze il 23 gennaio dello stesso anno, Minocchi fu sospeso a divinis; poco dopo lasciò l'abito ecclesiastico e abbandonò tutte le attività religiose, dedicandosi esclusivamente agli studi e all'insegnamento universitario di storia delle religioni. Nel 1912 si sposò col rito civile.
Il Santo Vangelo di N. S. Gesù Cristo e gli Atti degli apostoli. Nuova traduzione italiana con note
Viene pubblicato nel 1902 a Roma presso la Pia Società San Girolamo per la diffusione dei Santi Vangeli editrice. Questa traduzione, «sulla base della Biblia Vulgata, con uno sguardo al greco e alle traduzioni italiane allora esistenti», corredata di note e con una veste tipografica accattivante e un prezzo volutamente ridotto giungerà attraverso varie edizioni a una diffusione di 23 milioni di copie, con 517 edizioni tra il 1902 e il 1945. La stamperia è quella vaticana, la sede amministrativa è presso la Segreteria di stato: «opera cattolica, anzi propriamente Vaticana di apostolato scritturale». Rimarchevoli le personalità che producono questo Nuovo Testamento: lavorano «in cordiale adesione alla Santa Sede», ma sono anche notoriamente vicine agli ambienti cattolici modernisti. L’introduzione è a cura del barnabita Giovanni Semeria; la traduzione del testo biblico è di don Giuseppe Clementi e le note del padre Giovanni Genocchi, allora ritenuto «il più completo studioso italiano della Bibbia per le sue vaste conoscenze linguistiche moderne e orientali e per i suoi contatti con studiosi stranieri di gran nome». La Pia Società conobbe una crisi con la morte del suo protettore, Leone XIII. Nel 1943 fu Pio X, nel clima di sospetto che andava montando contro la Società, a imprimerle una «correzione di rotta», a provocare una «severa rimondatura del testo… con la tendenza a sacrificare l’esegesi alla teologia […] Dopo la potatura, che ridusse la “Società” al fine originario, ma anche inevitabilmente ne restrinse lo slancio originario, la sua storia è fatta, per così dire, di ordinaria amministrazione».
La Sacra Bibbia commentata dal P. Marco M. Sales O. P. Professore all’ Università di Friburgo (Svizzera) Testo latino della Volgata e versione italiana di Mons. Antonio Martini riveduta e corretta
Con «l’intento di sostituire l’opera del Martini», della cui traduzione dalla Vulgata rappresenta una revisione, si cominciò a pubblicare a Torino nel 1911 presso L.I.C.E.-R. Berruti e C. la traduzione curata dal padre Marco Sales O.P., Maestro del S. Palazzo Apostolico. L’opera sarebbe stata completata soltanto nel 1960. «Sua caratteristica saliente è di essere un tentativo sistematico di aggiornamento dell’opera originale, sia nella versione italiana, come nelle note e nelle introduzioni al testo, che guardano prudentemente anche al progresso delle scienze bibliche del tempo, ma senza snaturare l’impianto ermeneutico e teologico del commento originale di A. Martini: nell’insieme, dunque, un tentativo tutto italiano di “aggiornamento” di un “classico”».
Versione Riveduta di Giovanni Luzzi
Nel 1906 la SBBF nominò una commissione composta dai rappresentati delle diverse chiese evangeliche allora esistenti in Italia e la incaricò di preparare una revisione della versione di G. Diodati. Capo revisore fu nominato il prof. G. Luzzi, allora docente alla Facoltà Valdese di Teologia sita in Firenze. La revisione del N. T. fu pronta nel 1915; in seguito una commissione più ristretta, sempre sotto la direzione di G. Luzzi, completò la revisione dell'A. T. nel 1922. L'intera Bibbia fu pubblicata a Londra nel 1924 col titolo "La Sacra Bibbia, ossia l'Antico e il Nuovo Testamento. Versione riveduta sui testi originali". In seguito, per ordine delle leggi fasciste sulla stampa, che obbligavano a dare il nome dell'autore per ogni pubblicazione in circolazione, fu utilizzato il nome di G. Luzzi, che continua ad essere usato per le Bibbie pubblicate dalla SBBF. In realtà, la gran mole di lavoro di revisione gravò in massima parte sui prof. G. Luzzi e E. Bosio, all'epoca entrambi massime autorità in campo biblico presso la Facoltà Valdese di Teologia, furono i primi ad affrontare una traduzione in italiano dell’intera Bibbia dai testi originali.
La versione di Giovanni Luzzi
Giovanni Luzzi costituì nel 1909 una società, la "Fides et Amor", formata da 100 soci, la maggior parte cattolici, con una minoranza di greco-ortodossi ed evangelici. Nel 1921 la Casa Editrice Sansoni pubblicò il prospetto generale della nuova Bibbia italiana tradotta e annotata da Giovanni Luzzi. Egli stesso affermava: "Cominciai l'opera nel 1906, e nel 1931, dopo venticinque anni di costante, arduo, indefesso lavoro, Essa era compiuta". La versione del Luzzi si componeva di 12 volumi che comprendevano il I volume di Introduzione Generale e il X intitolato: "Gli Apocrifi dell'Antico Testamento".
La Bibbia Salani
Questa casa editrice curò in realtà due versioni della Bibbia facenti riferimento a due curatori diversi Vaccari e Ricciotti. Il Vaccari fu il primo cattolico romano ad affrontare una traduzione in italiano dell’intera Bibbia dai testi originali. L’iniziativa di traduzione del Vaccari fu suscitata da una richiesta di Pio X al Pontificio Istituto biblico, fondato nel 1909. Vaccari pubblicò una traduzione del Pentateuco nel 1923 e una dei libri poetici nel 1925. L’opera fu completata nel 1958, avvalendosi di altri collaboratori, con il titolo La Sacra Bibbia tradotta dai testi originali con note a cura del Pontificio Istituto Biblico di Roma, presso la casa editrice Salani.
Ordine delle edizioni uscite:
La Sacra Bibbia de La Cardinal Ferrari
Pubblicata a Firenze nel 1929 ad opera della Libreria Editrice Fiorentina de La Cardinal Ferrari S.A.I. L’apparizione in ambito cattolico di una «Bibbia manuale completa» costituisce una novità, segna una svolta ed è il frutto di una precisa scelta strategica: «Mentre i cattolici delle altre nazioni già da parecchio tempo potevano gloriarsi di una traduzione nella propria lingua di tutti quanti i libri della Sacra Scrittura raccolti in un unico volume, e quindi di facile consultazione, i cattolici italiani dovevano assistere, impotenti, alla continua propaganda delle Bibbie protestanti senza poter dare nelle mani del popolo una Bibbia manuale completa in lingua italiana. A colmare questa lacuna ha pensato la nostra Casa Editrice, che, prima in Italia, presenta ai cattolici una versione in lingua nostra di tutta quanta la Sacra Scrittura». A differenza di tutte le altre edizioni cattoliche, non vi compare alcuna incisione, alcun fregio, nessuna tavola illustrata, salvo alcune cartine geografiche al fondo di volume. Persino impaginato e caratteri sono del tutto simili a quelli della Riveduta. Naturalmente vi sono differenze, ma si colgono solo leggendo il volume: si è abbandonato il testo del Martini per procedere a una nuova traduzione della Vulgata; vi sono delle note, ma «poche, solo le strettamente necessarie». Molte di esse sono di tipo esegetico o informativo, ma non mancano quelle di sicuro orientamento dottrinale.
La Sacra Bibbia di Eusebio Tintori O.F.M
Nel 1931, seguita da numerose ristampe, viene pubblicata dalla Pia Società di San Paolo la Sacra Bibbia, traduzione del padre Eusebio Tintori O.F.M. L’introduzione mostra qualche apertura alla critica biblica insieme a un saldo riferimento alla tradizione e al magistero, con particolare riferimento a Leone XIII e alla Providentissimus Deus. La scelta della Vulgata come base della traduzione è giustificata con il richiamo al concilio di Trento e sintetizzata con queste parole: «La Volgata […] resta il testo ordinario nel pubblico insegnamento e nella predicazione, e nessuno ne può impugnare o ricusare il valore».
