I Manoscritti di Qumran
I Manoscritti biblici di Qumran sono tutti quei manoscritti di Qumran che contengono copie di manoscritti rientranti nel testo masoretico. Sono le più antiche fonti del testo ebraico della Bibbia, fanno parte dei manoscritti del Mar Morto e sono complementari ai manoscritti non biblici di Qumran.
La loro scoperta ha fatto luce sulle differenze tra le varie versioni dell'Antico Testamento. Prima della scoperta si pensava che le differenze tra la versione septuaginta in greco e la versione del testo masoretico fossero dovute ad errori di trascrizione e traduzione di coloro che avevano tradotto la septuaginta. Adesso questa ipotesi è da scartare, perché la septuaginta è identica ad alcuni manoscritti in lingua ebraica trovati a Qumran.
La Classificazione
Secondo la classificazione di Emanuel Tov è possibile classificare i manoscritti tra:
Manoscritti proto-masoretici
I masoreti hanno completato questi testi. Quasi la metà dei manoscritti appartiene a questa categoria, circa il 47% e ciò ne indica l'autorevolezza.
Manoscritti pre-samaritani
I samaritani adottarono e adattarono una versione più antica del testo ebraico presente a Qumran. Questi manoscritti (circa il 2.5% del totale) hanno le peculiarità del pentateuco samaritano, oltre ad un sottile livello di modifiche ideologiche e fonologiche aggiunte dai Samaritani. Questo testo è antico almeno quanto le Cronache. Nonostante le Cronache siano sinottiche con la Genesi, il testo qumranico è simile alle Cronache e non al testo masoretico. Visto che questo testo è stato modernizzato dal 400 a.C., le versioni proto-masoretiche, e quindi anche quelle masoretiche, devono essere molto più vecchie.
Testi della Septuaginta (circa 3,5%)
Le traduzioni originali di alcuni libri dell'Antico Testamento erano basate su un testo diverso da quello proto-masoretico. Alcuni manoscritti ebraici, tra cui 4QJer b , d {\displaystyle ^{b,d}} {\displaystyle ^{b,d}} hanno una forte somiglianza colla Septuaginta.
Un grande numero di manoscritti (circa il 47%) non sono simili a nessuna delle versioni menzionate. Tov spiega il motivo di questa classificazione:
« Sono simili, a volte in modo significativo, con il testo masoretico, oppure col pentateuco samaritano o la septuaginta, ma i testi non-allineati sono anche in disaccordo con gli altri testi allo stesso modo. Inoltre contengono passaggi sconosciuti ad uno degli altri testi »
(Emanuel Tov, Textual Criticism of the Hebraic Bible, 166)
Sviluppo dell'Antico Testamento
Versioni che si susseguivano
A seguito dell'analisi dei contenuti di questi manoscritti, alcuni studiosi hanno affermato quanto segue. Quando le prime versioni dei libri dell'Antico Testamento venivano completate, venivano considerate autorevoli e fatte circolare come tali. Ma in un periodo successivo venivano scritte e fatte circolare delle edizioni riviste dei libri pensate per sostituire le precedenti. Il processo di sostituzione di edizioni consecutive è stato solo parziale, in modo che le edizioni precedenti non smettessero mai completamente di esistere. Nell'antico Israele, la nuova edizione che sarebbe diventata il testo masoretico (quasi identica alla versione contenuta nella vulgata, nella peshitta, e nel Codex Vaticanus) sostituì i testi precedenti, ma non completamente. Quindi le edizioni precedenti rimasero in uso in posti non centrali da un punto di vista geografico e sociologico, come ad esempio il deposito di testi di Qumran e i vari manoscritti dei quali la traduzione greca fu preparata in antico Egitto. Queste prime edizioni furono conservate per i posteri per puro caso nella traduzione Septuaginta e attraverso le scoperte nel Qumran.
