MISURE DI LUNGHEZZA
Le misure di lunghezza erano chiaramente antropometriche, cioè derivate dal corpo umano: il dito, la mano, il braccio, la spanna, il piede e il passo; ma, dal momento che queste misure differiscono anche notevolmente da un individuo all'altro, sono state ridotte a degli standard per l'uso comune. Eccone un breve elenco:
1) Etzba (plurale etzba'ot), in ebraico אצבע (plurale אצבעות), in italiano "dito". Era pari alla larghezza di un dito umano.
2) Tefah o Tefach (plurale Tefahim o Tefachim), in ebraico טפח (plurale טפחים), in italiano "palmo". Esprimeva la larghezza della mano alla base delle quattro dita, pari dunque a 4 dita.
3) Zeret (plurale Zarot), in ebraico זרת (plurale זרות), in italiano "spanna". Pari a 3 palmi, e quindi a 12 dita, era pari alla larghezza della mano aperta, dal mignolo al pollice.
4) Amah (plurale Amot), in ebraico אמה (plurale אמות), in italiano "cubito". Pari a 2 spanne, quindi a 6 palmi e a 24 dita. Di questa importantissima unità parleremo più diffusamente nel seguito.
Oltre a queste prime quattro si aggiungono due misure di origine non ebraica, ma utilizzate dai popoli cui gli Ebrei furono sottomessi.
5) lo stadio, di origine greca, in ebraico Ris (ריס), pari a circa 185 metri e utilizzata per lo più nel Nuovo Testamento.
6) Mil (plurale Milin), in ebraico מיל, in italiano "miglio". Deriva chiaramente dal latino "mille" ed era pari a 2000 cubiti.
Poi abbiamo:
7) Derekh yom, in ebraico דרך יום, in italiano "il viaggio di un giorno":
Vi sono anche unità mai citate nella Bibbia, ma usate nel Talmud (in ebraico "insegnamento", "studio", dalla radice למד), che raduna i commenti e le discussioni intorno al testo biblico elaborate dai rabbini tra la distruzione del Tempio e il quinto secolo dopo Cristo:
8) Hasit, in ebraico חסיט, in italiano "doppio palmo", pari a due tefah e derivato dal greco dichas.
9) Pesiah, in ebraico פסיעה, in italiano "passo", derivato dall'omonima unità romana (0,74 m il passo semplice o gradus, 1,48 m il passo doppio o passus).
10) Parasa, in ebraico פרסה, corrispondente al greco parasanga, di origine persiana, pari a 4 miglia. Il geografo nordafricano Abu Abdallah Mohammed al Idrisi (1099-1165) nel suo "Libro di Re Ruggero" (1154) divideva il grado di meridiano in 25 parasanghe. Questa notizia fisserebbe il valore della parasanga a 4,445 km. Il viaggio di un giorno sarebbe pari a 10 parasanghe, cioè a 44,45 km. Come si vede, quasi tutte le unità di misura dipendono dalla prima, l'Etzba, la cui effettiva lunghezza però è tutt'altro che nota con sicurezza ed è stata oggetto di controversia tra le autorità rabbiniche. Il valore più comunemente accettato è quello di Avrohom Yeshaya Karelitz (1878-1953), noto anche con il nome di Chazon Ish ("Visione dell'Uomo"), che è quello della sua opera principale, considerato tra i fondatori del moderno stato d'Israele. Questi fissò il valore dell'Etzba a 0,94 pollici, cioè a 2,39 centimetri. Da qui si può dedurre che il palmo equivale a circa 9,60 cm, la spanna a 28,80 cm, il cubito a 57,60 cm, il miglio a 1.152 metri e la parasanga a 4,608 km.
Ad ogni modo, tra tutte le unità di lunghezza bibliche la più famosa è sicuramente il cubito. Le parole cubito e cubiti ricorrono in tutto 179 volte nella Scrittura, dimostrando il ruolo di preminenza di quest'unità di misura non solo presso gli Ebrei, ma in tutto il mondo antico. Esso corrispondeva alla distanza che va dal gomito alla punta delle dita; oggi è usato anche come sinonimo dell'osso dell'avambraccio chiamato ulna. Le difficoltà di conoscerne l'effettiva misura sono legate al fatto che nell'antichità erano in uso molte versioni del cubito, e questo fatto è attestato anche dal Secondo Libro delle Cronache, il cui autore scrive:
Gli Egizi usavano effettivamente due cubiti diversi, uno dei quali, il cosiddetto cubico reale, era un sesto maggiore del cubito comune. La misura reale è stata la prima delle due in uso in Egitto, e le grandi Piramidi di Gizah sembrano essere state progettate con misure espresse da un numero intero di cubiti reali. Si pensa che il cubito comune misurasse 44,70 cm, mentre il cubito reale ("meh niswt") più antico oscillasse tra 52,50 e 52,81 cm. I due Libri di Samuele dicono che il Tempio fu progettato da un architetto fenicio, e in Fenicia per misurare le dimensioni di parti di navi era usato il cubito babilonese, eredità di quello sumerico; quest'ultimo, riportato su una statua in pietra di Gudea, re di Lagash tra il 2144 e il 2124 a.C., era pari a 49,50 cm, dunque intermedio tra i due cubiti egizi. Il Dizionario Biblico Eerdman di David Noel Freedman (2000) afferma che « l'archeologia e la letteratura suggeriscono una lunghezza media per il cubito comune di 44,45 cm ». Noi perciò in questo ipertesto adotteremo tale valore. Da quest'ultimo si inferisce che la spanna equivale a 22,23 cm, il palmo a 7,41 cm e il dito a 1,85 cm, mentre il miglio è pari a 889 metri e la parasanga a 3,556 km, poco meno dunque di una lega francese, pari a 3,898 km. Il moderno miglio terrestre equivale invece a 1,609 km, e l'antico miglio romano a 1,482 km, assai di più del miglio ebraico.