La Sacra Bibbia delle Paoline
Nel 1958 esce La Sacra Bibbia delle Paoline, intorno alla quale si lancerà a partire dal 1962 una campagna «la Bibbia a 1.000 lire».
Segue la storia editoriale.
Bibbia Nardoni
Esce nel 1960 a cura di F. Nardoni per i tipi dell'editrice Fiorentina di Firenze.
Bibbia Marietti
Conosciuta anche come Bibbia Garofalo, esce nel 1963 a Casale Monferrato in 3 volumi, curata da S. Garofalo, F. Vattioni, L. Algisi, la traduzione è condotta sui testi originali, con ampio apparato di introduzioni, note, tavole illustrate. Ripubblicata nel 1980.
La Sacra Bibbia UTET
È uscita a Torino nel 1963 a cura di E. Galbiati, A. Penna e P. Rossano. Quest’edizione fu di particolare rilevanza perché sarà questo lavoro a servire di base per la traduzione della Conferenza episcopale italiana (editio princeps) del 1971.
La bibbia secondo la versione greca dei settanta di Aristide Brunello
Questa è la prima versione in italiano della bibbia dei settanti, uscì nel 1963 a cura di Aristide Brunello. Questo lavoro, iniziato nel 1941-45, si è concluso alla veglia del Concilio Vaticano II. Egli pensava che la sua fatica potesse essere un punto di convergenza e di unione con le Chiese ortodosse. Dopo tutti questi decenni si può concludere che il suo lavoro non ha conseguito la sorte sperata e sia questo che la sua persona sono caduti in uno spesso oblio. Tuttavia questa Bibbia non è una semplice traduzione dalla versione dei LXX ma un suo rimaneggiamento per addomesticarla quanto più possibile alla versione allora canonica in Occidente: la Volgata. Essendo così, non è un testo interessante per eventuali confronti e/o verifiche, dal momento che avrebbe bisogno d'essere purificato esso stesso. Ciononostante fu la prima - e ancor oggi unica - versione completa della Bibbia della LXX
La Bibbia Concordata Mondadori
Pubblicata alla fine del 1968 si tratta della prima edizione della Bibbia curata da un gruppo di studiosi cattolici, protestanti, ortodossi ed ebrei (S. Cipriani, F. Montanini, B. Prete, L. Moraldi, A. Soggin, P. Kizeridis, E. Toaff). Il titolo Concordata si riferisce al lavoro comune, anche se siamo ancora a livello di semplice accostamento di contributi diversi. La pubblicazione è avvenuta su slancio della SBI (Società Biblica Italiana). Questa Bibbia è corredata di note simboliche che espongono soltanto il pensiero e l'interpretazione delle singole confessioni religiose. Porta "L'Imprimatur" cattolico, ed è conforme, almeno in generale, allo spirito e agli originali delle Sacre Scritture. Nel 1982 è uscita nella collana Meridiani in tre volumi (vedi immagini). Ripubblicata nel 1996 nella collana Oscar Mondadori.
Bibbia Cei
È a tutt’oggi il testo ufficiale ad uso liturgico della Chiesa cattolica.
La Bibbia TOB
Pubblicata dalla casa editrice Elledici (Leumann), prima (1976-1979) in tre volumi, poi in volume unico (1992), è la traduzione italiana della Traduction Oecuménique de la Bible (TOB). Il testo è quello della CEI, mentre le note sono della TOB. L’ordine dei libri testi non è quello della Bibbia CEI (Vulgata), ma quello della TOB (testo masoretico); i deuterocanonici vengono riportati in fondo.
Bibbia TILC
Il titolo completo è La Parola del Signore - Traduzione In Lingua Corrente (TILC). Nel 1976 esce il Nuovo Testamento, seguito nel 1985 dall'Antico (del 2001 è una revisione del NT). Si tratta di una coedizione tra Elledici e ABU (Alleanza Biblica Universale). Per la prima volta in Italia si procede ad una traduzione veramente interconfessionale, con studiosi appartenenti alle diverse confessioni cristiane. Il criterio seguito per la traduzione, condotta sui testi originali, è una resa linguistica di tipo colloquiale, senza rinunciare al rigore filologico.
?1978 Bibbia San Paolo in 3 volumi?
L'ho trovata citata qui:http://www.utopia.it/libri.htm
So che è cattolica, che ha l'imprimatur ma non sono riuscito a capire chi è l'editore (la San Paolo?) e o il curatore.
Nuova Diodati
Pubblicata nel 1990. Occorre dire con chiarezza che questa traduzione non ha nulla a che vedere con la Diodati e non ne è una revisione. Esiste, poi, un problema essenziale di fondo. Chi ha tradotto il testo ha usato "The Interlinear Hebrew-Greek English Bible" che utilizza a sua volta la ricostruzione di F. H. Scrivener, il quale nel 1894 si assunse l'ardua impresa di ricostruire dalla versione inglese King James i testi ebraico e greco, tentando così di riprodurre il "Textus Receptus" o "Testo Ricevuto". Il "Textus Receptus" pubblicato nel 1550 era costituito dall'unico testo ebraico e greco utilizzato per tradurre dalle lingue originali la Sacra Scrittura. Antonio Brùcioli e Giovanni Diodati utilizzarono questo testo delle lingue originali per le loro famose versioni. Ma la "Nuova Diodati" è tradotta su questo testo ricostruito artificiosamente dalla notissima versione inglese del 1661, che a sua volta era stata tradotta dallo stesso "Textus Receptus". Basti pensare che tra il Textus Receptus originale del 1550 e quello dal quale è stata tradotta la "Nuova Diodati" esistono ben oltre 250 differenze. Di conseguenza, la cosiddetta "Nuova Diodati" può essere certamente usata per studio e confronto con altre traduzioni, ma non può garantire alcuna aderenza linguistica all'originale.
Nuova Riveduta
Questa Bibbia, pubblicata dalla Società Biblica di Ginevra in una prima edizione nel 1994 e in una seconda edizione nel 1995, si colloca nella linea delle versioni di Giovanni Diodati del 1607 e risulta in continuità con la Riveduta del 1924. Si distingue però per un'attenta revisione sulla base di manoscritti greci ed ebraici antichi, che non erano disponibili né all'epoca del Diodati né quando fu pubblicata la Bibbia Riveduta. È una revisione della revisione di Giovanni Luzzi della Bibbia Diodati.
Bibbia Piemme
Pubblicata nel 1995 è l’erede della vecchia Marietti, questa nuova edizione, curata da L. Pacomio, F. Della Vecchia, A. Pitta et alii, presenta il testo CEI, ma offre un ampio apparato di sussidi. È per questo un'ottima edizione di studio.
Bibbia Ebraica
Pubblicata tra il 1995 e il 1996 dalla Giuntina, casa editrice storica dell'ebraismo italiano, questa splendida edizione della Bibbia ebraica, curata dal rav Dario Disegni, è divisa in quattro volumi: Pentateuco e Haftaròt, Profeti anteriori, Profeti posteriori, Agiografi. Presenta il testo ebraico (testo masoretico) e traduzione italiana a fianco.
I libri di Dio Mondadori
Nella famosa (ed economica) collana degli Oscar, la Mondadori pubblica nel 2000 una serie di sei volumi, con il titolo generale di I libri di Dio: La Bibbia. Pur priva di note al testo, questa edizioni si fa apprezzare per gli apparati introduttivi e soprattutto per il fatto che la traduzione è opera di poco conosciuti ma assai competenti studiosi, soprattutto cattolici.
La Bibbia dei Settanta
In corso d’opera a partire dal 2012 presso la casa editrice Morcelliana. Si tratta della seconda traduzione in italiano della bibbia dei LXX direttamente dal greco e stavolta fedele al testo.