La loro scoperta ha fatto luce sulle differenze tra le varie versioni dell'Antico Testamento. Prima della scoperta si pensava che le differenze tra la versione septuaginta in greco e la versione del testo masoretico fossero dovute ad errori di trascrizione e traduzione di coloro che avevano tradotto la septuaginta. Adesso questa ipotesi è da scartare, perché la septuaginta è identica ad alcuni manoscritti in lingua ebraica trovati a Qumran.
La Classificazione
Secondo la classificazione di Emanuel Tov è possibile classificare i manoscritti tra:
Manoscritti proto-masoretici
I masoreti hanno completato questi testi. Quasi la metà dei manoscritti appartiene a questa categoria, circa il 47% e ciò ne indica l'autorevolezza.
Manoscritti pre-samaritani
I samaritani adottarono e adattarono una versione più antica del testo ebraico presente a Qumran. Questi manoscritti (circa il 2.5% del totale) hanno le peculiarità del pentateuco samaritano, oltre ad un sottile livello di modifiche ideologiche e fonologiche aggiunte dai Samaritani. Questo testo è antico almeno quanto le Cronache. Nonostante le Cronache siano sinottiche con la Genesi, il testo qumranico è simile alle Cronache e non al testo masoretico. Visto che questo testo è stato modernizzato dal 400 a.C., le versioni proto-masoretiche, e quindi anche quelle masoretiche, devono essere molto più vecchie.
Testi della Septuaginta (circa 3,5%)
Le traduzioni originali di alcuni libri dell'Antico Testamento erano basate su un testo diverso da quello proto-masoretico. Alcuni manoscritti ebraici, tra cui 4QJer b , d {\displaystyle ^{b,d}} {\displaystyle ^{b,d}} hanno una forte somiglianza colla Septuaginta.
Un grande numero di manoscritti (circa il 47%) non sono simili a nessuna delle versioni menzionate. Tov spiega il motivo di questa classificazione:
« Sono simili, a volte in modo significativo, con il testo masoretico, oppure col pentateuco samaritano o la septuaginta, ma i testi non-allineati sono anche in disaccordo con gli altri testi allo stesso modo. Inoltre contengono passaggi sconosciuti ad uno degli altri testi »
(Emanuel Tov, Textual Criticism of the Hebraic Bible, 166)
Sviluppo dell'Antico Testamento
Versioni che si susseguivano
A seguito dell'analisi dei contenuti di questi manoscritti, alcuni studiosi hanno affermato quanto segue. Quando le prime versioni dei libri dell'Antico Testamento venivano completate, venivano considerate autorevoli e fatte circolare come tali. Ma in un periodo successivo venivano scritte e fatte circolare delle edizioni riviste dei libri pensate per sostituire le precedenti. Il processo di sostituzione di edizioni consecutive è stato solo parziale, in modo che le edizioni precedenti non smettessero mai completamente di esistere. Nell'antico Israele, la nuova edizione che sarebbe diventata il testo masoretico (quasi identica alla versione contenuta nella vulgata, nella peshitta, e nel Codex Vaticanus) sostituì i testi precedenti, ma non completamente. Quindi le edizioni precedenti rimasero in uso in posti non centrali da un punto di vista geografico e sociologico, come ad esempio il deposito di testi di Qumran e i vari manoscritti dei quali la traduzione greca fu preparata in antico Egitto. Queste prime edizioni furono conservate per i posteri per puro caso nella traduzione Septuaginta e attraverso le scoperte nel Qumran.
La scoperta delle grotte del Qumran
Attorno all'aprile del 1947, un giovane pastore beduino di nome Muhammad Ahmad al-Hamid, soprannominato Muhammad al-Dīb (Maometto il lupo), appartenente alla tribù Ta‘amire, scoprì casualmente quella che oggi è chiamata "grotta 1", posta a circa 1 km a nord di Qumran. Sembra che Muhammad abbia scoperto la grotta inseguendo una capra che si era staccata dal suo gregge.
