MANASSE
MANASSE (ebraico מְנַשֶּׁה Mĕnaššeh). [uno che rende dimentichi; uno che fa dimenticare].
La tribù di Manasse è una delle dodici tribù dei figli di Israele. Essa è presentata nella Bibbia come divisa in due parti, di cui una era stanziata nei territori a oriente del Giordano, in Galaad e Basan e l'altra a occidente dello stesso fiume, sulle montagne della parte centrale di Canaan, nella zona di Sichem. Essa si sovrappose alla tribù di Simeone e con Èfraim costituisce una seconda ondata di tribù.
Manasse è il figlio primogenito di Giuseppe. Quando Giuseppe dopo varie traversie il faraone lo nominò amministratore annonario dell’Egitto e gli cambiò il nome in Safnat-Panèach, gli diede in moglie Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. Dalla moglie Asenat egli ebbe due figli: Manasse ed Èfraim. Chiamò il primogenito Manasse perché, egli disse, “Dio mi ha fatto dimenticare tutto il mio affanno e tutta la casa di mio padre” (Gen 41, 45. 50-52).
Quando Giacobbe benedisse Manasse ed Èfraim, insisté nel porre la mano destra sulla testa di Èfraim e la sinistra su quella di Manasse, anteponendo in tal modo a Manasse il minore Èfraim, e la cosa dispiacque a Giuseppe (Gen 48, 13-20). Questo stava ad indicare che Èfraim sarebbe diventato più grande di Manasse.
Manasse ebbe i due figli Asrièl e Machir, da una concubina aramea (1Cr 7, 14), e Giuseppe vissuto 110 anni ebbe la possibilità di vedere i figli di Machir figlio di Manasse, i quali nacquero sulle sue ginocchia (Gen 50, 22-23).
La tribù dei figli di Israele discesa da Manasse, figlio di Giuseppe era composta di sette famiglie patriarcali. Gli uomini validi della tribù di Manasse dai 20 anni in su, censiti circa un anno dopo che questi erano saliti dall'Egitto, erano 32.200 (Nm 1, 34-35). In questo numero era senza dubbio incluso Gaddì, uno dei dieci uomini che dopo avere esplorato la Terra Promessa fecero una relazione sfavorevole. (Nm 13, 1-11. 25-33) Quando circa quarant'anni più tardi dopo che gli israeliti che si erano stabiliti a Sittìm nella pianura di Moab iniziarono a fornicare con le figlie di Moab aderendo al culto di Baal-Peor, facendo accendere l'ira del Signore, al momento in cui si fece un secondo censimento, gli uomini della tribù erano saliti a 52.700, superando la tribù di Èfraim di 20.200 uomini abili per la guerra (Nm 26, 28-37).
Ma quando Mosè con la benedizione con la quale benedisse gli Israeliti prima di morire, parlò di “miriadi di Èfraim”, in confronto alle “migliaia di Manasse” fu senz'altro a motivo del ruolo meno importante che avrebbe avuto in futuro quest'ultima tribù, nonostante l'attuale superiorità numerica (Dt 33, 17).
Negli spostamenti che gli israeliti facevano nel deserto la tribù di Manasse, sotto il comando di Gamlièl figlio di Pedasùr che era stato nominato principe per la sua tribù, si accampava a Ovest del tabernacolo, insieme a Èfraim e Beniamino. Le schiere di queste tre tribù erano le terze in ordine di marcia (Nm 1, 10-16; 2, 18-24; 7, 54; 10, 23).
Conquiste a est e a ovest del Giordano. Dopo che gli israeliti conquistarono una parte del territorio di Canaan, sconfiggendo Sicon e Og re degli amorrei, Mosè concesse ai rubeniti, ai gaditi e a metà della tribù di Manasse le terre che avevano occupato, a condizione che essi partecipassero insieme alle altre tribù alla conquista del paese a Ovest del Giordano (Nm 32, 20-33; 34, 14-15; Dt 29, 7-8). Avendo la tribù di Manasse conquistato la parte Nord della regione a Est del Giordano scacciando gli Amorrei che vi abitavano, Mosè la assegnò a loro, fu infatti fu conquistata da Iair, da Nobach e dai “figli di Machir” (Nm 32, 39-42; Dt 3, 13-15; 1Cr 2, 21-22).