NB
Da questo lungo elenco che contiene tutte le traduzioni della Bibbia in italiano è stata volutamente esclusa la "Traduzione" del nuovo mondo dei testimoni di Geova. Quindi non si tratta di una dimenticanza.
RIEPILOGO DELLE SOLE BIBBIE CATTOLICHE O TRADOTTE DA CATTOLICI (IN TOTO O IN PARTE) O CON IMPRIMATUR CATTOLICO
BIBBIE INTERLINEARI
FONTI E LINK CONSULTATI PER LA STESURA DI QUESTA PAGINA
Wikipedia:https://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale
Cathopedia:http://it.cathopedia.org/wiki/Cathopedia:Pagina_principale
Treccani "Bibbie d'Italia. La traduzione dei testi biblici in italiano tra Otto e Novecento" http://www.treccani.it/enciclopedia/...#39;Italia%29/
http://www.utopia.it/ da qui ho tratto alcune informazioni per la Bibbia Martini, non è un sito cattolico ma di stampo tradizionalista.
http://www.bicudi.net/node/105 da qui ho tratto alcune nozioni in merito alle edizioni a partire dalla metà del 900.
http://www.evangelico.it/rubriche/approfondimenti/corso/5.htm da qui ho preso tutte o la maggior parte delle nozioni riguardanti le bibbie a carattere protestante.
Ogni copyright appartiene pertanto agli autori originali degli articoli, io mi sono limitato a prendere qua e la e a riordinare il materiale per una fruizione più semplice ed organica delle informazioni.
Il testo è stato interamente preso dal sito Cattolici Romani (clicca sul link per aprire l'originale) e copiato per evitare che per qualche cambiamento del link non fosse più fruibile come in passato mi è capitato con altri collegamenti
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MANOSCRITTI ANTICHI
Per manoscritti antichi si intendono le fonti manoscritte su cui si basa ogni edizione critica moderna della bibbia.
Fonti in Ebraico o Aramaico
- Manoscritti biblici di Qumran: https://it.wikipedia.org/wiki/Manosc...lici_di_Qumran
- Codici masoretici: i tre più importanti sono il codice di Leningrado, di Aleppo e del Cairo
Fonti in Greco
- Codici con la versione dei LXX (alcuni sono gli stessi che contengono anche il nuovo testamento)
- Papiri del nuovo testamento: https://it.wikipedia.org/wiki/Papiri...ovo_Testamento
- Onciali del nuovo testamento: https://it.wikipedia.org/wiki/Manosc...ovo_Testamento
- Minuscoli del nuovo testamento: https://it.wikipedia.org/wiki/Manosc...ovo_Testamento
- Lezionari del nuovo testamento: https://it.wikipedia.org/wiki/Lezion...ovo_Testamento
EDIZIONI CRITICHE E NON DELLA BIBBIA IN LINGUA ORIGINALE O IN TRADUZIONI ANTICHE
Per edizione critica si intende un'edizione che cerca di ristabilire l'originario testo andato perduto attraverso le copie che ci sono pervenute. Tale procedimento si ottiene attraverso un sistema di collazione dei vari manoscritti, ovvero si dispone, riga per riga lo stesso testo dai diversi manoscritti e si segnano tutte le differenze che vi sono errori compresi. Questa è l'operazione preliminare per poter effettuare uno stemma codicum, ovvero una sorta di albero genealogico dei manoscritti, nel quale si cerca di suddividerli in varie famigle o gruppi. Una famiglia di manoscritti è tale se i suoi componenti sono stati copiati da uno stesso manoscritto, detto antigrafo, generalmente andato perduto. Per stabilire a quale gruppo di famiglie appartengono i manoscritti si ricorre alla teoria degli errori, gli errori uguali indicano la discendenza da un medesimo manoscritto. Solo dopo aver proceduto a tutto questo lavoro si può iniziare a valutare le varianti (parole diverse) per uno stesso testo. Le varianti non accolte nel testo sono poi inserite in nota nell'apparato critico.
Septuaginta o dei Settanta (LXX)
È la versione della Bibbia in lingua greca, che la lettera di Aristea vuole tradotta direttamente dall'ebraico da 72 saggi ad Alessandria d'Egitto; in questa città cosmopolita e tra le maggiori dell'epoca, sede della celebre Biblioteca d'Alessandria, si trovava un'importante e attiva comunità ebraica. Per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/Septuaginta
- Septuaginta, editio altera, edd. Alfred Rahlfs - Robert Hanhart, Corrected edition Deutsche Bibelgesellschaft Stuttgart, 2006 (I edizione, 1935)
È la più popolare edizione della LXX. Non si tratta di un’edizione critica vera e propria, ma è basata soprattutto sul codex Vaticanus (B), con lezioni basate anche sul codex Alexandrinus (A) e sul codex Sinaiticus (S), che sono comunque i codici più importanti e alti nello stemma. In tutte le interlineari italiane in calce viene riportata proprio quest'edizione.
- Edizione di Göttingen – edizione «eclettica» Septuaginta, Vetus Testamentum Graecum. Auctoritate Academiae Scientiarum Gottingensis editum - Mitteilungen des Septuaginta-Unternehmens der Akademie der Wissenschaften in Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen.
Si tratta di una vera e propria edizione critica (eclettica). Cominciata nel 1931, all’inizio del 2009 sono stati pubblicati 23 volumi. Stabilisce un testo a partire dalla totalità dei manoscritti disponibili, raggruppati in famiglie. Lo scopo è di ricostruire una versione la più possibile vicina all’originale.
Testo Masoretico
Per testo masoretico si intende il canone della Bibbia ebraica, detta anche Tanakh, per noi corrisponde sempre all'antico testamento, come per la bibbia dei LXX, la quale però contiene alcuni testi che per gli ebrei sono considerati apocrifi.
Purtroppo per via delle usanze ebraiche che vogliono la distruzione dei rotoli usurati non abbiamo testimoni antichissimi, pertanto più che edizioni critiche abbiamo edizioni anastatiche (ovvero che producono fedelmente il testo senza variare nulla dello stesso) di un manoscritto chiamato Textus receptus, ovvero comunemente accettato. Nel caso del testo masoretico si tratta del codice di Leningrado datato nel 1008. Più antico è il codice di Aleppo datato 925-930 ma a partire dal 1947 è diventato mutilo perdendo il pentateuco.
- Biblia Hebraica Stuttgartensia
Il testo è una copia precisa (errori inclusi) del testo masoretico (testo receptus) come è contenuto nel Codex Lenigradensis (L). L'unica differenza sostanziale è che 1-2 Cr compare in L prima dei Salmi, mentre nella BHS è stato spostato alla fine, in conformità con le altre bibbie ebraiche. Il libro di Giobbe precede il Libro dei Proverbi, come in L ma non nelle altre bibbie ebraiche. Da quest'edizione i traduttori di tutto il mondo partono per tradurre l'antico testamento della Bibbia nelle diverse lingue.
- The Hebrew University Bible Project
Un ambizioso progetto editoriale in corso, intende essere un’editio maior, contenente cioè tutti i testimoni ebraici antichi, tutte le versioni (spesso più antiche dei testimoni ebraici), tutte le citazioni rabbiniche o di altra provenienza, spiegazioni e annotazioni. Codice di riferimento è quello di Aleppo. Pubblicati finora Isaia (1995), Geremia (1997), Ezechia (2004).
Nuovo testamento in greco
I primi scritti del nuovo testamento furono quasi sicuramente redatti in aramaico, purtroppo nessuno di questi testi è pervenuto fino a noi. Pertanti i testimoni più antichi sono il lingua greca.
- Novum Testamentum Graece: Nestle Aland 28th Revised Ed. of the Greek New Testament, Standard Edition
- Greek New Testament della United Bible Societies
Nel testo queste due edizioni sono sostanzialmente uguali, a cambiare è solo l'apparato critico, il primo è quello più completo che dà più ragione del formarsi del testo.
Una nota di carattere personale. Data l'economicità assoluta dell'edizione del Novum Testamentum Graece Nestle Aland (con 30€ lo si compera in Amazon) mi chiedo se sia effettivamente un'edizione critica di tutti i testi o solo di quelli più importanti e principali. A confronto un solo volume dell'edizione critica dei LXX costa mediamente 80€.