Il giorno dopo ritornò sul posto con un compagno e si arrampicò nella grotta scoprendo una serie di giare di terracotta, tutte più o meno cilindriche e munite di coperchio, nelle quali erano stati deposti dei rotoli avvolti nel lino. Secondo l'intervista fatta ai beduini nel documentario "L'Enigma dei Rotoli del Mar Morto" (The Enigma of the Dead Sea Scrolls), il giovane beduino aveva l'abitudine di tirare pietre nelle cavità che localizzava nei dintorni in cerca di tesori nascosti. E un giorno sentì il suono di un vaso che si infrangeva. Non è certo però che il giovane beduino fosse da solo quando si recò all'esplorazione della grotta per la prima volta.
Alcuni mesi dopo quell'inattesa scoperta, i beduini, con alcuni dei rotoli prelevati dalla grotta, si recarono al mercato di Betlemme da un mercante cristiano di nome Khalil Iskandar Shahin, che prese in consegna i rotoli in cambio di una piccola somma di denaro. Khalil, che era membro della Chiesa cattolica sira, portò i rotoli a Gerusalemme dal suo superiore religioso, il metropolita Athanasius Yeshue Samuel, che li acquistò per 97,20 dollari. Athanasius, avendo intuito l'importanza dei documenti, riuscì a scoprire la posizione della grotta, la raggiunse ed effettuò anche un provvisorio sopralluogo. In seguito l'ecclesiastico trasportò i quattro rotoli acquisiti negli Stati Uniti e si mise a cercare un acquirente.
Intanto, alla fine del 1947 altri tre rotoli furono acquistati per vie analoghe da un archeologo dell'Università Ebraica di Gerusalemme, il professor Eliezer Lipa Sukenik, che si rese immediatamente conto dell'autenticità e dell'antichità dei testi. Sukenik era il padre del noto archeologo Yigael Yadin. Il 29 novembre dello stesso anno Sukenik si recò a Betlemme presso il mercante al quale i beduini si erano rivolti inizialmente. Esaminò le giare provenienti dalla grotta e altri materiali manoscritti, e li acquistò in blocco.
La Guerra arabo-israeliana del 1948, seguita alla dichiarazione d'indipendenza d'Israele, bloccò le ricerche. Soltanto il 28 gennaio 1949 fu individuata la "grotta numero 1" (quella appunto dove furono trovati i manoscritti di Qumran) e, fra il 15 febbraio e il 5 marzo di quell'anno, fu effettuato il primo scavo archeologico. Si trovarono giare, vasi, pezzi di stoffa e altri 70 manoscritti o frammenti, che si erano staccati da quelli ritrovati dai beduini. Furono anche individuati, ad un chilometro a sud della grotta, i resti di edifici che costituivano l'insediamento umano di Qumran, fino ad allora variamente considerati.
Gli istituti culturali israeliani si misero sulle tracce dei manoscritti per riportarli in loco. Nei primi anni cinquanta Yigael Yadin, che si trovava negli USA, riuscì a contattare Athanasius Yeshue Samuel. Venne a sapere che il metropolita non avrebbe ceduto i rotoli ad un acquirente ebreo, così alzò l'offerta a 250.000 dollari e ne venne in possesso tramite un intermediario.
Nel 1955 il primo ministro israeliano Moshe Sharett annunciò alla nazione che i rotoli erano stati tutti recuperati. Vennero esposti per la prima volta nel 1967, ma dopo soli due anni vennero ritirati per timore che si deteriorassero.
Grazie ai beduini e agli archeologi furono scoperte negli anni successivi altre grotte, sia nelle vicinanze di Qumran, sia in altre zone nel deserto di Giuda, lungo il Mar Morto e in altre località del sud d'Israele. Le grotte e le fessure della roccia esaminate furono alcune centinaia; in una trentina venne ritrovato materiale interessante; in undici si è trovato materiale scritto su pergamena, papiro o rame.