In seguito uomini della “mezza tribù di Manasse” che avevano già ricevuto la loro eredità attraversarono il Giordano in testa agli israeliti e parteciparono alla conquista del paese a Ovest (Gs 1, 12-18; 4, 12). Erano pure fra coloro che si radunarono davanti al monte Garizìm quando Giosuè “lesse poi tutte le parole della legge, la benedizione e la maledizione, secondo quanto sta scritto nel libro della legge” (Dt 27, 12; Gs 8, 3-34).
Guidati da Giosuè gli israeliti abbatterono la potenza cananea, e in sei anni circa sconfissero 31 re (Gs 12, 7-24). Quindi, benché rimanesse ancora del territorio da conquistare, Giosuè, con l’aiuto del sommo sacerdote Eleàzaro e dei principi rappresentanti delle dieci tribù nominati dal Signore stesso (fra cui il manassita Cannièl figlio di Efod), suddivise il paese in possedimenti ereditari (Nm 34, 17. 23; Gs 13, 1-7). La tribù di Manasse perse presto quel carattere bellicoso che aveva mostrato nella conquista israelitica della terra di Canaan, ed ebbe una parte secondaria nella storia d'Israele.
Il territorio della tribù. Metà della tribù di Manasse, naturalmente, aveva già la sua eredità a Est del Giordano, che includeva Basan e parte di Gàlaad. (Gs 13, 29-31) Al Sud c’era Gad, la cui città di confine era Macanàim. (Gs 13, 24-26. 30) La regione era in gran parte un altopiano con un’altitudine media di 610 m. Vi sorgevano Golan, una delle sei città di rifugio, e Astaròt, un’altra città levitica (Gs 20, 8-9; 21, 27; 1Cr 6, 55).
All'altra metà dei manassiti fu assegnata in eredità il territorio ad Ovest del Giordano (Gs 17, 2-5). Questo confinava a Sud con Èfraim, a Nord-Ovest con Aser, a Nord-Est con Ìssacar e ad Ovest con il Mediterraneo. Da Micmetàt il confine fra Èfraim e Manasse raggiungeva Tappùach e proseguiva lungo la valle del torrente di Kana fino al Mediterraneo. (Cfr. Gs 16, 5-8; 17, 7-10). Mentre alcune città di Èfraim erano enclavi nel territorio di Manasse, i manassiti avevano enclavi (Bet-Sean, Ibleàm, Dor, En-Dor, Taanac, Meghiddo e le rispettive borgate dipendenti) sia nel territorio di Ìssacar che in quello di Aser. (Gs 16, 9; 17, 11) I manassiti non scacciarono i cananei da queste città, ma col tempo li assoggettarono ai lavori forzati. (Gs 17, 11-13; Gdc 1, 27-28; cfr. 1Cr 7, 29). Due di queste enclavi, le città di Taanac e Ibleàm, furono assegnate ai leviti discendenti di Keat. — Gs 21, 25-26.
In seguito il giudice Gedeone, manassita, fu chiamato dall’angelo del Signore per liberare gli israeliti dai madianiti che opprimevano il paese (Gdc 6, 11-16. 33-35; 7, 23; 8, 22). Sempre della tribù di Manasse fu giudice Iair (Gdc 10, 3-5; 1Cr 2, 22) Un altro giudice della tribù di Manasse fu Iefte. Durante il suo mandato Israele fu liberato dai continui attacchi Ammoniti, che furono sconfitti e umiliati (Gdc 11, 1. 32-33).
Durante il regno di Saul, primo re d’Israele, i rubeniti, i gaditi e la “mezza tribù di Manasse” a Est riportarono una netta vittoria sugli Agareni e sui loro alleati, poi i vincitori si stabilirono nei territori dei vinti fino alla deportazione. (1Cr 5, 10. 18-22) In quello stesso periodo alcuni manassiti, fra cui uomini di notevole valore, abbandonarono Saul per unirsi a Davide. (1Cr 12, 19-21) Dopo la morte di Saul e del suo successore Is-Bàal, 18.000 manassiti della regione a Ovest del Giordano e altre migliaia della regione a Est del Giordano si radunarono a Ebron per acclamare Davide re di tutto Israele (1Cr 12, 31. 37-38).