Vetus Latina
Sotto questo nome si raccoglie la collezione dei testi biblici adottati dalle comunità cristiane di II secolo, si tratta di traduzioni fatte da autori di volta in volta diversi a partire dalla versione greca della bibbia. Questa è la versione di riferimento di Sant'Agostino, il quale si opponeva alla nuova versione di Girolamo
Un’edizione critica di tutti i testi biblici latini antecedenti alla vulgata di San Girolamo è in corso d’opera presso il Vetus Latina Institute:http://www.vetus-latina.de/en/instit.../institut.html
Vulgata di San Girolamo
È stata per secoli e secoli la bibbia ufficiale della Chiesa cattolica. Si tratta della traduzione di San Girolamo a partire dai testi originali all'epoca disponibili (ebraico e greco). Per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/Vulgata
- Biblia Sacra Vulgata (Editio quinta) (Latin Edition) curata da Roger Gryson e Robert Webe
In quanto testo critico, la Vulgata Stuttgartensia tenta di riproporre il testo primitivo di Girolamo attraverso il confronto dei vari manoscritti pervenutici, primariamente il Codex Amiatinus, purgandolo degli inevitabili errori e glosse amanuensi.
Vulgata Sisto Clementinae
Si tratta di fatto ancora della Vulgata di San Girolamo, la quale viene nuovamente ribadita come unica bibbia ufficiale per la Chiesa cattolica durante il concilio di Trento. Il papa Sisto V, per ovviare e porre fine alle varie differenze che nel frattempo erano sorte fra le bibbie a furia di ricopiare il testo di San Girolamo ordinò una nuova versione standard basata sulla edizione di Robertus Stephanus (1528), corretta in base alla versione greca. Il lavoro però fu affrettato e risentì di numerosi errori di stampa. Venne pertanto intrapresa una nuova edizione che venne portata a termine all'inizio del pontificato di Clemente VIII (1592-1605). L'edizione prodotta è detta Vulgata Sisto-Clementina.
- " Edizioni critiche da suggerire"
Nova vulgata
Nel 1965, verso la conclusione del Concilio Vaticano II, papa Paolo VI commissionò una revisione della Vulgata in accordo con i moderni criteri esegetici e filologici. Il lavoro si basò sull'edizione critica del 1907 di Pio X. Circa la metodologia traduttiva, per tutti i libri la versione latina viene armonizzata con le edizioni critiche dei testi originali in ebraico, aramaico, greco. In alcuni loci, però, la Nova Vulgata opta per traduzioni ad sensum, a discapito del testo originale. L'intero testo fu completato nel 1979.
- L'edizione ufficiale si può consultare gratuitamente dal sito ufficiale del vaticano:http://www.vatican.va/archive/bible/..._index_lt.html
TRADUZIONI DELLA BIBBIA IN ITALIANO
La Bibbia Dugentista
È una traduzione italiana della Vulgata di Girolamo. Non si sanno le esatte origini della traduzione né chi è stato coinvolto nella sua realizzazione. È frutto di un lavoro collettivo di popolo. Espressione dei movimenti pauperistici e popolari del duecento: francescani, valdesi, patarini, ecc. La prima edizione stampata è del 1° ottobre 1471 a Venezia.
Di questa versione non ve ne era una edizione soltanto, ma molte, unite tra i diversi volgarizzamenti. Infatti bisogna notare che in questa versione vi è una grande differenza tra un libro e l'altro. Carlo Negroni, noto avvocato ed editore di Novara, che curò la ristampa di un raro esemplare della Bibbia volgare pubblicata il 1° ottobre 1471, volumi ristampati in 300 esemplari tra il 1882 e il 1887, affermava: "La notata medesimezza fra lo scrivere del Cavalca e quello della nostra edizione, non si mantiene dappertutto in grado eguale, anzi vi sono libri nei quali essa diminuisce e direi quasi si oscura". Questa Bibbia circolava liberamente in Italia, ma a darne maggior diffusione intervenne l'importantissima scoperta della stampa a caratteri mobili. Nel 1471, infatti, furono pubblicate a Venezia due diverse edizioni derivate da manoscritti ignoti e tutte e due vennero chiamate "Bibbia volgare".
La Bibbia del Malermi
La prima edizione a stampa dell’intera Bibbia è curata dal tipografo veneziano Wendelin (Vandelino); viene pubblicata nell'agosto del 1471 con la traduzione di Nicolò Malermi, monaco camaldolese. Il Malermi usò in parte i volgarizzamenti biblici trecenteschi, ma l'opera, realizzata nel corso di otto mesi (come egli stesso dichiara) appare di eccezionale rilevanza. Nell'impresa gli furono compagni il francescano Lorenzo da Venezia (che diede poi vita alla tipografia "Nel beretin convento"), col compito di revisore teologico, e Gerolamo Squarzafico, umanista di Alessandria, impegnato in quegli anni come redattore editoriale per diversi tipografi. Nella princeps trova posto una lettera del Malermi a fra Lorenzo, nella quale esplicita ragioni e metodo del suo lavoro, che costituisce, per quegli anni, una delle riflessioni più acute circa le traduzioni di argomento religioso. L’opera godette di grande successo e, avendo papa Paolo IV proibito nel 1559 ogni nuova traduzione in lingua volgare, rimase per due secoli l'unica edizione cattolica autorizzata della Bibbia italiana, fino alla pubblicazione alla fine del Settecento della Bibbia dell'arcivescovo di Firenze Antonio Martini. In realtà altre fonti riportano che nel 1567 ricadde nelle proibizioni ecclesiastiche. Il testo presentato subì progressive ma limitate revisioni, fino all'inclusione di testi proemiali di ascendenza riformata. L'edizione veneziana degli eredi di Niccolò Pezzana (1773), curata dal giansenista Alvise Guerra, che dichiara nel frontespizio di pubblicare la versione malerbiana "ridotta allo stile moderno e arricchita di note", è in realtà altra cosa.
La Bibbia Gensoniana
Pubblicata il 1° ottobre 1471 dallo stampatore Nicolò Jenson, famoso tipografo francese del 1400. Questa Bibbia è anche copia del '300; sebbene sembra che il manoscritto non fosse completo perché, specialmente nei Salmi e nel N. T. segue la Bibbia del Malermi. Non fu mai ristampata fino al 1800. Nel 1846 ne fu iniziata la pubblicazione dalla Società dei Bibliofili veneti, ma dovette essere ben presto sospesa al Pentateuco per difficoltà sorte con le autorità cattoliche. Le copie rimaste in tipografia furono distrutte o disperse. Nel 1882 Carlo Negroni iniziò una ristampa della Bibbia Vulgata secondo la rara edizione del 10 ottobre 1471, terminata nel 1887.
La Bibbia Olivètan
Al Sinodo del 1532 i Valdesi decisero l’adesione alla Riforma di Calvino e diedero incarico a Pietro Roberto Olivètan, parente di Calvino, di tradurre la Bibbia dagli originali in francese. L’opera fu completata nel 1535.
La Bibbia di Antonio Brucioli
Antonio Brùcioli, fiorentino, pubblicò a Venezia nel 1530 il N. T. e infine, nel 1532, tutta la Bibbia. Brùcioli affermò di aver tradotto dalle lingue originali, anche se è ormai accertato che nel tradurre si servì largamente delle traduzioni latine di Sante Pagnini (edita a Lione, nel 1527, dal lucchese Sante Pagnini), per l' A. T. e di Erasmo (edita a Basilea nel 1516), per il N. T. Questa versione ha il privilegio di essere la rima in lingua moderna fatta da un solo autore. La versione del Brùcioli fu la Bibbia usata dagli evangelici italiani fino alla versione del Diodati, che prese il suo posto un secolo dopo. In seguito fu rimaneggiata da Filippo Rustici e rimase la Bibbia usata dai rifugiati italiani in territorio estero, particolarmente in Svizzera. Nel 1542 fu pubblicata dal Brùcioli stesso con un commento che ebbe parecchie ristampe fino al 1559, quando il Concilio di Trento la mise all'indice.