Oggi i reperti sono conservati in parte nel Museo d'Israele e nel Museo Rockefeller, entrambi a Gerusalemme, in parte ad Amman, altri alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Vari frammenti sono poi in possesso di istituzioni o di privati.
Fonte: Wikipedia
Attorno all'aprile del 1947, un giovane pastore beduino di nome Muhammad Ahmad al-Hamid, soprannominato Muhammad al-Dīb (Maometto il lupo), appartenente alla tribù Ta‘amire, scoprì casualmente quella che oggi è chiamata "grotta 1", posta a circa 1 km a nord di Qumran. Sembra che Muhammad abbia scoperto la grotta inseguendo una capra che si era staccata dal suo gregge.
Il giorno dopo ritornò sul posto con un compagno e si arrampicò nella grotta scoprendo una serie di giare di terracotta, tutte più o meno cilindriche e munite di coperchio, nelle quali erano stati deposti dei rotoli avvolti nel lino. Secondo l'intervista fatta ai beduini nel documentario "L'Enigma dei Rotoli del Mar Morto" (The Enigma of the Dead Sea Scrolls), il giovane beduino aveva l'abitudine di tirare pietre nelle cavità che localizzava nei dintorni in cerca di tesori nascosti. E un giorno sentì il suono di un vaso che si infrangeva. Non è certo però che il giovane beduino fosse da solo quando si recò all'esplorazione della grotta per la prima volta.
Alcuni mesi dopo quell'inattesa scoperta, i beduini, con alcuni dei rotoli prelevati dalla grotta, si recarono al mercato di Betlemme da un mercante cristiano di nome Khalil Iskandar Shahin, che prese in consegna i rotoli in cambio di una piccola somma di denaro. Khalil, che era membro della Chiesa cattolica sira, portò i rotoli a Gerusalemme dal suo superiore religioso, il metropolita Athanasius Yeshue Samuel, che li acquistò per 97,20 dollari. Athanasius, avendo intuito l'importanza dei documenti, riuscì a scoprire la posizione della grotta, la raggiunse ed effettuò anche un provvisorio sopralluogo. In seguito l'ecclesiastico trasportò i quattro rotoli acquisiti negli Stati Uniti e si mise a cercare un acquirente.
Intanto, alla fine del 1947 altri tre rotoli furono acquistati per vie analoghe da un archeologo dell'Università Ebraica di Gerusalemme, il professor Eliezer Lipa Sukenik, che si rese immediatamente conto dell'autenticità e dell'antichità dei testi. Sukenik era il padre del noto archeologo Yigael Yadin. Il 29 novembre dello stesso anno Sukenik si recò a Betlemme presso il mercante al quale i beduini si erano rivolti inizialmente. Esaminò le giare provenienti dalla grotta e altri materiali manoscritti, e li acquistò in blocco.
La Guerra arabo-israeliana del 1948, seguita alla dichiarazione d'indipendenza d'Israele, bloccò le ricerche. Soltanto il 28 gennaio 1949 fu individuata la "grotta numero 1" (quella appunto dove furono trovati i manoscritti di Qumran) e, fra il 15 febbraio e il 5 marzo di quell'anno, fu effettuato il primo scavo archeologico. Si trovarono giare, vasi, pezzi di stoffa e altri 70 manoscritti o frammenti, che si erano staccati da quelli ritrovati dai beduini. Furono anche individuati, ad un chilometro a sud della grotta, i resti di edifici che costituivano l'insediamento umano di Qumran, fino ad allora variamente considerati.
Gli istituti culturali israeliani si misero sulle tracce dei manoscritti per riportarli in loco. Nei primi anni cinquanta Yigael Yadin, che si trovava negli USA, riuscì a contattare Athanasius Yeshue Samuel. Venne a sapere che il metropolita non avrebbe ceduto i rotoli ad un acquirente ebreo, così alzò l'offerta a 250.000 dollari e ne venne in possesso tramite un intermediario.