Quando Asa che regnò su Giuda dal 913 all'873 a.C. regnando per quarantuno anni, iniziò le riforme religiose riproponendo il Patto con il Signore ed eliminando gli idoli dal territorio su cui regnava, molti della tribù di Manasse, insieme ad altri delle tribù di Èfraim e Simeone, abbandonarono il regno settentrionale, poiché constatarono che il Signore suo Dio era con lui” (2Cr 15, 8-9). In seguito, nell'anno 15° del regno di Asa, questi si obbligarono con un'alleanza a ricercare il Signore, Dio dei loro padri, con tutto il loro cuore e con tutta la loro anima (2Cr 15, 10-12). Allo stesso modo, durante il regno di Ezechia re di Giuda che regnò dal 726 al 697, il re inviò messaggeri per tutto Giuda e Israele per invitare il popolo a celebrare la Pasqua a Gerusalemme e anche se molti della tribù di Manasse li derisero e si fecero beffe di loro, altri furono pronti a umiliarsi e accettando l’invito, partecipando successivamente alla distruzione delle stele, al taglio dei pali sacri e all'abbattimento degli altari e di tutto quanto era connesso con l’idolatria. — 2Cr 30, 1. 10-11. 18; 31, 1.
Alla fine del periodo in cui regnò Acaz, Tiglat-Pileser III portò in esilio la metà della tribù di Manasse che dimorava nel territorio ad Est del Giordano (1Cr 5, 23-26). A causa dell'ira del Signore originata dalle infedeltà del popolo ci furono dei conflitti fra le tribù di Efraim e di Manasse, le quali poi erano invece unite nell'opposizione verso Giuda (Is 9, 20-21).
Quasi un secolo dopo la fine del regno delle dieci tribù (dal 648 a.C. in poi) Dopo che Giosia nel 640 a.C. divenne re di Giuda, nel dodicesimo anno del suo regno cominciò a purificare Giuda e Gerusalemme dalle alture, dai pali sacri e dalle immagini scolpite o fuse. Sotto i suoi occhi furono demoliti gli altari dei Baal, infranse gli altari per l'incenso che vi erano sopra, distrusse i pali sacri e le immagini scolpite o fuse, riducendoli in polvere, che sparse sui sepolcri di coloro che avevano sacrificato a tali cose. Avendo poi esteso il dominio anche ai luoghi devastati di Manasse e ad altre località fuori dei confini di Giuda, operò anche lì la distruzione di tutte cose usate nell'adorazione dei falsi dei, poi fece ritorno a Gerusalemme. Nel diciottesimo anno del suo regno fece anche restaurare il tempio, lavoro che fu finanziato dalle varie tribù israelite, fra cui Manasse, per la raccolta delle offerte furono incaricati i leviti (2Cr 34, 1-11).
Al ritorno dall'esilio di Babilonia nel 537 a.C., i primi a ristabilirsi nelle loro proprietà e nelle loro città furono Israeliti, sacerdoti, leviti e oblati, e in Gerusalemme, insieme ai figli di Giuda e di Beniamino, si erano stabiliti anche alcuni di Èfraim e di Manasse (1Cr 9, 1-3).
Nel libro dell'Apocalisse la tribù di Manasse, con i suoi 12.000 segnati rientra nell'elenco dei 144.000, provenienti da ogni tribù dei figli d'Israele e figura al sesto posto (Ap 7, 4-8).
La tribù di Manasse è una delle dodici tribù dei figli di Israele. Essa è presentata nella Bibbia come divisa in due parti, di cui una era stanziata nei territori a oriente del Giordano, in Galaad e Basan e l'altra a occidente dello stesso fiume, sulle montagne della parte centrale di Canaan, nella zona di Sichem. Essa si sovrappose alla tribù di Simeone e con Èfraim costituisce una seconda ondata di tribù.
Manasse è il figlio primogenito di Giuseppe. Quando Giuseppe dopo varie traversie il faraone lo nominò amministratore annonario dell’Egitto e gli cambiò il nome in Safnat-Panèach, gli diede in moglie Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. Dalla moglie Asenat egli ebbe due figli: Manasse ed Èfraim. Chiamò il primogenito Manasse perché, egli disse, “Dio mi ha fatto dimenticare tutto il mio affanno e tutta la casa di mio padre” (Gen 41, 45. 50-52).