La Bibbia del Marmochino
Nel 1538 lo stesso stampatore Giunti di Venezia, che sei anni prima aveva pubblicato la Bibbia del Brùcioli, stampò la "Bibbia nuovamente tradotta in lingua toscana per Maestro Santi Marmocchino". Questi era un frate dell'ordine domenicano e, per quanto fosse presentata come una traduzione dall'originale, sembra una revisione di quella del Brùcioli per l' A. T., e per quanto riguarda il N. T., questa versione incorporò il "Nuovo Testamento tradotto in lingua toscana dal reverendo padre fra Zaccaria da Firenze dell'ordine de' Predicatori", pubblicato dallo stesso stampatore nel 1536 sempre a Venezia, e che in realtà era una revisione del N. T. del Brùcioli tenendo d'occhio la Vulgata e la versione di Erasmo.
Considerata per molto tempo una risposta ortodossa alla versione del 1532 del Brucioli, simpatizzante delle idee della Riforma (il primo a sostenerlo fu J. Le Long nella sua Bibliotheca sacra), la Bibia del Marmochino è in realtà corredata da apparati di indubbia provenienza eterodossa. La Tavola seconda nella sezione degli indici è traduzione letterale di quella pubblicata da Johannes Rudelius per la Biblia edita da P. Quentel a Colonia nel 1527, utilizzata dal Marmochino anche per la traduzione del terzo libro dei Maccabei (per la prima volta qui in italiano) e ripetutamente condannata nell’Indice dei libri proibiti dal 1546 per i contenuti teologici contrari alla dottrina cattolica. Attraverso i commenti inseriti a margine della traduzione, il Marmochino ebbe ancora modo di manifestare le proprie convinzioni savonaroliane, valorizzando il carisma della profezia e condannando la corruzione ecclesiastica.
Nuovo testamento di Massimo Teofilo
Pubblicato a Lione in Francia nel 1551, nell’ambiente degli evangelici italiani emigrati.
Bibbia diglotta (italiano-francese) di Giovan Luigi Paschale
Il Paschale era piemontese e a Nizza si convertì al protestantesimo. Consacrato pastore a Ginevra, nel 1559 andò in Calabria per prendersi cura dei Valdesi della zona che avevano bisogno di ministri del vangelo. Fu arrestato prima a Napoli e poi a Roma. Il 16 settembre 1560 fu arso vivo, confessando la propria fede sul rogo eretto in Piazza Ponte S. Angelo, in Roma. Il suo N. T. in due lingue, italiano e francese, era una revisione del testo Brùcioliano e per il francese, il testo di Roberto Estienne. La particolarità di questo N. T, è che è il primo che dà la divisione numerata dei versetti fatta da Roberto Estienne ed introdotta nella sua versione greco-latina, pubblicata a Ginevra nel 1551.
La Bibbia Diodati
Con la proibizione della lettura della Bibbia in lingua volgare, stabilita nel 1564 dal Concilio Tridentino, cessa tra i cattolici il lavoro di traduzione. A Ginevra nel 1604 Giovanni Diodati pubblica la prima edizione della Bibbia che fu realizzata dai testi originali (per il Nuovo Testamento usò la versione di Erasmo), con un occhio sui lavori di Teofilo e di Brucioli. Nel 1641 l’edizione definitiva che risulterà di formato maggiore rispetto alla prima, arricchita da note esplicative e rinvii a testi paralleli con, all'inizio dei capitoli, un breve sunto della materia, includendo anche gli apocrifi considerati testo non di autorità canonica ma lettura di edificazione.
La traduzione del Diodati, impostasi per le sue qualità letterarie e la sua ricchezza di pensiero, diventò la Bibbia degli evangelici italiani dal XVII secolo in poi. Ha subito successive revisioni o versioni nel 1712, 1744, 1819, 1821. A partire dalle edizioni posteriori al 1821-22 furono eliminati i testi apocrifi. Un’ottima edizione è quella in 3 volumi della collana Meridiani Mondatori che contiene anche gli apocrifi è una riedizione di quella del 1641.
La Bibbia di Port Royal
Versione italiana dell’omonima Bibbia francese pubblicata fra 1775 e il 1785. Strettamente aderente alla Vulgata, ma con la significativa presenza delle note e dei commenti di tendenza giansenista presenti nell’originale francese.
La Bibbia del Martini
A distanza di due secoli dal Concilio di Trento che, di fatto, aveva proibito la lettura in volgare della Bibbia, l'abate Antonio Martini, anche su invito del papa Benedetto XIV, tradusse la Bibbia in italiano. Si tratta di una traduzione basata sulla Vulgata, ma contenente raffronti delle varianti tra il testo latino e quello greco del Nuovo Testamento. Uscì a Torino presso la Stamperia reale (Nuovo Testamento in 6 volumi, 1769-1771; Vecchio Testamento in 17 volumi, 1775-1781). Fu, in svariate edizioni, la Bibbia cattolica italiana per antonomasia fino almeno alla prima metà del XX secolo. Dopo il 1870 sono state cancellate tutte le note originali della Bibbia Martini sostituite con note di G. Ippolito 1866 e L. Nazari 1871.
Gli Evangeli tradotti in lingua italiana da G. Diodati con le riflessioni e le note di Francesco Lamennais, tradotte da Pier Silvestro Leopardi
Pubblicati durante il suo esilio parigino (1834-1848), conseguenza del suo impegno carbonaro e antiassolutista. L’intento esplicito di questo «cattolico d’animo e di cuore» è quello di rendere disponibili in italiano le «riflessioni e note» del Lamennais.
Versione (del nuovo testamento?) dal greco (in italiano?) di Giacinto Achilli
Nel 1854 a New York, presso la American Bible Union, fondata nel 1837 da battisti americani, era uscita una versione dal greco di Giacinto Achilli, ex domenicano (pseudo)convertito al protestantesimo, personaggio controverso del Risorgimento italiano e dello stesso protestantesimo. È in italiano o in inglese?
La santa Scrittura in volgare, riscontrata nuovamente con gli originali ed illustrata con breve commento da Gregorio Ugdulena, prete termitano
A Gregorio Ugdulena si deve il proposito di produrre una nuova traduzione dell’intera Bibbia dagli originali. Ma riuscì a tradurre solo due volumi comprendenti rispettivamente il Pentateuco e i libri da Giosuè a Re usciti nel 1859 a Palermo, presso la tipografia di Francesco Lao. Egli ritenne che la Vulgata «non possa servire a modello d’una traduzione compiutamente perfetta» e che non «farebbe opera del tutto disutile all’edificazione de’ fedeli e della chiesa in Italia» chi producesse una versione «ch’allo stato attuale delle nostre conoscenze fosse interamente conforme» e che volgesse le Scritture «dagli originali ebrei e greci». Della sua versione, Ugdulena dichiara di aver in realtà prodotto non una «traduzione nuova del tutto» ma una «collazione sopra i testi originali» e il Vaccari vi ravvisa «più che novella versione […] una revisione del Diodati sui testi originali, compresi con la scienza filologica e storica del sec. XIX; il pregio principale sta nel commento, che per conoscenza di lingue, di storia, degli scrittori più recenti, non è inferiore ai più dotti del suo tempo».
Vangeli di Niccolò Tommaseo
Prima traduzione dei vangeli in Italiano a partire dai testi originali greci. Uscirono nel 1869 ad opera di Niccolò Tommaseo, linguista, scrittore e patriota italiano. Al suo nome sono legati il Dizionario della Lingua Italiana, il Dizionario dei Sinonimi e il romanzo Fede e bellezza.
Il Nuovo Testamento del Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo tradotto sul testo originale
Edito a Firenze nel 1881 da Alberto Revel, docente di teologia esegetica alla Scuola teologica valdese di Firenze. Per la sua edizione si baserà esplicitamente sulle nuove edizioni critiche del testo greco del Nuovo testamento.
