CAFARNAO
I primi scavi a Cafarnao furono fatti dall’inglese C. W. Wilson, nel 1866 e trovarono una sinagoga.
Nel 1894 la Custodia Francescana di Terra Santa acquistò la proprietà delle rovine e scavi più estesi furono condotti dagli archeologi H. Kohl e C. Watzinger (1905), da Fra Wendelin Hinterkeuser (1906-1915) e da padre Gaudenzio Orfali (1921).
La fastosa sinagoga, che era ritenuta da alcuni dell’epoca di Gesù (I sec.) e da altri di poco posteriore (II-III sec.), fu completamente liberata dalle rovine e parzialmente ricostruita.
Dal 1968 al 1992 ripresero scavi e restauri ad opera degli archeologi francescani Virgilio Corbo e Stanislao Loffreda. All'interno della sinagoga venne alla luce una abitazione, che gli archeologi ritengono, unanimamente, la casa di Simon Pietro, nella quale venne ospitato Gesù per un breve periodo.
Era centrata attorno ad un cortile a L. e coperta di un fine intonaco, in essa sono state scoperte lampade e giare oltre a piccoli ami da pesca.
La stanza in cui abitò Gesù, si differenzia dalle altre e da tutte le stanze delle case della zona poichè appaiono graffiti in più lingue (151 esempi in greco; 9 in aramaico, 2 in latino), datati II secolo, in cui il nome o il monogramma di Gesù è il più ricorrente (Signore, Salvatore, Cristo, Altissimo, Dio). Si leggono anche il nome di Pietro ed alcune parole del tipo Amen e Kyrie Eleison.
Secondo i Vangeli, Gesù, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao (Mt 4,12), e ben presto divenne "la casa" degli adepti cristiani, cioè una domus-ecclesia.
http://dallaragioneallafede.blogspot.it/2009/12/gesu-e-esistito-la-casa-di-pietro.html
Nel 1894 la Custodia Francescana di Terra Santa acquistò la proprietà delle rovine e scavi più estesi furono condotti dagli archeologi H. Kohl e C. Watzinger (1905), da Fra Wendelin Hinterkeuser (1906-1915) e da padre Gaudenzio Orfali (1921).
La fastosa sinagoga, che era ritenuta da alcuni dell’epoca di Gesù (I sec.) e da altri di poco posteriore (II-III sec.), fu completamente liberata dalle rovine e parzialmente ricostruita.
Dal 1968 al 1992 ripresero scavi e restauri ad opera degli archeologi francescani Virgilio Corbo e Stanislao Loffreda. All'interno della sinagoga venne alla luce una abitazione, che gli archeologi ritengono, unanimamente, la casa di Simon Pietro, nella quale venne ospitato Gesù per un breve periodo.
Era centrata attorno ad un cortile a L. e coperta di un fine intonaco, in essa sono state scoperte lampade e giare oltre a piccoli ami da pesca.
La stanza in cui abitò Gesù, si differenzia dalle altre e da tutte le stanze delle case della zona poichè appaiono graffiti in più lingue (151 esempi in greco; 9 in aramaico, 2 in latino), datati II secolo, in cui il nome o il monogramma di Gesù è il più ricorrente (Signore, Salvatore, Cristo, Altissimo, Dio). Si leggono anche il nome di Pietro ed alcune parole del tipo Amen e Kyrie Eleison.
Secondo i Vangeli, Gesù, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao (Mt 4,12), e ben presto divenne "la casa" degli adepti cristiani, cioè una domus-ecclesia.
http://dallaragioneallafede.blogspot.it/2009/12/gesu-e-esistito-la-casa-di-pietro.html
Quando, nel 1894, il francescano fra' Giuseppe Baldi di Napoli, superando molti ostacoli, acquista dai beduini l'area sulla quale si ipotizza la localizzazione di Cafarnao, il terreno è arido e pieno di sterpi e, di tanto in tanto, emergono dal suolo colonne tronche e frammenti di pietra lavorata. Una desolazione che lascia parecchi dubbi in riguardo sull’autenticità del sito. Molti studiosi sono più propensi ad identificare l’antica Cafarnao con Khän Minyeh, che non con questa località desolata e per di più bruciata dal sole, dove non è raro, d’estate, raggiungere temperature di 45 gradi all’ombra.
