MISURE DI PESO E VALUTA
Anche per le unità di peso gli Ebrei si adeguarono al sistema babilonese. Il Libro dei Proverbi fa cenno ai "pesi del sacchetto", cioè pietre di massa standard che gli Israeliti portavano con sé per una rapida e sicura pesatura: «La stadera e le bilance giuste appartengono al Signore, sono opera sua tutti i pesi del sacchetto» (Prov 16, 11). Le unità principali erano le seguenti:
1) Gerah (in ebraico גרה, dal babilonese Giru), in italiano Ghera, pari a 0,82 g. Esso equivale a 9 chicchi d'orzo, ovvero tre carrube. La Diodati la traduce con "obolo", indicando il suo scopo precipuo iniziale come spicciolo da offrire in elemosina: Esodo 30, 13.
2) Shekel (plurale shkalim, in ebraico שקל), in italiano siclo, pari già al tempo dell'Esodo a 20 Ghere: « Il siclo sarà di venti ghere » (Ez 45, 12a). Equivale dunque a 60 carrube o a 180 chicchi d'orzo. Il peso del siclo ebraico poteva variare tra i 10 e i 13 grammi. Sicuramente è la più famosa, tanto che da essa ha preso il nome la moderna valuta dello Stato d'Israele. La radice verbale "sql", comune a tutte le lingue semitiche, esprime l'azione del pesare e, per estensione, significa "contare il danaro, pagare", perché in origine si pesavano i pezzi di metallo usati come monete. Come unità di peso e non di valuta, il siclo è utilizzato per farci capire quant'era pesante l'armatura del già nominato gigante Golia: 1 Samuele 17,5.
Ne consegue che il peso della corazza era compreso tra i 50 e i 65 kg!
3) Mina, pari a 60 shekel, come attesta Ezechiele: « venti sicli, venticinque sicli e quindici sicli saranno la vostra mina. » (Ez 45, 12b); inizialmente però una mina ebraica era costituita da 50 sicli; solo dopo l'esilio passò a 60 sicli, diventando così uguale a quella babilonese. Introdotta nel sistema greco, ad esempio ad Atene aveva una massa di 436,6 grammi. Con una mina di argento venivano coniate 100 dracme. Si noti che secondo l'"Apologia di Socrate", un testo giovanile di Platone, dopo la condanna del filosofo da parte dei giudici ateniesi, questi si sarebbe potuto auto-comminare un'ammenda pari a trenta mine d'argento, con la garanzia degli allievi a lui più vicini, ma i giudici non accettarono. Nella Bibbia le mine si trovano ad esempio nel tributo inviato a Roma da Simone Maccabeo: 1Mac 14, 24.
La mina greca corrispondeva a 434 grammi; siccome il talento romano era formato da 100 libbre romane, una libbra romana era esattamente pari ai tre quarti di una mina greca, quindi il talento romano era pari a 1,25 talenti greci. Un talento egizio era pari a 80 libbre.
4) Talento, pari a 60 mine. Deriva dal greco antico "talanton", "bilancia", sempre con riferimento all'atto del pesare, ed era molto diffuso in tutto il mondo antico. Nell'Iliade Achille dà mezzo talento d'oro ad Antiloco come premio nella gara di corsa in onore del defunto Patroclo: Iliade XXIII, 1008-1012.
Anche nella Bibbia il talento è una delle misure di peso più diffuse: 1 Re 9, 28.
La massa di un talento era diversa da popolo a popolo: in Grecia il talento attico corrispondeva a 26,2 kg, a Roma valeva 32,3 kg, in Egitto 27 kg e a Babilonia 30,3 kg. Gli Ebrei usavano il talento babilonese, anche se nel tempo ne modificarono la quantità: all'epoca del Nuovo Testamento il peso del talento era di 58,9 kg,
Erano tuttavia in uso diverse versioni del talento: una reale e una comune. Inoltre, ciascuna di queste unità esisteva in una versione pesante e in una leggera, con la prima che equivaleva esattamente al doppio della seconda. La mina per il talento reale pesante equivaleva a 1,011 kg, mentre quella per il talento comune pesante pesava solo 0,984 kg; di conseguenza, il siclo comune pesante sarebbe di circa 15,88 grammi. Secondo Giuseppe Flavio (Antichità Giudaiche 14, 106), le misure di uso comune in Siria e Giudea erano il talento comune pesante, la sua mina e il suo siclo. Giuseppe Flavio menziona anche un'unità aggiuntiva, la Bekah, che era esattamente pari a mezzo siclo. Dopo l'esilio, il sistema ebraico venne modificato: la litra, nome derivato dal latino libra ("bilancia"), pari a 60 Shekel, sostituì la Mina, e il kikkar (ככר), pari a 60 litra, sostituì il talento.