Nel 1955 il primo ministro israeliano Moshe Sharett annunciò alla nazione che i rotoli erano stati tutti recuperati. Vennero esposti per la prima volta nel 1967, ma dopo soli due anni vennero ritirati per timore che si deteriorassero.
Grazie ai beduini e agli archeologi furono scoperte negli anni successivi altre grotte, sia nelle vicinanze di Qumran, sia in altre zone nel deserto di Giuda, lungo il Mar Morto e in altre località del sud d'Israele. Le grotte e le fessure della roccia esaminate furono alcune centinaia; in una trentina venne ritrovato materiale interessante; in undici si è trovato materiale scritto su pergamena, papiro o rame.
Oggi i reperti sono conservati in parte nel Museo d'Israele e nel Museo Rockefeller, entrambi a Gerusalemme, in parte ad Amman, altri alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Vari frammenti sono poi in possesso di istituzioni o di privati.
Fonte: Wikipedia
Museo d'Israele: Shrine of the Book
Il Santuario del Libro
Completato nel 1964 è uno dei luoghi più importanti del pianeta per quanto riguarda la conservazione di testi antichi.
La scoperta dei rotoli di Qumran, qui conservati, risale al 1947. Cosa sono questi rotoli? Rotoli di pelle arrotolata e cucita di dimensioni variabili, dal piccolo rotolo di Abacuc (141x13 cm) al rotolo di Isaia (25 cm x 15 mt). Scritti con inchiostro vegetale con calligrafia nettissima e quasi priva di errori, peraltro sempre corretti in margine. Ogni colonna è attentamente marcata ai margini da una immaginaria linea verticale ed i diversi capitoli sono separati da uno spazio bianco. Benché antichi nel tempo i manoscritti sono ancora in buono stato (trovati chiusi in anfore); databili dal II sec. a.C. al primo d.C. (La datazione è sicura; sono state trovate anche monete dell'epoca e lettere con nome e data).
Sono i più antichi manoscritti della Bibbia, con la sola eccezione della placca d'argento esposta in una vetrina del Museo.
Oltre a questi testi sono conservati gli altri scritti interni alla comunità: rotolo del Tempio con la descrizione del Tempio ideale, Regola della guerra, Inni e preghiere e commenti a libri della Bibbia.
Un chiaro esempio di come la comunità di Qumran si opponesse ai sacerdoti di Gerusalemme è evidenziato dal contenuto del brano che segue.
«È questo il libro della regola della guerra. L'inizio si avrà allorché i figli della luce porranno mano all'attacco contro il partito dei figli delle tenebre, contro l'esercito del demonio... questo sarà il tempo della salvezza per il popolo di Dio e il tempo determinato della dominazione per tutti gli uomini del suo partito e l'annientamento eterno per tutti gli uomini del demonio. Verità e giustizia risplenderanno per tutti i confini del mondo, illuminando senza posa, sino a quando saranno finiti i tempi stabiliti per le tenebre. E al tempo stabilito da Dio la sua eminente maestà risplenderà per tutti i tempi determinati in eterno per la pace e la benedizione, la gloria, la gioia e giorni lunghi per tutti i figli della luce» (Dalla Regola della guerra ).
Il linguaggio è chiaramente apocalittico. Il Manuale di disciplina contiene la regola ferrea che i figli della luce dovevano seguire nella loro vita per ottenere la vittoria.
Si scendono alcuni gradini per raggiungere una sezione nella quale sono conservati oggetti quotidiani dell'epoca di Cristo. Numerosi i reperti dell'epoca di Bar Kokhba, monete e lettere che iniziano con: "Nel primo anno della Redenzione di Israele...".
Il Santuario del Libro
Completato nel 1964 è uno dei luoghi più importanti del pianeta per quanto riguarda la conservazione di testi antichi.
