BENIAMINO
BENIAMINO (ebraico בִנְיָמִן Binyāmīn; i Settanta Βενιαμ[ε]ίν; Vulgata Beniamin).
La tribù di Beniamino è una delle dodici tribù di Israele, e assieme a Levi e Giuda è il resto d'Israele: le uniche tribù rimaste, dopo la distruzione del Regno del Nord.
Beniamino è l'ultimo dei figli di Giacobbe e il capostipite dell'omonima tribù israelitica. La madre Rachele lo partorì in viaggio da Bethel ad Efrata (Bethlehem), ed essendo ella in punto di morte per le doglie del parto, mise al neonato il nome di Ben-'ōnī = figlio del mio dolore; ma il padre lo cambiò in quello di Beniamino, che significa figlio della mano destra (oppure figlio del Sud, reggitore del Sud), cioè del braccio della fortezza e del felice pronostico, certamente per convertire il triste ricordo in lieto augurio (Gen 35, 16-18; 48, 7).
(Riguardo al nome Beniamino è da notare che nella geografia semita il sud sta a destra, guardando verso Gerusalemme da occidente verso oriente, ma dal Qodesh haQodashim, il Santo dei Santi, si guarda verso occidente).
Beniamino fu l'unico figlio di Giacobbe nato in Canaan, mentre gli altri figli erano nati in Paddan-Aram, e fu il solo dei suoi figli che fosse fratello a Giuseppe anche per parte di madre. (Gen 29, 31-35, 30, 1-25; 31, 18)
Dopo la sua nascita, di Beniamino non si parlerà più finché suo fratello Giuseppe non sarà venduto come schiavo in Egitto. Essendo il figlio minore che Giacobbe ebbe da Rachele la moglie amata (Gen 44, 20), e per l'insieme delle precedenti ragioni, Beniamino fu oggetto di grande affetto da parte del padre, specialmente dopo la scomparsa di Giuseppe. Per questo Giacobbe fu molto restio a lasciare partire Beniamino per andare in Egitto con i suoi fratelli e acconsentì solo dopo molta insistenza. (Gen 42, 34-38; 43, 8-14)
Dopo che Giuseppe fu venduto come schiavo dai fratelli (Gen 37, 12-33), dopo varie traversie, diventato il potente viceré dell'Egitto, mostrò a sua volta una particolare affezione per Beniamino. (Gen 42, 4. 36; 43, 13-34; 44, 27-34; 45, 12-14).
Quando Giuda parlando a Giuseppe di Beniamino ne parlò descrivendolo come un “ragazzo”, in realtà dobbiamo pensare a Beniamino come un giovane uomo, infatti da Genesi 46, 8-21 risulta che Beniamino all'epoca in cui Giacobbe si stabilì in Egitto era già padre di dieci figli (Gen 46, 21), l’assenza dei nomi di alcuni di questi in successivi elenchi fa ritenere che possano essere morti in tenera età o non avere avuto figli che ne perpetuassero la discendenza. In questi elenchi alcuni nomi sono scritti in modo diverso, e forse alcuni di quelli elencati in Genesi 46, 21 sono semplici discendenti, (Nm 26, 38-40; 1 Cronache 7, 6; 8, 1-40).
Si sollevano obiezioni sul fatto che Beniamino avesse tanti figli o che avesse già dei nipoti al momento in cui “Tutte le persone entrarono con Giacobbe in Egitto”, ma questo non richiede necessariamente che fossero nati prima dell’effettivo arrivo in quel paese. Possono essere "entrati in Egitto" essendovi nati durante i 17 anni del soggiorno di il soggiorno di Giacobbe in Egitto prima della sua morte (Gen 47, 28), come i due figli di Giuseppe nati là sono inclusi fra le “persone che entrarono con Giacobbe in Egitto”. (Gen 46, 26-27) Alla morte del padre, Beniamino poteva avere circa 40 anni se non di più e quindi poteva benissimo avere dei nipoti.
In ogni caso, per Giacobbe Beniamino era il diletto "figlio della sua vecchiaia", su cui l’anziano genitore faceva affidamento in molti modi. (Gen 44, 20-22. 29-34)
I discendenti di Beniamino, che formavano l'omonima tribù poco dopo l'uscita dall'Egitto, era costituita da 35.400 uomini atti alle armi dai venti anni in su, (Nm 1, 36-37) ed era la tribù più piccola dopo Manasse al momento dell'esodo dall'Egitto. Mentre al termine della permanenza nel deserto, dopo che gli israeliti stabilitisi a Sittìm nella pianura di Moab iniziarono a fornicare con le figlie di Moab aderendo al culto di Baal-Peor, dopo che si accese l'ira del Signore (Nm 25, 1-18), al momento in cui si fece il censimento erano diventati 45.600 (Nm 26, 41). La tribù di beniamino guidata da Abidàn, figlio di Ghideonì quando si accampava nel deserto, occupava un posto sul lato Ovest del tabernacolo, insieme alle tribù dei discendenti di Manasse e di Efraim, figli di Giuseppe, e insieme queste tre tribù occupavano il terzo posto nell'ordine di marcia (Nm 2, 18-24).
All'epoca dei Giudici la tribù di Beniamino ebbe particolare importanza: Eud, che uccise il re Eglon di Moab liberando gli Israeliti dal suo giogo, era un Beniaminita (Gdc 3, 15-30); la stessa tribù prese parte, con altre, alla campagna di Debora e Barak contro Sìsara (Gdc 5, 14).