Quando Giacobbe benedisse Manasse ed Èfraim, insisté nel porre la mano destra sulla testa di Èfraim e la sinistra su quella di Manasse, anteponendo in tal modo a Manasse il minore Èfraim, e la cosa dispiacque a Giuseppe (Gen 48, 13-20). Questo stava ad indicare che Èfraim sarebbe diventato più grande di Manasse.
Manasse ebbe i due figli Asrièl e Machir, da una concubina aramea (1Cr 7, 14), e Giuseppe vissuto 110 anni ebbe la possibilità di vedere i figli di Machir figlio di Manasse, i quali nacquero sulle sue ginocchia (Gen 50, 22-23).
La tribù dei figli di Israele discesa da Manasse, figlio di Giuseppe era composta di sette famiglie patriarcali. Gli uomini validi della tribù di Manasse dai 20 anni in su, censiti circa un anno dopo che questi erano saliti dall'Egitto, erano 32.200 (Nm 1, 34-35). In questo numero era senza dubbio incluso Gaddì, uno dei dieci uomini che dopo avere esplorato la Terra Promessa fecero una relazione sfavorevole. (Nm 13, 1-11. 25-33) Quando circa quarant'anni più tardi dopo che gli israeliti che si erano stabiliti a Sittìm nella pianura di Moab iniziarono a fornicare con le figlie di Moab aderendo al culto di Baal-Peor, facendo accendere l'ira del Signore, al momento in cui si fece un secondo censimento, gli uomini della tribù erano saliti a 52.700, superando la tribù di Èfraim di 20.200 uomini abili per la guerra (Nm 26, 28-37).
Ma quando Mosè con la benedizione con la quale benedisse gli Israeliti prima di morire, parlò di “miriadi di Èfraim”, in confronto alle “migliaia di Manasse” fu senz'altro a motivo del ruolo meno importante che avrebbe avuto in futuro quest'ultima tribù, nonostante l'attuale superiorità numerica (Dt 33, 17).
Negli spostamenti che gli israeliti facevano nel deserto la tribù di Manasse, sotto il comando di Gamlièl figlio di Pedasùr che era stato nominato principe per la sua tribù, si accampava a Ovest del tabernacolo, insieme a Èfraim e Beniamino. Le schiere di queste tre tribù erano le terze in ordine di marcia (Nm 1, 10-16; 2, 18-24; 7, 54; 10, 23).
Conquiste a est e a ovest del Giordano. Dopo che gli israeliti conquistarono una parte del territorio di Canaan, sconfiggendo Sicon e Og re degli amorrei, Mosè concesse ai rubeniti, ai gaditi e a metà della tribù di Manasse le terre che avevano occupato, a condizione che essi partecipassero insieme alle altre tribù alla conquista del paese a Ovest del Giordano (Nm 32, 20-33; 34, 14-15; Dt 29, 7-8). Avendo la tribù di Manasse conquistato la parte Nord della regione a Est del Giordano scacciando gli Amorrei che vi abitavano, Mosè la assegnò a loro, fu infatti fu conquistata da Iair, da Nobach e dai “figli di Machir” (Nm 32, 39-42; Dt 3, 13-15; 1Cr 2, 21-22).
In seguito uomini della “mezza tribù di Manasse” che avevano già ricevuto la loro eredità attraversarono il Giordano in testa agli israeliti e parteciparono alla conquista del paese a Ovest (Gs 1, 12-18; 4, 12). Erano pure fra coloro che si radunarono davanti al monte Garizìm quando Giosuè “lesse poi tutte le parole della legge, la benedizione e la maledizione, secondo quanto sta scritto nel libro della legge” (Dt 27, 12; Gs 8, 3-34).
Guidati da Giosuè gli israeliti abbatterono la potenza cananea, e in sei anni circa sconfissero 31 re (Gs 12, 7-24). Quindi, benché rimanesse ancora del territorio da conquistare, Giosuè, con l’aiuto del sommo sacerdote Eleàzaro e dei principi rappresentanti delle dieci tribù nominati dal Signore stesso (fra cui il manassita Cannièl figlio di Efod), suddivise il paese in possedimenti ereditari (Nm 34, 17. 23; Gs 13, 1-7). La tribù di Manasse perse presto quel carattere bellicoso che aveva mostrato nella conquista israelitica della terra di Canaan, ed ebbe una parte secondaria nella storia d'Israele.