Il Nuovo Testamento volgarizzato ed esposto in note esegetiche e morali
Edito in 3 volumi usciti a Torino (Flli. Bocca), tra il 1879 e il 1880 ad opera del gesuita Carlo Maria Curci, colui che può a ragione esser considerato il fondatore de «La Civiltà cattolica». L’opera del Curci merita attenzione perché egli fu il primo cattolico italiano a produrre una traduzione integrale dal greco dell’intero Nuovo Testamento. Lo aveva preceduto, limitatamente ai Vangeli, solo Niccolò Tommaseo nel 1869. Nel 1883 pubblica anche il Salterio (i salmi) volgarizzato dall’ebreo ed esposto in note esegetiche e morali.
Il Nuovo Testamento. Nuova versione dall’originale greco
Pubblicato a Milano 1891 presso Giovanni Biava, esule a Ginevra per motivi di religione, a cui il Comité Italien-Suisse aveva affidato la gestione della Libreria evangelica aperta a Torino Milano 1891. L’intento è quello di fornire «la traduzione più letterale possibile degli oracoli di Dio» tenendo conto dei «nuovi studi» e dei «nuovi manoscritti rinvenuti». Una revisione esce nel 1930 presso «Il Dispensatore» di Novi Ligure, con la precisazione che essa «è stata interamente ricollazionata con un buon testo greco». Il lavoro è attribuito in gran parte a E.L. Bevir e condotto a termine dai suoi collaboratori. Si tratta sostanzialmente di una versione italiana della traduzione di Darby.
Traduzione dei Vangeli dall’originale greco di Salvatore Minocchi
Salvatore Minocchi è stato un presbitero, storico, biblista, teologo, ebraista italiano, uno dei principali esponenti del modernismo. Nel 1900, Salvatore Minocchi pubblicò una traduzione dei Vangeli dall’originale greco che rivela un’apertura ai risultati della critica biblica di cui egli fu indubbiamente un alfiere, ma si tratta ancora dell’iniziativa di un singolo erudito. Nel 1908, in seguito a una conferenza sulla Genesi tenuta a Firenze il 23 gennaio dello stesso anno, Minocchi fu sospeso a divinis; poco dopo lasciò l'abito ecclesiastico e abbandonò tutte le attività religiose, dedicandosi esclusivamente agli studi e all'insegnamento universitario di storia delle religioni. Nel 1912 si sposò col rito civile.
Il Santo Vangelo di N. S. Gesù Cristo e gli Atti degli apostoli. Nuova traduzione italiana con note
Viene pubblicato nel 1902 a Roma presso la Pia Società San Girolamo per la diffusione dei Santi Vangeli editrice. Questa traduzione, «sulla base della Biblia Vulgata, con uno sguardo al greco e alle traduzioni italiane allora esistenti», corredata di note e con una veste tipografica accattivante e un prezzo volutamente ridotto giungerà attraverso varie edizioni a una diffusione di 23 milioni di copie, con 517 edizioni tra il 1902 e il 1945. La stamperia è quella vaticana, la sede amministrativa è presso la Segreteria di stato: «opera cattolica, anzi propriamente Vaticana di apostolato scritturale». Rimarchevoli le personalità che producono questo Nuovo Testamento: lavorano «in cordiale adesione alla Santa Sede», ma sono anche notoriamente vicine agli ambienti cattolici modernisti. L’introduzione è a cura del barnabita Giovanni Semeria; la traduzione del testo biblico è di don Giuseppe Clementi e le note del padre Giovanni Genocchi, allora ritenuto «il più completo studioso italiano della Bibbia per le sue vaste conoscenze linguistiche moderne e orientali e per i suoi contatti con studiosi stranieri di gran nome». La Pia Società conobbe una crisi con la morte del suo protettore, Leone XIII. Nel 1943 fu Pio X, nel clima di sospetto che andava montando contro la Società, a imprimerle una «correzione di rotta», a provocare una «severa rimondatura del testo… con la tendenza a sacrificare l’esegesi alla teologia […] Dopo la potatura, che ridusse la “Società” al fine originario, ma anche inevitabilmente ne restrinse lo slancio originario, la sua storia è fatta, per così dire, di ordinaria amministrazione».
La Sacra Bibbia commentata dal P. Marco M. Sales O. P. Professore all’ Università di Friburgo (Svizzera) Testo latino della Volgata e versione italiana di Mons. Antonio Martini riveduta e corretta
Con «l’intento di sostituire l’opera del Martini», della cui traduzione dalla Vulgata rappresenta una revisione, si cominciò a pubblicare a Torino nel 1911 presso L.I.C.E.-R. Berruti e C. la traduzione curata dal padre Marco Sales O.P., Maestro del S. Palazzo Apostolico. L’opera sarebbe stata completata soltanto nel 1960. «Sua caratteristica saliente è di essere un tentativo sistematico di aggiornamento dell’opera originale, sia nella versione italiana, come nelle note e nelle introduzioni al testo, che guardano prudentemente anche al progresso delle scienze bibliche del tempo, ma senza snaturare l’impianto ermeneutico e teologico del commento originale di A. Martini: nell’insieme, dunque, un tentativo tutto italiano di “aggiornamento” di un “classico”».
Versione Riveduta di Giovanni Luzzi
Nel 1906 la SBBF nominò una commissione composta dai rappresentati delle diverse chiese evangeliche allora esistenti in Italia e la incaricò di preparare una revisione della versione di G. Diodati. Capo revisore fu nominato il prof. G. Luzzi, allora docente alla Facoltà Valdese di Teologia sita in Firenze. La revisione del N. T. fu pronta nel 1915; in seguito una commissione più ristretta, sempre sotto la direzione di G. Luzzi, completò la revisione dell'A. T. nel 1922. L'intera Bibbia fu pubblicata a Londra nel 1924 col titolo "La Sacra Bibbia, ossia l'Antico e il Nuovo Testamento. Versione riveduta sui testi originali". In seguito, per ordine delle leggi fasciste sulla stampa, che obbligavano a dare il nome dell'autore per ogni pubblicazione in circolazione, fu utilizzato il nome di G. Luzzi, che continua ad essere usato per le Bibbie pubblicate dalla SBBF. In realtà, la gran mole di lavoro di revisione gravò in massima parte sui prof. G. Luzzi e E. Bosio, all'epoca entrambi massime autorità in campo biblico presso la Facoltà Valdese di Teologia, furono i primi ad affrontare una traduzione in italiano dell’intera Bibbia dai testi originali.
La versione di Giovanni Luzzi
Giovanni Luzzi costituì nel 1909 una società, la "Fides et Amor", formata da 100 soci, la maggior parte cattolici, con una minoranza di greco-ortodossi ed evangelici. Nel 1921 la Casa Editrice Sansoni pubblicò il prospetto generale della nuova Bibbia italiana tradotta e annotata da Giovanni Luzzi. Egli stesso affermava: "Cominciai l'opera nel 1906, e nel 1931, dopo venticinque anni di costante, arduo, indefesso lavoro, Essa era compiuta". La versione del Luzzi si componeva di 12 volumi che comprendevano il I volume di Introduzione Generale e il X intitolato: "Gli Apocrifi dell'Antico Testamento".
La Bibbia Salani
Questa casa editrice curò in realtà due versioni della Bibbia facenti riferimento a due curatori diversi Vaccari e Ricciotti. Il Vaccari fu il primo cattolico romano ad affrontare una traduzione in italiano dell’intera Bibbia dai testi originali. L’iniziativa di traduzione del Vaccari fu suscitata da una richiesta di Pio X al Pontificio Istituto biblico, fondato nel 1909. Vaccari pubblicò una traduzione del Pentateuco nel 1923 e una dei libri poetici nel 1925. L’opera fu completata nel 1958, avvalendosi di altri collaboratori, con il titolo La Sacra Bibbia tradotta dai testi originali con note a cura del Pontificio Istituto Biblico di Roma, presso la casa editrice Salani.