La scoperta dei rotoli di Qumran, qui conservati, risale al 1947. Cosa sono questi rotoli? Rotoli di pelle arrotolata e cucita di dimensioni variabili, dal piccolo rotolo di Abacuc (141x13 cm) al rotolo di Isaia (25 cm x 15 mt). Scritti con inchiostro vegetale con calligrafia nettissima e quasi priva di errori, peraltro sempre corretti in margine. Ogni colonna è attentamente marcata ai margini da una immaginaria linea verticale ed i diversi capitoli sono separati da uno spazio bianco. Benché antichi nel tempo i manoscritti sono ancora in buono stato (trovati chiusi in anfore); databili dal II sec. a.C. al primo d.C. (La datazione è sicura; sono state trovate anche monete dell'epoca e lettere con nome e data).
Sono i più antichi manoscritti della Bibbia, con la sola eccezione della placca d'argento esposta in una vetrina del Museo.
Oltre a questi testi sono conservati gli altri scritti interni alla comunità: rotolo del Tempio con la descrizione del Tempio ideale, Regola della guerra, Inni e preghiere e commenti a libri della Bibbia.
Un chiaro esempio di come la comunità di Qumran si opponesse ai sacerdoti di Gerusalemme è evidenziato dal contenuto del brano che segue.
«È questo il libro della regola della guerra. L'inizio si avrà allorché i figli della luce porranno mano all'attacco contro il partito dei figli delle tenebre, contro l'esercito del demonio... questo sarà il tempo della salvezza per il popolo di Dio e il tempo determinato della dominazione per tutti gli uomini del suo partito e l'annientamento eterno per tutti gli uomini del demonio. Verità e giustizia risplenderanno per tutti i confini del mondo, illuminando senza posa, sino a quando saranno finiti i tempi stabiliti per le tenebre. E al tempo stabilito da Dio la sua eminente maestà risplenderà per tutti i tempi determinati in eterno per la pace e la benedizione, la gloria, la gioia e giorni lunghi per tutti i figli della luce» (Dalla Regola della guerra ).
Il linguaggio è chiaramente apocalittico. Il Manuale di disciplina contiene la regola ferrea che i figli della luce dovevano seguire nella loro vita per ottenere la vittoria.
Si scendono alcuni gradini per raggiungere una sezione nella quale sono conservati oggetti quotidiani dell'epoca di Cristo. Numerosi i reperti dell'epoca di Bar Kokhba, monete e lettere che iniziano con: "Nel primo anno della Redenzione di Israele...".
SBF Taccuino - Cinque Rotoli del Mar Morto disponibili online
(Tratto dal sito della Custodia di Terra Santa)
Il Museo di Israele ha presentato il “Dead Sea Scrolls Digital Project”, che dà la possibilità agli utenti di esaminare ed investigare questi antichi manoscritti, che sono i più antichi codici del periodo del Secondo Tempio, ad un livello mai prima possibile. Sviluppato in collaborazione con Google, il nuovo sito permette agli utenti di fare ricerche, di scaricare rapidamente, di accedere a immagini ad alta risoluzione dei rotoli, di fruire di brevi video esplicativi e di informazioni di base sui testi e la loro storia.
I Rotoli del Mar Morto, che comprendono i più antichi manoscritti biblici esistenti, offrono una visione critica della società ebraica del periodo del Secondo Tempio, il tempo della nascita del cristianesimo e del giudaismo rabbinico. Fino ad ora sono cinque i rotoli del Museo di Israele che sono stati digitalizzati nell’ambito del progetto e ora disponibili sulla rete.
“Abbiamo il privilegio di custodire nel Museo del Libro in Israele i rotoli del Mar Morto meglio conservati e più completi”, hanno dichiarato James S. Snyder, Anne e Jerome Fisher, direttore del Museo di Israele. “Sono di fondamentale importanza, tra i punti di riferimento del patrimonio mondiale monoteista, e rappresentano l’apice del fondo enciclopedico del museo. Ora, attraverso la nostra collaborazione con Google, siamo in grado di offrire questi tesori al più ampio pubblico possibile.”