Il territorio della tribù. Metà della tribù di Manasse, naturalmente, aveva già la sua eredità a Est del Giordano, che includeva Basan e parte di Gàlaad. (Gs 13, 29-31) Al Sud c’era Gad, la cui città di confine era Macanàim. (Gs 13, 24-26. 30) La regione era in gran parte un altopiano con un’altitudine media di 610 m. Vi sorgevano Golan, una delle sei città di rifugio, e Astaròt, un’altra città levitica (Gs 20, 8-9; 21, 27; 1Cr 6, 55).
All'altra metà dei manassiti fu assegnata in eredità il territorio ad Ovest del Giordano (Gs 17, 2-5). Questo confinava a Sud con Èfraim, a Nord-Ovest con Aser, a Nord-Est con Ìssacar e ad Ovest con il Mediterraneo. Da Micmetàt il confine fra Èfraim e Manasse raggiungeva Tappùach e proseguiva lungo la valle del torrente di Kana fino al Mediterraneo. (Cfr. Gs 16, 5-8; 17, 7-10). Mentre alcune città di Èfraim erano enclavi nel territorio di Manasse, i manassiti avevano enclavi (Bet-Sean, Ibleàm, Dor, En-Dor, Taanac, Meghiddo e le rispettive borgate dipendenti) sia nel territorio di Ìssacar che in quello di Aser. (Gs 16, 9; 17, 11) I manassiti non scacciarono i cananei da queste città, ma col tempo li assoggettarono ai lavori forzati. (Gs 17, 11-13; Gdc 1, 27-28; cfr. 1Cr 7, 29). Due di queste enclavi, le città di Taanac e Ibleàm, furono assegnate ai leviti discendenti di Keat. — Gs 21, 25-26.
In seguito il giudice Gedeone, manassita, fu chiamato dall’angelo del Signore per liberare gli israeliti dai madianiti che opprimevano il paese (Gdc 6, 11-16. 33-35; 7, 23; 8, 22). Sempre della tribù di Manasse fu giudice Iair (Gdc 10, 3-5; 1Cr 2, 22) Un altro giudice della tribù di Manasse fu Iefte. Durante il suo mandato Israele fu liberato dai continui attacchi Ammoniti, che furono sconfitti e umiliati (Gdc 11, 1. 32-33).
Durante il regno di Saul, primo re d’Israele, i rubeniti, i gaditi e la “mezza tribù di Manasse” a Est riportarono una netta vittoria sugli Agareni e sui loro alleati, poi i vincitori si stabilirono nei territori dei vinti fino alla deportazione. (1Cr 5, 10. 18-22) In quello stesso periodo alcuni manassiti, fra cui uomini di notevole valore, abbandonarono Saul per unirsi a Davide. (1Cr 12, 19-21) Dopo la morte di Saul e del suo successore Is-Bàal, 18.000 manassiti della regione a Ovest del Giordano e altre migliaia della regione a Est del Giordano si radunarono a Ebron per acclamare Davide re di tutto Israele (1Cr 12, 31. 37-38).
Quando Asa che regnò su Giuda dal 913 all'873 a.C. regnando per quarantuno anni, iniziò le riforme religiose riproponendo il Patto con il Signore ed eliminando gli idoli dal territorio su cui regnava, molti della tribù di Manasse, insieme ad altri delle tribù di Èfraim e Simeone, abbandonarono il regno settentrionale, poiché constatarono che il Signore suo Dio era con lui” (2Cr 15, 8-9). In seguito, nell'anno 15° del regno di Asa, questi si obbligarono con un'alleanza a ricercare il Signore, Dio dei loro padri, con tutto il loro cuore e con tutta la loro anima (2Cr 15, 10-12). Allo stesso modo, durante il regno di Ezechia re di Giuda che regnò dal 726 al 697, il re inviò messaggeri per tutto Giuda e Israele per invitare il popolo a celebrare la Pasqua a Gerusalemme e anche se molti della tribù di Manasse li derisero e si fecero beffe di loro, altri furono pronti a umiliarsi e accettando l’invito, partecipando successivamente alla distruzione delle stele, al taglio dei pali sacri e all'abbattimento degli altari e di tutto quanto era connesso con l’idolatria. — 2Cr 30, 1. 10-11. 18; 31, 1.
