La Preghiera ebraica e la preghiera cristiana
Preghiera ebraica
Nell'ebraismo sono previste tre preghiere nei giorni feriali, in ricordo dei sacrifici di animali e vegetali che venivano praticati nel Santuario: l'Arvith, Shachrith e Minchah. Le preghiere sono quattro il sabato e altri giorni particolari (5 volte per Yom Kippur). L'ordine delle preghiere si trova nel Siddur, il tradizionale libro delle preghiere ebraico. Sebbene la preghiera individuale sia valida, pregare con un minyan (numero minimo di dieci maschi adulti) è considerato ideale. Molte sinagoghe hanno un hazzan, cioè un cantore che guida la preghiera della comunità.
Arvith è la preghiera serale ebraica la cui origine risale al patriarca Giacobbe secondo la tradizione ebraica di cui è parte integrante e fondamento liturgico. Viene recitata dopo il tramonto del sole. (Questa preghiera per alcuni rimase in secondo piano in quanto non aveva alcun legame con i Sacrifici).
Shachrith è la preghiera mattutina ebraica, la cui origine risale al patriarca Abramo secondo la tradizione ebraica di cui è parte integrante: è fondamento liturgico.
Minchah è la preghiera pomeridiana ebraica, la cui origine risale al patriarca Isacco secondo la tradizione ebraica di cui è parte integrante e fondamento liturgico.
Musaf (anche mussaf, detta preghiera addizionale) è una preghiera ebraica di origine relativamente recente, in quanto successiva alla distruzione del Tempio di Gerusalemme. Dopo quella distruzione, la liturgia ebraica abolì i sacrifici animali, e la preghiera di Musaf sostituì appunto il sacrificio.
Anche Musaf viene generalmente definita Amidah.
Dopo la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. i sacrifici vennero sostituiti definitivamente con le preghiere: le usanze del culto del Santuario prevedevano due sacrifici giornalieri, quello della mattina accompagnato dalla Tefillah di Shachrith e quello pomeridiano accompagnato dalla Tefillah di Minchah. È in questa alcova che si sviluppa la preghiera serale di Arvith, considerata da alcuni di minore importanza per l'assenza di legami con i Sacrifici, ma che oggi riveste un'importanza fondamentale nell'adempimento degli obblighi di preghiera collettiva all'interno dei precetti ebraici.
Vi è poi la Tefillah di Musaf che viene aggiunta nei giorni festivi per ricordare il Sacrificio aggiuntivo.
Preghiera cristiana
Secondo la dottrina cattolica, quando una persona prega si eleva a Dio in modo cosciente; la preghiera, dice il Crisostomo, è un'ancora sicura a chi sta in pericolo di naufragare; è un tesoro immenso di ricchezze a chi è povero; è una medicina efficacissima a chi è infermo; ed è una custodia certa a chi vuol conservarsi in santità". La Parola di Dio attribuisce estrema importanza alla preghiera, e questo è dimostrato dal fatto che ci esorti in questo modo: “non cessate mai di pregare” (1 Tessalonicesi 5:17), “siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alle preghiere” (1 Crisostomo, Pietro 4:7), “perseveranti nella preghiera” (Romani 12:12), “perseverate nella preghiera, vegliando in essa con ringraziamento” (Colossesi, 4:2) ecc1. Tutte le testimonianze della Parola di Dio sulla preghiera, indicano di rendere la preghiera una massima priorità della nostra vita. Dalla lettura Filippesi, 4:6-7 si evince il grande significato della preghiera: “Non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento. E la pace di Dio, che sopravanza ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.”
La preghiera dovrebbe essere una abitudine quotidiana di tutti; la preghiera è un dono che ci permette di aprire un canale di comunicazione con Dio che è sempre pronto ad ascoltarci in ogni attimo della vita e può risponderci in tantissimi modi diversi attraverso accadimenti ma anche momenti di empatia e comunicazione inimmaginabili. È sempre vivo e presente nella nostra vita, non è un fatto storico che attende di rivelarsi nuovamente solo alla fine della nostra vita quindi un modo di rendere grazie è proprio trovare lo spazio della preghiera in ogni giornata e questa buona volontà non sarà mai vuota di significato perché contribuirà al diffondersi del bene nella vita nostra ma anche di altre persone, anche se non si conoscono; la preghiera è di una efficacia incredibile se ci si dedica con costanza e viene dal cuore. Per i cattolici le più belle preghiere sono contenute nel Santo Rosario, una preghiera dolcissima che permette di far scorrere le immagini della vita di Nostro Signore e della Madre Celeste sentendoci in loro compagnia. Il Santo Rosario è una preghiera a cui sono associate storicamente tantissime grazie.
Forme di preghiera pubblica
Nel Cristianesimo la forma classica e più antica di preghiera pubblica sono le ore canoniche, cioè momenti fissi durante la giornata in cui vengono recitati (o cantati) dei salmi più altre preghiere, dalla Bibbia o composte dalle Chiese, oltre a inni e intercessioni. Di origine antichissima (la struttura è stata ereditata dalla preghiera ebraica sinagogale e del Tempio di Gerusalemme), le ore canoniche ebbero particolare rilievo nelle comunità monastiche come ufficio corale.