I cinque rotoli digitalizzati includono il Grande Rotolo di Isaia, il Rotolo della Regola della Comunità, il Commentario su Abacuc, il Rotolo del Tempio, e il Rotolo della Guerra. Con le ricerche su Google.com sono inviati direttamente agli utenti on line.
Tutti e cinque i rotoli possono essere ingranditi per consentire agli utenti di esaminare i testi in dettaglio. Dettagli invisibili a occhio nudo sono ora resi visibili attraverso la fotografia ad altissima risoluzione digitale del fotografo Ardon Bar-Hama. Con una densità di 1.200 mega pixel ciascuna le immagini hanno una risoluzione quasi duecento volte superiore a quella prodotta da una normale macchina fotografica.
Il Grande Rotolo di Isaia permette ricerche per colonna, capitolo e versetto, ed è corredato da una traduzione in inglese e da un’opzione che permette agli utenti di tradurre i versetti nella loro lingua.
Informazioni Rotoli del Mar Morto
Datati tra il terzo secolo a.C. e il primo secolo d.C., i Rotoli del Mar Morto furono scoperti il 1947 e il 1956 in undici grotte sulla costa nord-occidentale del Mar Morto. I manoscritti sono generalmente attribuiti a una setta ebraica, indicata nei rotoli come “la comunità”, che si stabilì a Qumran nel deserto della Giudea.
Il Museo di Israele ha ospitato i Rotoli del Mar Morto fin dall’apertura nel 1965. I rotoli sono sensibili alla luce e sono conservati ed esposti nel Santuario del Libro, progettato da Frederick Kiesler e Armand Bartos, la cui cupola evoca i coperchi delle giare in cui furono trovati i rotoli.
I rotoli ora digitalizzati e resi disponibili dal progetto sono:
• Il Grande Rotolo di Isaia risalente al 125 a.C. circa; è l’unica copia completa di un libro dell’Antico Testamento esistente.
• Il Rotolo della Guerra risale alla fine del primo secolo a.C. o all'inizio del primo secolo d.C. e descrive lo scontro tra i “Figli della luce” e i “Figli delle tenebre”, della durata di 49 anni, per finire con la vittoria dei “Figli della luce” e il ripristino delle pratiche cultuali del Tempio secondo le loro convinzioni.
• Il Rotolo del Tempio, degli inizi del primo secolo d.C., afferma di fornire in dettaglio le istruzioni di Dio per la costruzione e l’attività del Tempio di Gerusalemme. Scritto su pergamena di un solo decimo di millimetro di spessore, il Rotolo del Tempio è il più sottile supporto di pergamena tra i Rotoli del Mar Morto.
• La Regola della Comunità fa luce sulla vita della comunità stessa, e tratta temi come l’ammissione di nuovi membri, il comportamento durante i pasti comuni, la preghiera, i rituali di purificazione e le dottrine teologiche.
• Il commento ad Abacuc è un’interpretazione dei primi due capitoli del libro biblico del profeta. E’ scritto in uno stile che lo rende una fonte per conoscere la vita spirituale della comunità esclusivista di Qumran, e mette in luce la percezione che la comunità aveva di se stessa.
Adattamento: R.P.
Fonte: The Digital Dead Sea Scrolls - Project
(Tratto dal sito della Custodia di Terra Santa)
Il Museo di Israele ha presentato il “Dead Sea Scrolls Digital Project”, che dà la possibilità agli utenti di esaminare ed investigare questi antichi manoscritti, che sono i più antichi codici del periodo del Secondo Tempio, ad un livello mai prima possibile. Sviluppato in collaborazione con Google, il nuovo sito permette agli utenti di fare ricerche, di scaricare rapidamente, di accedere a immagini ad alta risoluzione dei rotoli, di fruire di brevi video esplicativi e di informazioni di base sui testi e la loro storia.
I Rotoli del Mar Morto, che comprendono i più antichi manoscritti biblici esistenti, offrono una visione critica della società ebraica del periodo del Secondo Tempio, il tempo della nascita del cristianesimo e del giudaismo rabbinico. Fino ad ora sono cinque i rotoli del Museo di Israele che sono stati digitalizzati nell’ambito del progetto e ora disponibili sulla rete.