Ordine delle edizioni uscite:
- 1929 la Sacra Bibbia curata da A. Mercati, G. Mezzacasa, G. Ricciotti et alii casa editrice Fides et Amor
- 1939-40 viene ristampata dalla casa editrice Salani, con nuove note e introduzione di Giuseppe Ricciotti
- 1957-58, la Salani pubblica una Bibbia in 10 volumi (a cura di A. Vaccari). La traduzione è condotta sui testi originali e le note sono dei professori dell'Istituto Bilico di Roma.
La Sacra Bibbia de La Cardinal Ferrari
Pubblicata a Firenze nel 1929 ad opera della Libreria Editrice Fiorentina de La Cardinal Ferrari S.A.I. L’apparizione in ambito cattolico di una «Bibbia manuale completa» costituisce una novità, segna una svolta ed è il frutto di una precisa scelta strategica: «Mentre i cattolici delle altre nazioni già da parecchio tempo potevano gloriarsi di una traduzione nella propria lingua di tutti quanti i libri della Sacra Scrittura raccolti in un unico volume, e quindi di facile consultazione, i cattolici italiani dovevano assistere, impotenti, alla continua propaganda delle Bibbie protestanti senza poter dare nelle mani del popolo una Bibbia manuale completa in lingua italiana. A colmare questa lacuna ha pensato la nostra Casa Editrice, che, prima in Italia, presenta ai cattolici una versione in lingua nostra di tutta quanta la Sacra Scrittura». A differenza di tutte le altre edizioni cattoliche, non vi compare alcuna incisione, alcun fregio, nessuna tavola illustrata, salvo alcune cartine geografiche al fondo di volume. Persino impaginato e caratteri sono del tutto simili a quelli della Riveduta. Naturalmente vi sono differenze, ma si colgono solo leggendo il volume: si è abbandonato il testo del Martini per procedere a una nuova traduzione della Vulgata; vi sono delle note, ma «poche, solo le strettamente necessarie». Molte di esse sono di tipo esegetico o informativo, ma non mancano quelle di sicuro orientamento dottrinale.
La Sacra Bibbia di Eusebio Tintori O.F.M
Nel 1931, seguita da numerose ristampe, viene pubblicata dalla Pia Società di San Paolo la Sacra Bibbia, traduzione del padre Eusebio Tintori O.F.M. L’introduzione mostra qualche apertura alla critica biblica insieme a un saldo riferimento alla tradizione e al magistero, con particolare riferimento a Leone XIII e alla Providentissimus Deus. La scelta della Vulgata come base della traduzione è giustificata con il richiamo al concilio di Trento e sintetizzata con queste parole: «La Volgata […] resta il testo ordinario nel pubblico insegnamento e nella predicazione, e nessuno ne può impugnare o ricusare il valore».
La Sacra Bibbia delle Paoline
Nel 1958 esce La Sacra Bibbia delle Paoline, intorno alla quale si lancerà a partire dal 1962 una campagna «la Bibbia a 1.000 lire».
Segue la storia editoriale.
- 1958 La Sacra Bibbia Traduzione dai testi originali. Presentazione Sac. G. Alberione, hanno collaborato i sacerdoti Robaldo, Pasquero, Castoldi, Mulone e Nardoni. Illustrazioni in b/n del Prof. Gianni De Luca.
- 1967-80 La Bibbia. Nuovissima versione dai testi originali Raccolta di 48 libretti che vennero curati dai migliori specialisti italiani, ispirandosi ai fascicoli della Bible de Jérusalem francese.
- 1983 Esce il volume unico corredato da brevi introduzioni e note per la larga diffusione
- 1989 è uscita un'edizione in 4 tomi, con le note integrali dei 48 libretti. Si tratta di una traduzione di ottimo livello. Sono stati ristampati nel 1997.Di questa Bibbia sono uscite diverse edizioni in un unico volume
o 1998 Bibbia Emmaus
o 1999 Bibbia Tabor
o 2000 Bibbia Ebron - 2011 Nuova versione della Bibbia dai testi antichi in corso d’opera riprende l’uso di far uscire i singoli volumi come nella raccolta del 1967-80
Bibbia Nardoni
Esce nel 1960 a cura di F. Nardoni per i tipi dell'editrice Fiorentina di Firenze.
Bibbia Marietti
Conosciuta anche come Bibbia Garofalo, esce nel 1963 a Casale Monferrato in 3 volumi, curata da S. Garofalo, F. Vattioni, L. Algisi, la traduzione è condotta sui testi originali, con ampio apparato di introduzioni, note, tavole illustrate. Ripubblicata nel 1980.
La Sacra Bibbia UTET
È uscita a Torino nel 1963 a cura di E. Galbiati, A. Penna e P. Rossano. Quest’edizione fu di particolare rilevanza perché sarà questo lavoro a servire di base per la traduzione della Conferenza episcopale italiana (editio princeps) del 1971.
La bibbia secondo la versione greca dei settanta di Aristide Brunello
Questa è la prima versione in italiano della bibbia dei settanti, uscì nel 1963 a cura di Aristide Brunello. Questo lavoro, iniziato nel 1941-45, si è concluso alla veglia del Concilio Vaticano II. Egli pensava che la sua fatica potesse essere un punto di convergenza e di unione con le Chiese ortodosse. Dopo tutti questi decenni si può concludere che il suo lavoro non ha conseguito la sorte sperata e sia questo che la sua persona sono caduti in uno spesso oblio. Tuttavia questa Bibbia non è una semplice traduzione dalla versione dei LXX ma un suo rimaneggiamento per addomesticarla quanto più possibile alla versione allora canonica in Occidente: la Volgata. Essendo così, non è un testo interessante per eventuali confronti e/o verifiche, dal momento che avrebbe bisogno d'essere purificato esso stesso. Ciononostante fu la prima - e ancor oggi unica - versione completa della Bibbia della LXX
La Bibbia Concordata Mondadori
Pubblicata alla fine del 1968 si tratta della prima edizione della Bibbia curata da un gruppo di studiosi cattolici, protestanti, ortodossi ed ebrei (S. Cipriani, F. Montanini, B. Prete, L. Moraldi, A. Soggin, P. Kizeridis, E. Toaff). Il titolo Concordata si riferisce al lavoro comune, anche se siamo ancora a livello di semplice accostamento di contributi diversi. La pubblicazione è avvenuta su slancio della SBI (Società Biblica Italiana). Questa Bibbia è corredata di note simboliche che espongono soltanto il pensiero e l'interpretazione delle singole confessioni religiose. Porta "L'Imprimatur" cattolico, ed è conforme, almeno in generale, allo spirito e agli originali delle Sacre Scritture. Nel 1982 è uscita nella collana Meridiani in tre volumi (vedi immagini). Ripubblicata nel 1996 nella collana Oscar Mondadori.
Bibbia Cei
È a tutt’oggi il testo ufficiale ad uso liturgico della Chiesa cattolica.
- 1971 Editio princeps
- 1974 Editio minor riedita con alcune modifiche e correzzione di alcune sviste ed errori
- 1997 riedizione del nuovo testamento
- 2008 nuova edizione
La Bibbia TOB
Pubblicata dalla casa editrice Elledici (Leumann), prima (1976-1979) in tre volumi, poi in volume unico (1992), è la traduzione italiana della Traduction Oecuménique de la Bible (TOB). Il testo è quello della CEI, mentre le note sono della TOB. L’ordine dei libri testi non è quello della Bibbia CEI (Vulgata), ma quello della TOB (testo masoretico); i deuterocanonici vengono riportati in fondo.
Bibbia TILC
Il titolo completo è La Parola del Signore - Traduzione In Lingua Corrente (TILC). Nel 1976 esce il Nuovo Testamento, seguito nel 1985 dall'Antico (del 2001 è una revisione del NT). Si tratta di una coedizione tra Elledici e ABU (Alleanza Biblica Universale). Per la prima volta in Italia si procede ad una traduzione veramente interconfessionale, con studiosi appartenenti alle diverse confessioni cristiane. Il criterio seguito per la traduzione, condotta sui testi originali, è una resa linguistica di tipo colloquiale, senza rinunciare al rigore filologico.