Durante il periodo dei Giudici la tribù beniamino ebbe un mortale tracollo quando i suoi appartenenti si rifiutarono ostinatamente di consegnare i responsabili di un vile atto compiuto a Ghibea. Questo provocò la guerra civile con le altre tribù decise a non lasciarli impuniti, e il quasi totale sterminio della tribù di Beniamino. Il racconto dell'intero episodio e delle sue conseguenze forma una delle pagine più importanti, ma anche più difficili, della storia dei Giudici (vedi capitoli da 19 - 20 - 21). Comunque, grazie all'espediente escogitato dalle altre tribù per preservarla, la tribù di Beniamino si riprese e, da circa 600 uomini, all'epoca del regno di Davide contava quasi 60.000 uomini abili alla guerra (1Cr 7, 6-12).
Ai tempi di Samuele la tribù, riavutasi dalla catastrofe, fu la prima in Israele a tentare di scuotere il giogo dei Filistei: e da essa fu scelto il primo re, Saul (1Sam 9, 15-17. 21; 10, 21), che iniziò subito la campagna contro i Filistei (1Sam 13, 1-4). Alla morte di Saul, i partigiani di Is-Boseth (o Is-Baal), suo figlio, furono principalmente i Beniaminiti (2Sam 2, 8-10. 12-16; 2, 15-25), che forse furono anche gli ultimi a riconoscere David per re; tuttavia quando avvenne la secessione delle dieci tribù settentrionali dalla dinastia di David, quella di Beniamino almeno in massima parte le restò fedele (1Re 12, 20-22; 2Cr 11, 10-12. 23; 14, 8). Alcuni, come Simei e Seba, continuarono a manifestare uno spirito di parte, e questo provocò un temporaneo allontanamento (2Sam 16, 5; 20, 1-22); ma quando la vicina tribù di Efraim (discendente dall’omonimo nipote di Beniamino) divenne la tribù principale del regno settentrionale, la tribù di Beniamino rimase fedele a Giuda (1Re 11, 31-32; 12, 21; 2Cr 11, 1; Gen 49, 8-10).
Con l'andar del tempo, e specialmente dopo la distruzione del regno settentrionale, la storia della tribù si fonde con quella della tribù di Giuda, pur conservando censimenti suoi propri (Esd 1, 5; cfr. Esd 2; Ne 7). Anche l'apostolo Paolo ha cura di far risaltare che apparteneva alla tribù di Beniamino (Rm 11, 1; Fil 3, 5).
In Canaan il territorio assegnato alla tribù di Beniamino si trovava fra quello delle tribù di Efraim e di Giuda, e confinava a Ovest col territorio di Dan. Al Nord, partendo dal Giordano nelle vicinanze di Gerico, il confine attraversava la zona montuosa presso Betel e proseguiva verso Ovest fino a un punto nei pressi di Bet-Oron Inferiore; di qui il confine Ovest scendeva a Chiriat-Iearim, poi, a Sud, piegava verso Est e passava per Gerusalemme attraverso la valle di Innom, snodandosi quindi lungo pendii scoscesi fino a raggiungere di nuovo il Giordano, che costituiva il confine Est, immediatamente a Nord del Mar Morto. (Gs 18, 11-20; cfr. il confine Nord di Giuda in Gs 15, 5-9 e il confine Sud dei “figli di Giuseppe” in Gs 16, 1-3). Da Nord a Sud il territorio misurava 19 km e da Est a Ovest circa 45 km. Fatta eccezione per la parte della valle del Giordano intorno all'oasi di Gerico, il territorio era collinoso e accidentato, pur avendo delle zone fertili sui pendii occidentali.
Il territorio occupato dalla tribù di Beniamino descritto in Giosuè 18, 11-28; era fra i meno ampi, ma anche fra i più importanti per la sua posizione al centro della Palestina e perché includeva Gerusalemme, sebbene quasi ai confini.
L’abilità dei discendenti di Beniamino in combattimento fu descritta nella profezia pronunciata da Giacobbe sul letto di morte, nella quale disse di questo figlio diletto: “Beniamino è un lupo che sbrana: al mattino divora la preda e alla sera spartisce il bottino”. (Gen 49, 27) I combattenti beniaminiti erano famosi frombolieri, capaci di tirare sia con la destra che con la sinistra e di colpire un bersaglio sottile come un capello. (Gdc 20, 16; 1Cr 12, 2) Il mancino giudice Eud, che mise a morte l’oppressore re Eglon, era beniaminita (Gdc 3, 15-21). Similmente, giunta la fine per quanto riguardava la nazione d’Israele, dalla tribù di Beniamino vennero la regina Ester e il primo ministro Mardocheo, che contribuirono a salvare gli israeliti dallo sterminio sotto l’impero persiano (Est 2, 5-7).
In Apocalisse la tribù di Beniamino è fra i 144.000 segnati delle 12 tribù di Israele (Ap 7, 8).
Riferimenti tratti da:
- Concordanza pastorale della Bibbia
- Wikipedia
- Sito Treccani: testo di Giuseppe Ricciotti - Enciclopedia Italiana (1930)
- Alcuni riferimenti per l'impostazione dal sito biblioteca on line Watchtower
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