Lo stesso toponimo arabo, Talhum, del resto, non conserva che una vaga assonanza con il nome ebraico di Kefar Nahum.
Grazie agli scavi condotti in momenti diversi, nel 1905 sotto la direzione dei tedeschi Kohl e Watzinger, nel periodo che va dal 1906 al 1915 da fra Wendelin Hinterkeuser e nel 1921 da padre Gaudenzio Orfali, tornano alla luce due edifici importanti. Il primo è la sinagoga sulla quale aveva già operato, nel 1866, l’inglese C. W. Wilson. Secondo alcuni era dell’epoca di Gesù[2], mentre per altri era di poco posteriore[3].
Completamente liberata dalle rovine e parzialmente ricostruita, ora appare in tutto il suo splendore, anche se è logico pensare che essa sia stata costruita al posto della sinagoga originaria, del primo secolo(Cfr Lc 7,5), nella quale Gesù ha fatto sentire più volte la sua voce.
Il secondo edificio, distante poco lontano dalla sinagoga, è quello che ci riguarda più da vicino perché è composto dalle vestigia di un’antica chiesa ottagonale, decorata con mosaici chiaramente risalenti all’epoca bizantina (V-VI sec.). Ua chiesetta comprendente una sala venerata, adattata al culto e alla visita dei pellegrini nel IV sec., a giudicare dai resti di pitture e graffiti sugli intonaci parietali. I graffiti sono incisi in greco, aramaico e altre lingue antiche. Il nome di Pietro e le citazioni bibliche si ripetono. Ci sono anche lucernette e ampolle di stile liturgico, segno di riti religiosi celebrati in questo luogo. Ma non finisce qui: tra il materiale rinvenuto durante gli scavi ci sono alcuni ami di pescatori, di fattura arcaica. Questa raccolta di oggetti vari era sigillata sotto un mosaico con pavone, che copriva il centro dell'ottagono. Sopra un muro di questa casa, tra le tante invocazioni e preghiere brevi, c'è n'è una, graffita in greco, probabilmente da un pellegrino: "Signore Gesù Cristo, soccorrimi"[4]. E' l'ultima prova, quella che tutti cercavano. Questa costruzione ottagonale è stata edificata sopra quella che era la casa di Pietro, la casa di Gesù. E di conseguenza è divenuta una reliquia primaria del Cristianesimo primitivo, la Domus Ecclesia nella quale la comunità cristiana della circoncisione si è riunita, forse anche per un lungo periodo di tempo, nel nome di Gesù.
Gli scavi successivi, dal 1968 al 1992 , ad opera degli archeologi francescani padre Virgilio Corbo – che ho avuto il piacere di conoscere personalmente - e padre Stanislao Loffreda, hanno permesso di valorizzare l’intero patrimonio archeologico del sito, e di gettare le basi per le successive campagne di scavi.
Nel 1986, gli scavi vennero interrotti temporaneamente per non intralciare i lavori per l'erezione del Memoriale sulla Casa di San Pietro. Cosa che avvenne nel 1991. Tale costruzione aveva lo scopo di proteggere i preziosi resti archeologici della Casa di Pietro, che aveva ospitato Gesù, e di permettere la ripresa del culto cristiano dopo secoli di abbandono.
Dopo la scomparsa di padre Virgilio Corbo, stimolato dal Papa Giovanni Paolo II che gli aveva detto: “Continuate gli scavi!”, padre Loffreda ha ripreso a scavare nella zona archeologica di Cafarnao, coadiuvato nelle ricerche dal P. Stefano De Luca ofm, licenziato allo Studium Biblicum di Gerusalemme, come pure da Flavia Sepich.
Si è, ora, sulle tracce di una chiesa bizantina, utilizzata dalla comunità cristiana di Cafarnao. Infatti, secondo padre Loffreda, la chiesa ottagonale bizantina, costruita sulla Casa di San Pietro, era primariamente un Memoriale e la numerosa comunità cristiana di Cafarnao doveva pur avere un'altra chiesa, come del resto suggeriva già il P. Orfali.
[1] villaggio di Nahum.
[2] I sec..