?1978 Bibbia San Paolo in 3 volumi?
L'ho trovata citata qui:http://www.utopia.it/libri.htm
So che è cattolica, che ha l'imprimatur ma non sono riuscito a capire chi è l'editore (la San Paolo?) e o il curatore.
Nuova Diodati
Pubblicata nel 1990. Occorre dire con chiarezza che questa traduzione non ha nulla a che vedere con la Diodati e non ne è una revisione. Esiste, poi, un problema essenziale di fondo. Chi ha tradotto il testo ha usato "The Interlinear Hebrew-Greek English Bible" che utilizza a sua volta la ricostruzione di F. H. Scrivener, il quale nel 1894 si assunse l'ardua impresa di ricostruire dalla versione inglese King James i testi ebraico e greco, tentando così di riprodurre il "Textus Receptus" o "Testo Ricevuto". Il "Textus Receptus" pubblicato nel 1550 era costituito dall'unico testo ebraico e greco utilizzato per tradurre dalle lingue originali la Sacra Scrittura. Antonio Brùcioli e Giovanni Diodati utilizzarono questo testo delle lingue originali per le loro famose versioni. Ma la "Nuova Diodati" è tradotta su questo testo ricostruito artificiosamente dalla notissima versione inglese del 1661, che a sua volta era stata tradotta dallo stesso "Textus Receptus". Basti pensare che tra il Textus Receptus originale del 1550 e quello dal quale è stata tradotta la "Nuova Diodati" esistono ben oltre 250 differenze. Di conseguenza, la cosiddetta "Nuova Diodati" può essere certamente usata per studio e confronto con altre traduzioni, ma non può garantire alcuna aderenza linguistica all'originale.
Nuova Riveduta
Questa Bibbia, pubblicata dalla Società Biblica di Ginevra in una prima edizione nel 1994 e in una seconda edizione nel 1995, si colloca nella linea delle versioni di Giovanni Diodati del 1607 e risulta in continuità con la Riveduta del 1924. Si distingue però per un'attenta revisione sulla base di manoscritti greci ed ebraici antichi, che non erano disponibili né all'epoca del Diodati né quando fu pubblicata la Bibbia Riveduta. È una revisione della revisione di Giovanni Luzzi della Bibbia Diodati.
Bibbia Piemme
Pubblicata nel 1995 è l’erede della vecchia Marietti, questa nuova edizione, curata da L. Pacomio, F. Della Vecchia, A. Pitta et alii, presenta il testo CEI, ma offre un ampio apparato di sussidi. È per questo un'ottima edizione di studio.
Bibbia Ebraica
Pubblicata tra il 1995 e il 1996 dalla Giuntina, casa editrice storica dell'ebraismo italiano, questa splendida edizione della Bibbia ebraica, curata dal rav Dario Disegni, è divisa in quattro volumi: Pentateuco e Haftaròt, Profeti anteriori, Profeti posteriori, Agiografi. Presenta il testo ebraico (testo masoretico) e traduzione italiana a fianco.
I libri di Dio Mondadori
Nella famosa (ed economica) collana degli Oscar, la Mondadori pubblica nel 2000 una serie di sei volumi, con il titolo generale di I libri di Dio: La Bibbia. Pur priva di note al testo, questa edizioni si fa apprezzare per gli apparati introduttivi e soprattutto per il fatto che la traduzione è opera di poco conosciuti ma assai competenti studiosi, soprattutto cattolici.
La Bibbia dei Settanta
In corso d’opera a partire dal 2012 presso la casa editrice Morcelliana. Si tratta della seconda traduzione in italiano della bibbia dei LXX direttamente dal greco e stavolta fedele al testo.
NB
Da questo lungo elenco che contiene tutte le traduzioni della Bibbia in italiano è stata volutamente esclusa la "Traduzione" del nuovo mondo dei testimoni di Geova. Quindi non si tratta di una dimenticanza.
RIEPILOGO DELLE SOLE BIBBIE CATTOLICHE O TRADOTTE DA CATTOLICI (IN TOTO O IN PARTE) O CON IMPRIMATUR CATTOLICO
- La Bibbia del Malermi [Traduzione dalla vulgata]
- La Bibbia del Martini [Traduzione dalla vulgata]
- Gregorio Ugdulena (Pentateuco, Giosuè e re) [Traduzione rivista dalla Diodati]
- I Vangeli Niccolò Tommaseo [Traduzione dal greco]
- Il Nuovo Testamento e Salmi di Carlo Maria Curci [Traduzione dal greco]
- Vangeli di Salvatore Minocchi [Traduzione dal greco]
- Il Santo Vangelo di N. S. Gesù Cristo e gli Atti degli apostoli [Traduzione dalla vulgata]
- La Sacra Bibbia commentata dal P. Marco M. Sales O. P. [Traduzione dalla vulgata]
- Bibbia a cura di Vaccari in 10 volumi [Traduzione dai testi originali]
- Bibbia a cura di Ricciotti [Traduzione dalla vulgata o dai testi originali?]
- La Sacra Bibbia de La Cardinal Ferrari [Traduzione dalla vulgata]
- La Sacra Bibbia di Eusebio Tintori O.F.M [Traduzione dalla vulgata]
- La Sacra Bibbia Traduzione dai testi originali - Paoline [Traduzione dai testi originali]
- Bibbia Nardoni [?]
- Bibbia Marietti [Traduzione dai testi originali]
- La Sacra Bibbia UTET [Traduzione dai testi originali]
- La bibbia dei LXX di Aristide Brunello [Traduzione dai testi originali ma modificata secondo la vulgata]
- La Bibbia Concordata Mondadori [Traduzione dai testi originali]
- Bibbia Cei 71[Traduzione dai testi originali]
- Bibbia Cei 74[Traduzione dai testi originali]
- La Bibbia TOB [Testo Cei]
- La Bibbia. Nuovissima versione dai testi originali - Paoline [Traduzione dai testi originali]
- Bibbia Piemme [Testo Cei]
- I libri di Dio Mondadori [Traduzione dai testi originali]
- Bibbia Cei 2008 [Traduzione dai testi originali]
- Nuova versione della Bibbia dai testi antichi - Paoline [Traduzione dai testi originali
BIBBIE INTERLINEARI
- Nuovo testamento interlineare della San Paolo (1° ed 1998) 2014
- Bibbia Ebraica Interlineare della San Paolo (è in corso d’opera)
- Bibbia TINTI a cura di Roberto Raggi (è in corso d’opera)
- Bibba quadriforme a cura di Roberto Raggi (è in corso d’opera)
FONTI E LINK CONSULTATI PER LA STESURA DI QUESTA PAGINA
Wikipedia:https://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale
Cathopedia:http://it.cathopedia.org/wiki/Cathopedia:Pagina_principale
Treccani "Bibbie d'Italia. La traduzione dei testi biblici in italiano tra Otto e Novecento" http://www.treccani.it/enciclopedia/...#39;Italia%29/
http://www.utopia.it/ da qui ho tratto alcune informazioni per la Bibbia Martini, non è un sito cattolico ma di stampo tradizionalista.
http://www.bicudi.net/node/105 da qui ho tratto alcune nozioni in merito alle edizioni a partire dalla metà del 900.
http://www.evangelico.it/rubriche/approfondimenti/corso/5.htm da qui ho preso tutte o la maggior parte delle nozioni riguardanti le bibbie a carattere protestante.
Ogni copyright appartiene pertanto agli autori originali degli articoli, io mi sono limitato a prendere qua e la e a riordinare il materiale per una fruizione più semplice ed organica delle informazioni.
Il testo è stato interamente preso dal sito Cattolici Romani (clicca sul link per aprire l'originale) e copiato per evitare che per qualche cambiamento del link non fosse più fruibile come in passato mi è capitato con altri collegamenti
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