IL CENACOLO
Situato subito fuori dalle mura di Solimano, a poche centinaia di metri dalla Porta di Sion, la “sala al piano superiore” dove i Vangeli collocano l'Ultima Cena (ma anche la Pentecoste) si trova infatti sopra un'altra al piano inferiore dove gli ebrei venerano la Tomba del re Davide.
Proprio per questo attualmente la sala del Cenacolo è un semplice museo, visitabile sì dai pellegrini cristiani, ma senza poter celebrare nessun rito. Con il paradosso che proprio nel luogo dove Gesù istituì l'Eucaristia non si può celebrare alcuna Messa. L'unica eccezione avvenne nel marzo 2000, in occasione del viaggio in Terra Santa di Giovanni Paolo II: a Wojtyla fu concesso di presiedere qui una liturgia eucaristica, cosa che invece non era avvenuta in occasione del viaggio di Paolo VI nel 1964 e non fu nemmeno ripetuta per quello di Benedetto XVI nel 2009.
Per capire davvero l'intreccio è, però, necessario ripercorrere tutta la storia di questo luogo. Perché il punto è che la presenza di una comunità giudeo-cristiana in questo angolo di Gerusalemme è antichissima. Secondo gli archeologi “la sinagoga dei cristiani” sul monte Sion fu una delle poche risparmiate dall'imperatore Adriano quando nel II secolo d.C., dopo la seconda rivolta ebraica, rase al suolo Gerusalemme.
Di certo una basilica bizantina qui c'era già nel IV secolo. Risale invece solo all'epoca crociata il ritrovamento del cenotafio che sarebbe poi stato indicato come la Tomba di Davide. Nel 1167 rav Avraham di Gerusalemme riferì a Beniamino di Tudela che - sedici anni prima, in seguito al crollo di un muro nella cappella inferiore della chiesa del Cenacolo - erano state scoperte ricche tombe che si riteneva fossero quelle di Davide e di Salomone. Cominciò così una contesa a tre su questo luogo, dal momento che anche i musulmani nel Corano venerano Davide come un profeta.
Inizialmente, anche dopo la caduta del Regno Crociato, furono i cristiani a mantenere il controllo del complesso: grazie agli auspici dei sovrani di Napoli, infatti, nel 1335 i francescani poterono acquistare il Cenacolo, che diventò la prima sede di quella che è oggi la Custodia di Terra Santa. Ma al piano di sotto la Tomba di Davide restava un santuario musulmano. Tra alterne vicende si andò avanti per un paio di secoli, finché nel 1523 i frati vennero espulsi. Con la guerra del 1948, infine, questa parte di Gerusalemme è passata sotto il controllo israeliano e la Tomba di Davide è diventato un luogo dell'identità ebraica, con l'apertura di una yeshivà (una scuola rabbinica) all'interno del complesso. La questione dello status giuridico, però, è rimasta aperta: da sempre infatti i francescani rivendicano la proprietà della sala del Cenacolo, in forza dell'acquisizione del 1335.
L'aspetto paradossale della vicenda è che proprio le ricerche degli archeologi ebrei hanno mostrato come sia molto improbabile che quella sia sul serio la tomba del grande condottiero di Israele. Nella Bibbia, infatti, nel Primo libro dei Re, si racconta che fu sepolto “nella città di Davide”. Un luogo che oggi si tende a identificare nell'area dell'Ofel, cioè da tutt'altra parte nella Città Vecchia di Gerusalemme. La tradizione, però, è più forte dell'archeologia e quindi quella è venerata comunque come la Tomba di Davide.
Vale la pena infine di precisare che anche un eventuale ritorno del Cenacolo alla Chiesa cattolica non intaccherebbe in alcun modo il diritto degli ebrei a recarsi a pregare alla Tomba di Davide: nella trattativa con Israele, infatti, la Santa Sede non ha mai rivendicato diritti sul piano inferiore. L'unica cosa che chiede è di riavere la titolarità della sala del Cenacolo per poter permettere ai pellegrini che già ora vi si recano di tornare anche a celebrare l'Eucaristia nel luogo dove avvenne l'Ultima Cena di Gesù.
Guarda un video sul Cenacolo
Proprio per questo attualmente la sala del Cenacolo è un semplice museo, visitabile sì dai pellegrini cristiani, ma senza poter celebrare nessun rito. Con il paradosso che proprio nel luogo dove Gesù istituì l'Eucaristia non si può celebrare alcuna Messa. L'unica eccezione avvenne nel marzo 2000, in occasione del viaggio in Terra Santa di Giovanni Paolo II: a Wojtyla fu concesso di presiedere qui una liturgia eucaristica, cosa che invece non era avvenuta in occasione del viaggio di Paolo VI nel 1964 e non fu nemmeno ripetuta per quello di Benedetto XVI nel 2009.