“Abbiamo il privilegio di custodire nel Museo del Libro in Israele i rotoli del Mar Morto meglio conservati e più completi”, hanno dichiarato James S. Snyder, Anne e Jerome Fisher, direttore del Museo di Israele. “Sono di fondamentale importanza, tra i punti di riferimento del patrimonio mondiale monoteista, e rappresentano l’apice del fondo enciclopedico del museo. Ora, attraverso la nostra collaborazione con Google, siamo in grado di offrire questi tesori al più ampio pubblico possibile.”
I cinque rotoli digitalizzati includono il Grande Rotolo di Isaia, il Rotolo della Regola della Comunità, il Commentario su Abacuc, il Rotolo del Tempio, e il Rotolo della Guerra. Con le ricerche su Google.com sono inviati direttamente agli utenti on line.
Tutti e cinque i rotoli possono essere ingranditi per consentire agli utenti di esaminare i testi in dettaglio. Dettagli invisibili a occhio nudo sono ora resi visibili attraverso la fotografia ad altissima risoluzione digitale del fotografo Ardon Bar-Hama. Con una densità di 1.200 mega pixel ciascuna le immagini hanno una risoluzione quasi duecento volte superiore a quella prodotta da una normale macchina fotografica.
Il Grande Rotolo di Isaia permette ricerche per colonna, capitolo e versetto, ed è corredato da una traduzione in inglese e da un’opzione che permette agli utenti di tradurre i versetti nella loro lingua.
Informazioni Rotoli del Mar Morto
Datati tra il terzo secolo a.C. e il primo secolo d.C., i Rotoli del Mar Morto furono scoperti il 1947 e il 1956 in undici grotte sulla costa nord-occidentale del Mar Morto. I manoscritti sono generalmente attribuiti a una setta ebraica, indicata nei rotoli come “la comunità”, che si stabilì a Qumran nel deserto della Giudea.
Il Museo di Israele ha ospitato i Rotoli del Mar Morto fin dall’apertura nel 1965. I rotoli sono sensibili alla luce e sono conservati ed esposti nel Santuario del Libro, progettato da Frederick Kiesler e Armand Bartos, la cui cupola evoca i coperchi delle giare in cui furono trovati i rotoli.
I rotoli ora digitalizzati e resi disponibili dal progetto sono:
• Il Grande Rotolo di Isaia risalente al 125 a.C. circa; è l’unica copia completa di un libro dell’Antico Testamento esistente.
• Il Rotolo della Guerra risale alla fine del primo secolo a.C. o all'inizio del primo secolo d.C. e descrive lo scontro tra i “Figli della luce” e i “Figli delle tenebre”, della durata di 49 anni, per finire con la vittoria dei “Figli della luce” e il ripristino delle pratiche cultuali del Tempio secondo le loro convinzioni.
• Il Rotolo del Tempio, degli inizi del primo secolo d.C., afferma di fornire in dettaglio le istruzioni di Dio per la costruzione e l’attività del Tempio di Gerusalemme. Scritto su pergamena di un solo decimo di millimetro di spessore, il Rotolo del Tempio è il più sottile supporto di pergamena tra i Rotoli del Mar Morto.
• La Regola della Comunità fa luce sulla vita della comunità stessa, e tratta temi come l’ammissione di nuovi membri, il comportamento durante i pasti comuni, la preghiera, i rituali di purificazione e le dottrine teologiche.
• Il commento ad Abacuc è un’interpretazione dei primi due capitoli del libro biblico del profeta. E’ scritto in uno stile che lo rende una fonte per conoscere la vita spirituale della comunità esclusivista di Qumran, e mette in luce la percezione che la comunità aveva di se stessa.
Adattamento: R.P.
Fonte: The Digital Dead Sea Scrolls - Project