Forme di preghiera privata
Nelle devozioni private esistono vari tipi di preghiere, che hanno un unico fine: elevare l'anima a Dio. Elevare l'anima a Dio è infatti la definizione ufficiale della preghiera così come riportato dal Catechismo della Chiesa Cattolica.
In realtà, come dice la Bibbia (Sap 1,7 e At 17,28), noi già viviamo ed esistiamo dentro Dio; come pure affermano alcune tradizioni religiose antiche dei popoli asiatici e americani. Essendo però Dio di natura trascendente e spirituale, la sua presenza non appare sempre immediatamente percepibile ed evidente. Ecco perché è necessario elevare l'anima a Dio, cioè compiere un atto di volontà (la volontà è una delle tre potenze dell'anima insieme alla memoria e all'intelletto) che ci rende più attenti, più sensibili, più partecipi di questa presenza che è sempre e ovunque. I modi di muovere la volontà e dunque l'anima a questa consapevolezza e a questa comunione sono molti e diversi. La tradizione cattolica ne enumera svariate decine che sono state ispirate dai santi nel corso dei secoli passati e che hanno trovato una eco più o meno duratura e diffusa, in funzione della semplicità, della praticità e della bellezza delle stesse modalità di preghiera.
Tra le forme private di preghiera più diffuse dalla tradizione cristiana troviamo:
la preghiera biblica (che utilizza direttamente le parole della Sacra Scrittura oppure che parte dalla lettura della Bibbia per poi aprirsi al colloquio personale con Dio, come fa la lectio divina);
il colloquio personale con Dio (che l'uomo può vivere in qualunque tempo e luogo);
il Santo Rosario (una forma devozionale nata nel Medioevo e diffusa oggi in tutti i popoli cattolici): è una preghiera completa perché riporta in sintesi tutta la storia della nostra salvezza meditando i misteri della vita di Gesù e Maria e includendo le preghiere del Credo, del Padre Nostro, dell'Ave Maria e del Gloria. In tutte le apparizioni la Vergine Maria ha invitato a recitare il Rosario per la diffusione del bene, per la pace e per ottenere grandi grazie per sè e per gli altri, per la conversione e la crescita spirituale; la maggior parte dei protestanti non accetta il Rosario, mentre gli anglicani usano un Rosario di diverso tipo conosciuto come Rosario anglicano;
la Preghiera di Gesù, che viene praticata dagli Ortodossi con l'ausilio di una coroncina chiamata komboloi; è considerata l'equivalente ortodosso del Rosario cattolico; (testo della preghiera: « Κύριε Ἰησοῦ Χριστέ, Υἱὲ τοῦ Θεοῦ, ἐλέησόν με τὸν ἁμαρτωλόν. » « Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore! »)
il culto delle immagini (fondato sul fatto che l'immagine sacra subito richiama alla mente la persona divina rappresentata è diffuso, oltre che nelle chiese, specialmente nei luoghi dove le chiese e i luoghi di culto pubblico sono lontani); tale culto è praticato anche dagli Ortodossi ma non è accettato dal Protestantesimo;
la via crucis (devozione nata nel Medioevo e diffusa nel XVII secolo da san Leonardo da Porto Maurizio);
la vigilanza (cioè l'atteggiamento interiore dell'uomo che vigila sui suoi pensieri, discernendo quelli buoni da quelli malvagi per coltivare quelli buoni e rinnegare, dissolvere, dimenticare quelli malvagi);
la ripetizione (cioè l'atto della volontà che dà inizio ad un ciclo ripetitivo di brevi invocazioni o preghiere ben conosciute, che l'uomo ripete dentro di sé fino a formare un tappeto morbido e robusto sul quale l'anima si stende e si rilassa per poi entrare nella contemplazione);
la contemplazione (è la forma di preghiera considerata più santa, in quanto comunione stessa con il Santo, essendo stata definita dall'uomo la santità come la natura stessa di Dio; la contemplazione è la presenza viva di Dio nell'uomo che ispira direttamente pensieri, parole, immagini, azioni, per cui nella contemplazione l'uomo vede ciò che Dio vede, sente ciò che Dio sente, fa ciò che Dio fa);
la meditazione (è il fluire o il sorgere di pensieri che vengono suggeriti, stimolati, ispirati dalle fonti più diverse, come ricordi, incontri, discorsi, letture, fatti, immagini, simboli. Essendo immenso il bacino di spunti per la meditazione, essa è probabilmente la forma di orazione più praticata di ogni tempo);
l'usanza cristiana di pregare con le mani giunte risale al Medioevo e deriva dalla cerimonia dell'omaggio feudale. L'uomo che si disponeva all'omaggio congiungeva le mani e le poneva unite fra quelle del suo signore per diventare suo vassallo. La forma dell'omaggio vassallatico influenzò anche il culto cristiano e il modo di pregare Dio che divenne il signore di cui invocare la protezione. Chi pregava cominciò a farlo a mani giunte non più con le braccia aperte rivolte verso il cielo. Diventò così un gesto di sottomissione assoluta al proprio superiore.
Tratto da Wikipedia