Per capire davvero l'intreccio è, però, necessario ripercorrere tutta la storia di questo luogo. Perché il punto è che la presenza di una comunità giudeo-cristiana in questo angolo di Gerusalemme è antichissima. Secondo gli archeologi “la sinagoga dei cristiani” sul monte Sion fu una delle poche risparmiate dall'imperatore Adriano quando nel II secolo d.C., dopo la seconda rivolta ebraica, rase al suolo Gerusalemme.
Di certo una basilica bizantina qui c'era già nel IV secolo. Risale invece solo all'epoca crociata il ritrovamento del cenotafio che sarebbe poi stato indicato come la Tomba di Davide. Nel 1167 rav Avraham di Gerusalemme riferì a Beniamino di Tudela che - sedici anni prima, in seguito al crollo di un muro nella cappella inferiore della chiesa del Cenacolo - erano state scoperte ricche tombe che si riteneva fossero quelle di Davide e di Salomone. Cominciò così una contesa a tre su questo luogo, dal momento che anche i musulmani nel Corano venerano Davide come un profeta.
Inizialmente, anche dopo la caduta del Regno Crociato, furono i cristiani a mantenere il controllo del complesso: grazie agli auspici dei sovrani di Napoli, infatti, nel 1335 i francescani poterono acquistare il Cenacolo, che diventò la prima sede di quella che è oggi la Custodia di Terra Santa. Ma al piano di sotto la Tomba di Davide restava un santuario musulmano. Tra alterne vicende si andò avanti per un paio di secoli, finché nel 1523 i frati vennero espulsi. Con la guerra del 1948, infine, questa parte di Gerusalemme è passata sotto il controllo israeliano e la Tomba di Davide è diventato un luogo dell'identità ebraica, con l'apertura di una yeshivà (una scuola rabbinica) all'interno del complesso. La questione dello status giuridico, però, è rimasta aperta: da sempre infatti i francescani rivendicano la proprietà della sala del Cenacolo, in forza dell'acquisizione del 1335.
L'aspetto paradossale della vicenda è che proprio le ricerche degli archeologi ebrei hanno mostrato come sia molto improbabile che quella sia sul serio la tomba del grande condottiero di Israele. Nella Bibbia, infatti, nel Primo libro dei Re, si racconta che fu sepolto “nella città di Davide”. Un luogo che oggi si tende a identificare nell'area dell'Ofel, cioè da tutt'altra parte nella Città Vecchia di Gerusalemme. La tradizione, però, è più forte dell'archeologia e quindi quella è venerata comunque come la Tomba di Davide.
Vale la pena infine di precisare che anche un eventuale ritorno del Cenacolo alla Chiesa cattolica non intaccherebbe in alcun modo il diritto degli ebrei a recarsi a pregare alla Tomba di Davide: nella trattativa con Israele, infatti, la Santa Sede non ha mai rivendicato diritti sul piano inferiore. L'unica cosa che chiede è di riavere la titolarità della sala del Cenacolo per poter permettere ai pellegrini che già ora vi si recano di tornare anche a celebrare l'Eucaristia nel luogo dove avvenne l'Ultima Cena di Gesù.
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L’ultima Pasqua di Gesù con i suoi discepoli e il dono del suo Corpo e del suo Sangue per la vita del mondo.
Là dove si sono compiuti questi misteri di amore e di grazia si riunisce la titubante comunità degli apostoli che ha subito il trauma della passione e morte del Maestro. Qui riceve il conforto delle divine apparizioni e si prepara nella preghiera, con Maria, a ricevere il grande dono dello Spirito.
Secondo la tradizione, lo stesso luogo dove Gesù fece l'Ultima Cena con i suoi discepoli fu poi anche la residenza della primitiva Chiesa apostolica. Sappiamo dal vescovo Epifanio (IV sec.) che l'imperatore Adriano, visitando la città nel 131 d.C., trovò Gerusalemme "completamente rasa al suolo eccetto alcune poche abitazioni e la chiesa di Dio, che era piccola, dove i discepoli, ritornando dal luogo dell'ascensione di Gesù al cielo, salirono al piano superiore".
Nella seconda metà del IV sec. i cristiani cambiarono la piccola chiesa in una grande basilica che chiamarono "Santa Sion" e "Madre di tutte le chiese", a motivo della sua origine apostolica. In essa si conservava il ricordo del trono di
Giacomo, "fratello del Signore" e primo vescovo di Gerusalemme, e la colonna della Flagellazione di Gesù, originariamente segnalata dal pellegrino anonimo di Bordeaux (333 d.C.) nella casa di Caifa, sommo sacerdote.