Alla fine del periodo in cui regnò Acaz, Tiglat-Pileser III portò in esilio la metà della tribù di Manasse che dimorava nel territorio ad Est del Giordano (1Cr 5, 23-26). A causa dell'ira del Signore originata dalle infedeltà del popolo ci furono dei conflitti fra le tribù di Efraim e di Manasse, le quali poi erano invece unite nell'opposizione verso Giuda (Is 9, 20-21).
Quasi un secolo dopo la fine del regno delle dieci tribù (dal 648 a.C. in poi) Dopo che Giosia nel 640 a.C. divenne re di Giuda, nel dodicesimo anno del suo regno cominciò a purificare Giuda e Gerusalemme dalle alture, dai pali sacri e dalle immagini scolpite o fuse. Sotto i suoi occhi furono demoliti gli altari dei Baal, infranse gli altari per l'incenso che vi erano sopra, distrusse i pali sacri e le immagini scolpite o fuse, riducendoli in polvere, che sparse sui sepolcri di coloro che avevano sacrificato a tali cose. Avendo poi esteso il dominio anche ai luoghi devastati di Manasse e ad altre località fuori dei confini di Giuda, operò anche lì la distruzione di tutte cose usate nell'adorazione dei falsi dei, poi fece ritorno a Gerusalemme. Nel diciottesimo anno del suo regno fece anche restaurare il tempio, lavoro che fu finanziato dalle varie tribù israelite, fra cui Manasse, per la raccolta delle offerte furono incaricati i leviti (2Cr 34, 1-11).
Al ritorno dall'esilio di Babilonia nel 537 a.C., i primi a ristabilirsi nelle loro proprietà e nelle loro città furono Israeliti, sacerdoti, leviti e oblati, e in Gerusalemme, insieme ai figli di Giuda e di Beniamino, si erano stabiliti anche alcuni di Èfraim e di Manasse (1Cr 9, 1-3).
Nel libro dell'Apocalisse la tribù di Manasse, con i suoi 12.000 segnati rientra nell'elenco dei 144.000, provenienti da ogni tribù dei figli d'Israele e figura al sesto posto (Ap 7, 4-8).
La tribù di Manasse fa parte di quella porzione del popolo ebraico che si allontanò da YHWH.
Col tempo, dal concetto di "tribù perduta", cioè allontanata da Dio, si passò a quello di "tribù scomparsa", cioè dispersa tra gli altri popoli della terra. Nonostante questo, dato il forte senso di comunità che caratterizza il popolo ebraico, si è portati a pensare che queste tribù, sebbene perdute, potessero essere riconosciute e ritrovate, cioè riconciliate con Giuda, l'unica tribù sopravvissuta.
Nel 2006 sono stati "scoperti" i presunti discendenti della tribù di Manasse, gli Bnei Menashe, in India. La tribù conta circa 7.000 membri e abita una zona montuosa del Nord-Est del Mizoram. Il Mizoram è uno Stato a prevalenza cristiana, mentre la maggior parte della popolazione del Manipur è indù. All'inizio del XX secolo, i membri della tribù si erano convertiti al cristianesimo. La maggioranza della popolazione non conosce la lingua ebraica, ma i riti che officiano sono stati giudicati analoghi a quelli praticati in Israele.
Col tempo, dal concetto di "tribù perduta", cioè allontanata da Dio, si passò a quello di "tribù scomparsa", cioè dispersa tra gli altri popoli della terra. Nonostante questo, dato il forte senso di comunità che caratterizza il popolo ebraico, si è portati a pensare che queste tribù, sebbene perdute, potessero essere riconosciute e ritrovate, cioè riconciliate con Giuda, l'unica tribù sopravvissuta.
Nel 2006 sono stati "scoperti" i presunti discendenti della tribù di Manasse, gli Bnei Menashe, in India. La tribù conta circa 7.000 membri e abita una zona montuosa del Nord-Est del Mizoram. Il Mizoram è uno Stato a prevalenza cristiana, mentre la maggior parte della popolazione del Manipur è indù. All'inizio del XX secolo, i membri della tribù si erano convertiti al cristianesimo. La maggioranza della popolazione non conosce la lingua ebraica, ma i riti che officiano sono stati giudicati analoghi a quelli praticati in Israele.
Riferimenti tratti da:
- Concordanza pastorale della Bibbia
- Wikipedia
- Sito Treccani: Enciclopedia Italiana
- Alcuni riferimenti per l'impostazione dal sito biblioteca on line Watchtower
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