1) Etzba (plurale etzba'ot), in ebraico אצבע (plurale אצבעות), in italiano "dito". Era pari alla larghezza di un dito umano.
2) Tefah o Tefach (plurale Tefahim o Tefachim), in ebraico טפח (plurale טפחים), in italiano "palmo". Esprimeva la larghezza della mano alla base delle quattro dita, pari dunque a 4 dita.
3) Zeret (plurale Zarot), in ebraico זרת (plurale זרות), in italiano "spanna". Pari a 3 palmi, e quindi a 12 dita, era pari alla larghezza della mano aperta, dal mignolo al pollice.
4) Amah (plurale Amot), in ebraico אמה (plurale אמות), in italiano "cubito". Pari a 2 spanne, quindi a 6 palmi e a 24 dita. Di questa importantissima unità parleremo più diffusamente nel seguito.
Oltre a queste prime quattro si aggiungono due misure di origine non ebraica, ma utilizzate dai popoli cui gli Ebrei furono sottomessi.
5) lo stadio, di origine greca, in ebraico Ris (ריס), pari a circa 185 metri e utilizzata per lo più nel Nuovo Testamento.
6) Mil (plurale Milin), in ebraico מיל, in italiano "miglio". Deriva chiaramente dal latino "mille" ed era pari a 2000 cubiti.
Poi abbiamo:
7) Derekh yom, in ebraico דרך יום, in italiano "il viaggio di un giorno":
Vi sono anche unità mai citate nella Bibbia, ma usate nel Talmud (in ebraico "insegnamento", "studio", dalla radice למד), che raduna i commenti e le discussioni intorno al testo biblico elaborate dai rabbini tra la distruzione del Tempio e il quinto secolo dopo Cristo:
8) Hasit, in ebraico חסיט, in italiano "doppio palmo", pari a due tefah e derivato dal greco dichas.
9) Pesiah, in ebraico פסיעה, in italiano "passo", derivato dall'omonima unità romana (0,74 m il passo semplice o gradus, 1,48 m il passo doppio o passus).
10) Parasa, in ebraico פרסה, corrispondente al greco parasanga, di origine persiana, pari a 4 miglia. Il geografo nordafricano Abu Abdallah Mohammed al Idrisi (1099-1165) nel suo "Libro di Re Ruggero" (1154) divideva il grado di meridiano in 25 parasanghe. Questa notizia fisserebbe il valore della parasanga a 4,445 km. Il viaggio di un giorno sarebbe pari a 10 parasanghe, cioè a 44,45 km. Come si vede, quasi tutte le unità di misura dipendono dalla prima, l'Etzba, la cui effettiva lunghezza però è tutt'altro che nota con sicurezza ed è stata oggetto di controversia tra le autorità rabbiniche. Il valore più comunemente accettato è quello di Avrohom Yeshaya Karelitz (1878-1953), noto anche con il nome di Chazon Ish ("Visione dell'Uomo"), che è quello della sua opera principale, considerato tra i fondatori del moderno stato d'Israele. Questi fissò il valore dell'Etzba a 0,94 pollici, cioè a 2,39 centimetri. Da qui si può dedurre che il palmo equivale a circa 9,60 cm, la spanna a 28,80 cm, il cubito a 57,60 cm, il miglio a 1.152 metri e la parasanga a 4,608 km.
Ad ogni modo, tra tutte le unità di lunghezza bibliche la più famosa è sicuramente il cubito. Le parole cubito e cubiti ricorrono in tutto 179 volte nella Scrittura, dimostrando il ruolo di preminenza di quest'unità di misura non solo presso gli Ebrei, ma in tutto il mondo antico. Esso corrispondeva alla distanza che va dal gomito alla punta delle dita; oggi è usato anche come sinonimo dell'osso dell'avambraccio chiamato ulna. Le difficoltà di conoscerne l'effettiva misura sono legate al fatto che nell'antichità erano in uso molte versioni del cubito, e questo fatto è attestato anche dal Secondo Libro delle Cronache, il cui autore scrive:
Gli Egizi usavano effettivamente due cubiti diversi, uno dei quali, il cosiddetto cubico reale, era un sesto maggiore del cubito comune. La misura reale è stata la prima delle due in uso in Egitto, e le grandi Piramidi di Gizah sembrano essere state progettate con misure espresse da un numero intero di cubiti reali. Si pensa che il cubito comune misurasse 44,70 cm, mentre il cubito reale ("meh niswt") più antico oscillasse tra 52,50 e 52,81 cm. I due Libri di Samuele dicono che il Tempio fu progettato da un architetto fenicio, e in Fenicia per misurare le dimensioni di parti di navi era usato il cubito babilonese, eredità di quello sumerico; quest'ultimo, riportato su una statua in pietra di Gudea, re di Lagash tra il 2144 e il 2124 a.C., era pari a 49,50 cm, dunque intermedio tra i due cubiti egizi. Il Dizionario Biblico Eerdman di David Noel Freedman (2000) afferma che « l'archeologia e la letteratura suggeriscono una lunghezza media per il cubito comune di 44,45 cm ». Noi perciò in questo ipertesto adotteremo tale valore. Da quest'ultimo si inferisce che la spanna equivale a 22,23 cm, il palmo a 7,41 cm e il dito a 1,85 cm, mentre il miglio è pari a 889 metri e la parasanga a 3,556 km, poco meno dunque di una lega francese, pari a 3,898 km. Il moderno miglio terrestre equivale invece a 1,609 km, e l'antico miglio romano a 1,482 km, assai di più del miglio ebraico.