A partire dal V sec. Troviamo unito stabilmente al ricordo delle apparizioni di Gesù risorto e della discesa dello Spirito Santo sugli apostoli anche quello dell'Ultima Cena. Il ricordo della morte, o Dormizione, di Maria è sempre presente a partire dal VII secolo. La chiesa della Santa Sion subì diverse distruzioni e restauri; fu poi ricostruita dalle fondamenta in epoca crociata (XII sec.) e ribattezzata col nome di "Santa Maria in Monte Sion".
Dopo la demolizione del 1219, ordinata dal sultano, rimase in piedi la sola cappella del Cenacolo (medievale) con la sottostante commemorativa Tomba di Davide. Gli altri ricordi erano rievocati in varie parti della chiesa in rovina.
Nel 1335 i francescani ricevettero in custodia il santuario, erigendo sul lato sud un conventino il cui chiostro è tuttora visibile.
Presso il S. Cenacolo ebbe principio la Custodia di Terra Santa, ufficialmente istituita nel 1342. In mezzo a molte difficoltà il convento fu abitato fino al 1552, quando i frati furono costretti a lasciare il santuario nelle mani dei musulmani. Nel 1898 l'imperatore Guglielmo II di Prussia ottenne il terreno per una nuova chiesa, consacrata nel 1910, che porta il titolo della Dormizione di Maria. I francescani poterono ritornare ad abitare in una casa non lontana dal Cenacolo solo nel 1936.
Il Cenacolo fu dunque la prima sede della Chiesa nascente fu il primo luogo consacrato alla celebrazione del culto cristiano, dove i sacri riti vennero celebrati quasi ininterrottamente dai tempi apostolici fino alla metà del sec. XVI.
La stessa terribile guerra dell'anno 70 sotto le mura di Gerusalemme essendosi svolta principalmente dal lato N della citta, lasciò immune da rovina il quartiere meridionale dove era il Cenacolo; fatto questo confermato da s. Epifanio il quale narra che l'imperatore Adriano, venuto a Gerusalemme nel 135 d.C. "la trovò interamente devastata...ad eccezione di qualche casa e della piccola chiesa di Dio, che sorgeva là ove i discepoli, dopo l'Ascensione del Salvatore, salirono nella sala superiore".
Verso questo tempo fu eretto l'edificio absidato detto oggi "tomba di David" che fungeva da chiesa per le preghiere liturgiche, mentre il Cenacolo superiore era riservato alla celebrazione della Cena.
Nel IV sec. presso il Cenacolo fu eretta la basilica nuova dal vescovo Giovanni (386-415) e chiamata con il glorioso nome di Santa Sion. Da allora il nome della zona diviene Monte Sion, Sion cristiano. Vi erano pure venerate la "colonna della Flagellazione" nonché le reliquie del protomartire s. Stefano, scoperte nel 415 a Cafargamala e inoltre al 25 dicembre, vi era fatta la commemorazione del re David e di s. Giacomo, primo vescovo di Gerusalemme.
Distrutta dai persiani nel 614 ricostruita parzialmente da Modesto e di nuovo devastata dai musulmani, la basilica era in completa rovina all'arrivo dei crociati, ad eccezione della cappella a due piani del s. Cenacolo.
Sappiamo infatti dagli storici delle guerre crociate che da questa parte pose i suoi accampamenti il conte Raimondo di Tolosa, anche per proteggere la chiesa del Sion dalle ingiurie dei nemici; e sappiamo pure che qui prese dimora per qualche tempo il patriarca Daiberto prima dell'incoronazione di Baldovino I.
Ma ben presto tornò a sorgere sul Sion, per cura dei latini, un tempio degno di portare il nome di "Mater omnium Ecclesiarum". L'edificio si componeva di tre navate, di cui quella settentrionale era sacra al ricordo della "Dormizione di Maria Santissima". Dalla navata meridionale si saliva in una cappella superiore, la "sala superiore" dei tempi
apostolici che ricordava "l'ultima cena e "la discesa dello Spirito Santo sui primi discepoli del Cristo".
Di qui si discendeva in una cappella inferiore in memoria della "lavanda dei piedi" e delle apparizioni di Gesù agli Apostoli.
Nel 11 87, caduta Gerusalemme in potere di Saladino, il santuario del Cenacolo rimase affidalo alle cure di alcuni siriani tributari dei saraceni. I pellegrini occidentali erano ammessi a visitarlo e i sacerdoti potevano celebrarvi il s. Sacrificio.
Però la bella basilica dei crociati, causa il lungo abbandono, andava di mano in mano cedendo alle ingiurie del tempo in modo che i documenti del principio del sec. XIV ce la mostrano quasi interamente distrutta.