Le valute: In origine per pagare una mercanzia si pesava una quantità d'oro o d'argento. La moneta fu inventata in Lidia nel VII secolo a.C.; dopo l'esilio i Giudei utilizzarono il darico persiano e la dracma greca. Le prime dracme giudaiche risalgono al IV sec. a.C. e portano l'iscrizione YHD, cioè Giudea; più tardi si utilizzarono le monete greche e romane, ma nel Tempio di Gerusalemme soltanto la moneta giudaica aveva valore corrente. Infatti le monete straniere portavano in genere la rappresentazione del sovrano o dell'imperatore regnante, e come sappiamo per i Giudei era proibito raffigurare la persona umana. Ecco perché nel cortile del Tempio sostavano i cambiavalute, deputati a convertire i sesterzi romani in monete giudaiche, cambiavalute che suscitarono la dura reazione di Gesù: Mc 11, 15.
Tra le monete in uso nel mondo ellenistico, quella di minor valore in assoluto era il lepton (in greco "leggero"), tradotto anche come "spicciolo". Il lepton fu coniato sotto Alessandro Ianneo prima del 76 a.C., e sono lepton anche gli oboli della povera vedova nel Vangelo di Marco: Mc 12, 41-42.
Ed ora, ecco altre valute in uso nell'antico Israele:
1) Prutah (in ebraico פרוטה, plurale prutot), una moneta di rame pari a 0,34 grani troy, cioè a 0,022 grammi
2) Issar (plurale issarim), equivalente all'asse romano e pari a 2,732 grani troy, cioè a 0,177 grammi
3) Pundion (plurale pundionim), derivata da una moneta romana di rame chiamata Dupondius, è pari a 5,4 grani troy, cioè a 0,350 grammi
4) Ma'ah (plurale ma'ot, "denaro"), una moneta d'argento equivalente all'ebraico gerah, pari a 10,8 grani troy, cioè a 0,699 grammi
5) Dinar (plurale Dinarim), esistente in due versioni. La prima equivaleva al Denario romano d'argento (in ebraico Zuz), pari a 3,884 grammi di questo metallo, e la seconda al Denario d'oro o Aureus (in ebraico Dinerei Zahav), pari a 7,29 grammi d'oro, cioè a 96,84 grammi d'argento. È a questa moneta che si riferisce Giuda quando si lamenta del fatto che Maria, sorella di Lazzaro, ha "sprecato" dell'unguento preziosissimo per cospargerne i piedi di Gesù: Gv 12, 5.
6) Shekel (plurale shkalim), moneta ebraica d'argento (in ebraico שקל) che inizialmente aveva un valore di circa tre denari e un terzo, ma nel corso del tempo la misura crebbe fino a valere esattamente quattro denari. Il suo peso era compreso tra 7,65 e 14,46 grammi d'argento. La Genesi riporta indietro l'uso del siclo fino all'epoca di Abramo, che usa quest'unità come valuta in argento per comprare il terreno in cui seppellire Sara: Gen 23, 15.
Si pensa inoltre che i « 30 pezzi d'argento » di Giuda fossero sicli di Tiro; un siclo d'argento era allora il salario giornaliero di un bracciante.
7) Sela (plurale selo'im), moneta d'argento equivalente alla Tetradracma greca, pari a due shekel, cioè 15,59 grammi. Il tallero e il dollaro moderni derivano da questa moneta
8) Minah, moneta d'argento pari a 100 Zuzim, cioè a 388,4 grammi. Nella Bibbia le mine si trovano ad esempio nella ricostruzione del Tempio operata da Neemia: Neemia 7,70.
9) Kikar (plurale kikarim), pari a un talento d'oro, cioè a 3000 shekel. Tutto questo ci aiuta a comprendere meglio la parabola evangelica del servo spietato: Matteo 18, 23-30.
Cento denari sono un debito irrisorio: potevano equivalere a 388,4 grammi d'argento, o al massimo a 729 grammi d'oro. Diecimila talenti sono invece una cifra spropositata, inimmaginabile, equivalente a 589 tonnellate d'oro!! Con questa parabola, il Redentore ci vuole dire che, siccome a noi è stato perdonato tantissimo, in quanto peccatori, non dobbiamo lesinare il nostro perdono a chi ci deve infinitamente di meno.
Prima di chiudere l'argomento delle unità di peso, ecco una tabella che mette a confronto alcune antiche valute: