RESTAURO DEL SANTO SEPOLCRO
Gerusalemme. Restaurata l'Edicola del Santo Sepolcro, custodisce la tomba di Gesù, vedi QUI
L’apertura del Sepolcro di Cristo
Pubblicato il 17 nov 2016Il 26 ottobre, per la terza volta nella storia, la tomba del Santo Sepolcro è stata aperta. Le immagini di quanto è emerso.
IL RESTAURO DELL'EDICOLA
Il restauro dell'edicola del Santo Sepolcro
di fra Eugenio Alliata ofm | novembre-dicembre 2016
Nel giugno scorso i lavori sono finalmente iniziati. Parliamo di un restauro strettamente conservativo, le cui conclusioni scientifiche saranno comunicate dopo lo studio dei numerosi rilievi svolti.
Da molti anni si parlava e si discuteva della necessità di provvedere finalmente al doloroso stato di degrado nel quale versava l’edicola del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Nel giugno scorso, grazie all’accordo intervenuto tra i capi delle tre comunità proprietarie della basilica (greci ortodossi, francescani e armeni), sono iniziati finalmente i lavori. Il gruppo di intervento messo insieme dall’Università di Atene sotto la direzione della professoressa Antonia Moropoulou coinvolge non meno di cinquanta persone, tra professori e tecnici delle diverse specializzazioni. La Custodia di Terra Santa ha incaricato l’architetto Osama Hamdan, docente di restauro archeologico all’Università Araba di Gerusalemme (Al-Quds), di seguire per essa ogni fase dei lavori.
Il criterio adottato è di un restauro strettamente conservativo, e comprende la temporanea rimozione e accurata pulizia di gran parte delle lastre di pietra in maniera da permettere il controllo delle murature interne e il consolidamento o rifacimento delle stesse ove necessario, restituendo la verticalità e regolarità agli elementi architettonici maggiormente deformati nel tempo, pilastri e cornici.
Durante tutto il lavoro si è provveduto a mantenere quanto più possibile l’accesso libero dei pellegrini alla basilica e allo stesso Sepolcro, e si è fatto in modo che potesse continuare con il minimo di disturbo e nella massima sicurezza. L’attività di cantiere si è svolta prevalentemente nelle ore notturne. Una parte considerevole della Rotonda, intorno all’Edicola, ha dovuto comunque essere recintata. I francescani, da parte loro, hanno offerto lo spazio della loro galleria, al primo piano, come laboratorio.
Si prevede la conclusione definitiva dei lavori per la prossima Pasqua. Un tale genere di restauro, paradossalmente, sarà giudicato tanto più di successo quanto meno si vedrà la differenza col monumento di prima, eccetto che per una maggiore pulizia e solidità. I sostegni di ferro e di legno potranno essere tolti. Disposizioni verranno prese per limitare l’accensione selvaggia di candele contro l’Edicola.
Durante le fasi preparatorie ed esecutive dei lavori state condotte indagini con sonde endoscopiche, con scanner ad ultrasuoni, raggi infrarossi e raggi X, metodi non invasivi, per ottenere informazioni su elementi non esteriormente visibili, come la presenza di murature anteriori, la consistenza dell’originario nucleo roccioso, e lo scorrimento di canali nascosti che sono all’origine di sgradite risalite di umidità. Alcune di tali informazioni sono state soggette in seguito a diretta verifica.
Le conclusioni scientifiche saranno comunicate da chi di dovere, al termine dei lavori, in seguito allo studio sistematico dei risultati. Si può però ragionevolmente dire che tutte le murature appaiono totalmente ricostruite nel 1810 dall’architetto greco Komninos. Non c’è quasi nessuna traccia di precedenti costruzioni. Le due pareti laterali del Sepolcro conservano però ancora in parte la roccia originaria. Nella parete meridionale la roccia inclusa arriva a un metro e ottanta centimetri dal pavimento moderno. Sul lato settentrionale la roccia è presente fin quasi all’altezza del banco, come si è potuto appurare recentemente quando fu spinta di lato la lastra marmorea superiore alla presenza dei capi delle tre comunità e di numerosi altri testimoni. Nella medesima occasione si è registrata anche la presenza di una seconda lastra di marmo sottostante che, pur danneggiata, mostrava ancora al centro, incisa, la forma tipica della croce del patriarcato gerosolimitano.
di fra Eugenio Alliata ofm | novembre-dicembre 2016
Nel giugno scorso i lavori sono finalmente iniziati. Parliamo di un restauro strettamente conservativo, le cui conclusioni scientifiche saranno comunicate dopo lo studio dei numerosi rilievi svolti.
Da molti anni si parlava e si discuteva della necessità di provvedere finalmente al doloroso stato di degrado nel quale versava l’edicola del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Nel giugno scorso, grazie all’accordo intervenuto tra i capi delle tre comunità proprietarie della basilica (greci ortodossi, francescani e armeni), sono iniziati finalmente i lavori. Il gruppo di intervento messo insieme dall’Università di Atene sotto la direzione della professoressa Antonia Moropoulou coinvolge non meno di cinquanta persone, tra professori e tecnici delle diverse specializzazioni. La Custodia di Terra Santa ha incaricato l’architetto Osama Hamdan, docente di restauro archeologico all’Università Araba di Gerusalemme (Al-Quds), di seguire per essa ogni fase dei lavori.
Il criterio adottato è di un restauro strettamente conservativo, e comprende la temporanea rimozione e accurata pulizia di gran parte delle lastre di pietra in maniera da permettere il controllo delle murature interne e il consolidamento o rifacimento delle stesse ove necessario, restituendo la verticalità e regolarità agli elementi architettonici maggiormente deformati nel tempo, pilastri e cornici.
Durante tutto il lavoro si è provveduto a mantenere quanto più possibile l’accesso libero dei pellegrini alla basilica e allo stesso Sepolcro, e si è fatto in modo che potesse continuare con il minimo di disturbo e nella massima sicurezza. L’attività di cantiere si è svolta prevalentemente nelle ore notturne. Una parte considerevole della Rotonda, intorno all’Edicola, ha dovuto comunque essere recintata. I francescani, da parte loro, hanno offerto lo spazio della loro galleria, al primo piano, come laboratorio.
Si prevede la conclusione definitiva dei lavori per la prossima Pasqua. Un tale genere di restauro, paradossalmente, sarà giudicato tanto più di successo quanto meno si vedrà la differenza col monumento di prima, eccetto che per una maggiore pulizia e solidità. I sostegni di ferro e di legno potranno essere tolti. Disposizioni verranno prese per limitare l’accensione selvaggia di candele contro l’Edicola.
Durante le fasi preparatorie ed esecutive dei lavori state condotte indagini con sonde endoscopiche, con scanner ad ultrasuoni, raggi infrarossi e raggi X, metodi non invasivi, per ottenere informazioni su elementi non esteriormente visibili, come la presenza di murature anteriori, la consistenza dell’originario nucleo roccioso, e lo scorrimento di canali nascosti che sono all’origine di sgradite risalite di umidità. Alcune di tali informazioni sono state soggette in seguito a diretta verifica.
Le conclusioni scientifiche saranno comunicate da chi di dovere, al termine dei lavori, in seguito allo studio sistematico dei risultati. Si può però ragionevolmente dire che tutte le murature appaiono totalmente ricostruite nel 1810 dall’architetto greco Komninos. Non c’è quasi nessuna traccia di precedenti costruzioni. Le due pareti laterali del Sepolcro conservano però ancora in parte la roccia originaria. Nella parete meridionale la roccia inclusa arriva a un metro e ottanta centimetri dal pavimento moderno. Sul lato settentrionale la roccia è presente fin quasi all’altezza del banco, come si è potuto appurare recentemente quando fu spinta di lato la lastra marmorea superiore alla presenza dei capi delle tre comunità e di numerosi altri testimoni. Nella medesima occasione si è registrata anche la presenza di una seconda lastra di marmo sottostante che, pur danneggiata, mostrava ancora al centro, incisa, la forma tipica della croce del patriarcato gerosolimitano.
VIDEO Nella basilica di Gerusalemme sono in corso lavori di restauro attesi da decenni: per la prima volta è stato riportato alla luce il letto di roccia su cui sarebbe stato deposto il corpo di Gesù (National Geografic)
I restauratori sollevano la lastra che copriva il letto di roccia su cui secondo la tradizione venne deposto il corpo di Gesù, all'interno della basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
NOVITÀ NEI RESTAURI ALLA BASILICA DEL SANTO SEPOLCRO: ALL' INTERNO DELL' EDICOLA
Pubblicato il 08 nov 2016I restauri all'interno della Basilica del Santo Sepolcro hanno portato ad un'emozionante scoperta: il gruppo greco responsabile dei lavori ha rimosso la lastra tombale all'interno dell'Edicola è stata momentaneamente rimossa e, sotto di essa, è stata rinvenuta un'altra lastra, più antica. Che sia forse la vera lastra su cui fu deposto il corpo di Cristo? I risultati fino a qui ottenuti non possono dare certezze, certo è che in un luogo molto caro alla tradizione cristiana, si è scoperto un altro importante pezzo di storia
1404 you , servizio di Francesco Zampini, immagini di Riccardo Nissotti e Anton Ballout
1404 you , servizio di Francesco Zampini, immagini di Riccardo Nissotti e Anton Ballout
IL RESTAURO TERMINATO
La Cappella del Calvario
"Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo, spirò." (Lc 23,44-46)
Salendo per una ripida scaletta che si trova appena entrati nel vestibolo, si giunge alla Cappella del Calvario, in cui si trova l'altare del Calvario, che sorge direttamente sopra la roccia su cui fu innalzata la croce di Gesù, essa è più alta di 5 m. rispetto al pavimento della chiesa del Santo Sepolcro.
E' divisa in due cappelle: la prima appartiene ai Latini ed è chiamata Cappella della Crocifissione; qui sono ricordate le stazioni X (Gesù spogliato delle vesti) e XI (Gesù crocifisso) della Via Crucis.
La roccia è visibile attraverso le lastre di vetro ai lati dell’altare.
L'altare è dominato da un mosaico con la scena della crocifissione. Sulla parte destra, una finestrella indica il luogo dell'entrata esterna al S.Calvario, all'epoca crociata.
Nei mosaici della cappella è ricordato, oltre le scene della passione, anche l'episodio del sacrificio di Isacco che prefigura, nell'A.T., il sacrificio di Cristo.
Un piccolo altare alla Madre Dolorosa e due grossi pilastri separano la cappella della crocifissione dalla Cappella del Calvario, di proprietà dei Greci-ortodossi. Sullo sfondo vi è la grande scena di Cristo crocifisso rappresentato, secondo lo stile delle icone, dove appare il dipinto, nelle parti scoperte del corpo, mentre le vesti e lo sfondo sono coperti d'argento sbalzato.
I pellegrini possono toccare la roccia attraverso un’apertura nel disco d’argento sotto l’altare, il punto in cui secondo la tradizione sorgeva la croce.
Era qui che i pellegrini scioglievano il voto, cioè deponevano sull’altare la piccola croce di legno che era stata consegnata loro in patria all’inizio del viaggio.
La seconda cappella appartiene ai Greci Ortodossi ed è decorata con lampade e candele secondo la loro tradizione.
E' divisa in due cappelle: la prima appartiene ai Latini ed è chiamata Cappella della Crocifissione; qui sono ricordate le stazioni X (Gesù spogliato delle vesti) e XI (Gesù crocifisso) della Via Crucis.
La roccia è visibile attraverso le lastre di vetro ai lati dell’altare.
L'altare è dominato da un mosaico con la scena della crocifissione. Sulla parte destra, una finestrella indica il luogo dell'entrata esterna al S.Calvario, all'epoca crociata.
Nei mosaici della cappella è ricordato, oltre le scene della passione, anche l'episodio del sacrificio di Isacco che prefigura, nell'A.T., il sacrificio di Cristo.
Un piccolo altare alla Madre Dolorosa e due grossi pilastri separano la cappella della crocifissione dalla Cappella del Calvario, di proprietà dei Greci-ortodossi. Sullo sfondo vi è la grande scena di Cristo crocifisso rappresentato, secondo lo stile delle icone, dove appare il dipinto, nelle parti scoperte del corpo, mentre le vesti e lo sfondo sono coperti d'argento sbalzato.
I pellegrini possono toccare la roccia attraverso un’apertura nel disco d’argento sotto l’altare, il punto in cui secondo la tradizione sorgeva la croce.
Era qui che i pellegrini scioglievano il voto, cioè deponevano sull’altare la piccola croce di legno che era stata consegnata loro in patria all’inizio del viaggio.
La seconda cappella appartiene ai Greci Ortodossi ed è decorata con lampade e candele secondo la loro tradizione.
I video descrittivi della struttura
Santo Sepolcro, un viaggio tridimensionale indietro nel tempo
Tutti i segreti del Santo Sepolcro - Tv7 del 2 Aprile 2010 - di Claudio Pagliara
Tutti i segreti del Santo Sepolcro - Tv7 del 2 Aprile 2010 - di Claudio Pagliara