Provvidenzialmente a salvare da inevitabile rovina gli ultimi avanzi dell'insigne santuario, provvide la munificenza del re Roberto di Napoli e della regina Sancia, sua moglie: "Dopo lunghe e difficili trattative e a prezzo d'ingente somma di denaro" essi ottennero dal sultano d'Egitto, di donare ai figli di s. Francesco "il Cenacolo del Signore, la cappella nella quale lo Spirito Santo apparve agli Apostoli e un'altra cappella ove Gesù Cristo, presente pure Tommaso, si manifestò agli Apostoli dopo la risurrezione". A lato del santuario la regina Sancia fece edificare nel 1335 un convento per dimora dei religiosi preposti all'ufficiatura sia del Cenacolo, sia degli altri Luoghi Santi di Gerusalemme e di Betlemme.
Qui prese stanza il Superiore della Custodia di Terra Santa e qui egli assunse il titolo, mai più abbandonato, di "Guardiano del s. monte Sion". Ma, purtroppo, dopo un secolo di pacifico possesso i frati minori si trovarono di fronte al fanatismo e alla rapacità dei musulmani i quali, istigati dagli ebrei che sull'autorità del rabbino Beniamino di Tudela (1167) additavano nel santuario i1sepolcro di David, volevano impossessarsi del Sacro Luogo del Cenacolo con il pretesto che vi si custodiva il sepolcro del Re Profeta: pura leggenda questa, è inutile dirlo, destituita di qualunque fondamento storico.
Seguirono cent'anni e più d'insidie e di violenze da parte dei seguaci di Maometto e di eroica costanza da parte dei figli di s. Francesco finché questi, cedendo al diritto del più forte dovettero, nel 1551, abbandonare la chiesa e i1 convenio del Sion.
Il Cenacolo fu convertito in moschea, la moschea del profeta David e l'ingresso rimase inesorabilmente interdetto ai cristiani, e ciò fino allo scorso secolo, quando i custodi del santuario mitigarono in parte il loro fanatismo aprendo ai pellegrini la "sala superiore", sacra alla memoria alla memoria della s. Eucaristia e della Pentecoste, non consentendo però in nessun caso la più piccola manifestazione di culto e tanto meno la celebrazione del s. Sacrificio.
VISITA AL S. CENACOLO
L'attuale edificio, ricostruito dai francescani nel sec. XIV con artisti ciprioti, conserva la sua primitiva configurazione a due piani. La sala superiore (15,30x9,40) è divisa da una fila di tre colonne, alle quali corrispondono nelle pareti pilastri a fascio, in due navate simmetriche con tre arcate decrescenti in larghezza da E a O. I capitelli, gli archi ogivali, le volte a crociera, le colonnette delle tre finestre che danno luce all'ambiente, sono nello stile gotico del sec. XIV. Questa sala è consacrata al ricordo della istituzione dell'Eucaristia e del nuovo Sacerdozio. Nell'angolo SO, a sinistra, si vede la scalinata che riuniva il piano inferiore a quello superiore. In fondo alla sala, a E, una scala di otto gradini conduce alla cappella consacrata alla memoria della discesa dello Spirito Santo nel giorno della Pentecoste. I crociati posero un grande cenotafio in memoria del re David, però si può credere che avessero rinnovato il cenotafio già eretto nei primi tempi della Chiesa, come lascia supporre l'antica festa liturgica.
Nel 1929 nella sala gotica fu costruito nella parete S un mihrab e sul pavimento furono stesi i tappeti come nelle moschee e ne fu proibito l'ingresso. I pellegrini potevano venerare il sacro luogo solo al di là di una bassa cancellata che separava lo spazio antistante la porta d'entrata, lungo la parete di fondo. fino al limite copricielo sopra la scala che discende alla sala inferiore occupata dalla memoria di Davide. Ora la sala, salvo l'orario, è liberamente visibile e ne è conservato lo Statu-quo.
La sala inferiore è pure divisa in due scompartimenti corrispondente a quelli della sala superiore; quello a O è dedicato alla lavanda dei piedi e quello a E alle apparizioni di Gesù risorto.
Quantunque gli ebrei sappiano bene che il cenotafio non ha basi storiche e archeologiche (giacché il sepolcro del santo re David doveva trovarsi nella collina meridionale dell'Ofel), hanno adornato con segni religiosi la sala e ne hanno fatto meta di pellegrinaggi e centro di culto religioso e nazionale. Prima di uscire si può visitare tutto l'ambiente dove in stanze annesse sono esposti i ricordi delle persecuzioni naziste contro gli ebrei d'Europa. Il piccolo chiostro che si nota all'entrata è quello francescano del sec. XIV. Si può salire alla terrazza del s. Cenacolo, da dove si gode un magnifico panorama