[3] II-III sec..
http://www.donatocalabrese.it/jesus/missio.htm
Lo stesso toponimo arabo, Talhum, del resto, non conserva che una vaga assonanza con il nome ebraico di Kefar Nahum.
Grazie agli scavi condotti in momenti diversi, nel 1905 sotto la direzione dei tedeschi Kohl e Watzinger, nel periodo che va dal 1906 al 1915 da fra Wendelin Hinterkeuser e nel 1921 da padre Gaudenzio Orfali, tornano alla luce due edifici importanti. Il primo è la sinagoga sulla quale aveva già operato, nel 1866, l’inglese C. W. Wilson. Secondo alcuni era dell’epoca di Gesù[2], mentre per altri era di poco posteriore[3].
Completamente liberata dalle rovine e parzialmente ricostruita, ora appare in tutto il suo splendore, anche se è logico pensare che essa sia stata costruita al posto della sinagoga originaria, del primo secolo(Cfr Lc 7,5), nella quale Gesù ha fatto sentire più volte la sua voce.
Il secondo edificio, distante poco lontano dalla sinagoga, è quello che ci riguarda più da vicino perché è composto dalle vestigia di un’antica chiesa ottagonale, decorata con mosaici chiaramente risalenti all’epoca bizantina (V-VI sec.). Ua chiesetta comprendente una sala venerata, adattata al culto e alla visita dei pellegrini nel IV sec., a giudicare dai resti di pitture e graffiti sugli intonaci parietali. I graffiti sono incisi in greco, aramaico e altre lingue antiche. Il nome di Pietro e le citazioni bibliche si ripetono. Ci sono anche lucernette e ampolle di stile liturgico, segno di riti religiosi celebrati in questo luogo. Ma non finisce qui: tra il materiale rinvenuto durante gli scavi ci sono alcuni ami di pescatori, di fattura arcaica. Questa raccolta di oggetti vari era sigillata sotto un mosaico con pavone, che copriva il centro dell'ottagono. Sopra un muro di questa casa, tra le tante invocazioni e preghiere brevi, c'è n'è una, graffita in greco, probabilmente da un pellegrino: "Signore Gesù Cristo, soccorrimi"[4]. E' l'ultima prova, quella che tutti cercavano. Questa costruzione ottagonale è stata edificata sopra quella che era la casa di Pietro, la casa di Gesù. E di conseguenza è divenuta una reliquia primaria del Cristianesimo primitivo, la Domus Ecclesia nella quale la comunità cristiana della circoncisione si è riunita, forse anche per un lungo periodo di tempo, nel nome di Gesù.
Gli scavi successivi, dal 1968 al 1992 , ad opera degli archeologi francescani padre Virgilio Corbo – che ho avuto il piacere di conoscere personalmente - e padre Stanislao Loffreda, hanno permesso di valorizzare l’intero patrimonio archeologico del sito, e di gettare le basi per le successive campagne di scavi.
Nel 1986, gli scavi vennero interrotti temporaneamente per non intralciare i lavori per l'erezione del Memoriale sulla Casa di San Pietro. Cosa che avvenne nel 1991. Tale costruzione aveva lo scopo di proteggere i preziosi resti archeologici della Casa di Pietro, che aveva ospitato Gesù, e di permettere la ripresa del culto cristiano dopo secoli di abbandono.
Dopo la scomparsa di padre Virgilio Corbo, stimolato dal Papa Giovanni Paolo II che gli aveva detto: “Continuate gli scavi!”, padre Loffreda ha ripreso a scavare nella zona archeologica di Cafarnao, coadiuvato nelle ricerche dal P. Stefano De Luca ofm, licenziato allo Studium Biblicum di Gerusalemme, come pure da Flavia Sepich.
Si è, ora, sulle tracce di una chiesa bizantina, utilizzata dalla comunità cristiana di Cafarnao. Infatti, secondo padre Loffreda, la chiesa ottagonale bizantina, costruita sulla Casa di San Pietro, era primariamente un Memoriale e la numerosa comunità cristiana di Cafarnao doveva pur avere un'altra chiesa, come del resto suggeriva già il P. Orfali.
[1] villaggio di Nahum.
[2] I sec..
[3] II-III sec..
http://www.donatocalabrese.it/jesus/missio.htm